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Empatia: molto più che “mettersi nei panni” dell'altro

Un sentimento nobile ma che può nascondere qualche zona d’ombra

Istockphoto

Secondo il dizionario, l’empatia è la capacità di porci nella situazione che sta vivendo un’altra persona e comprenderne gli stati d’animo, i pensieri e le emozioni, come se fossero nostri: in pratica significa mettersi nei suoi panni, sentendolo per questo immediatamente vicino e simile a noi.

Se è vero che questa particolare forma di sensibilità si trasforma di solito in uno scambio in due direzioni, che sostiene l’altro ma che fa sentire appagato anche chi è empatico, è vero però che persino questo sentimento può trasformarsi in arma a doppio taglio, sulla quale occorre una riflessione più approfondita.

 

NON SOLO PSICOLOGIA - Nell'uso comune, il termine empatia è la propensione ad offrire la propria attenzione nei confronti di un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. Più specificamente, nell'ambito delle scienze umane, invece, l'empatia indica un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni giudizio morale e ogni personale attitudine di simpatia o antipatia. La parola però è nata in un ambito diverso: in effetti è stata "inventata" alla fine dell'Ottocento da Robert Vischer, studioso di estetica e di arti figurative, e in origine voleva esprimere la capacità di percepire la natura esterna come se appartenesse al nostro stesso corpo. Ad esempio, ammirando una statua o una colonna sottile che sorregge un pesante capitello proviamo immediatamente una sensazione spiacevole, di fatica e di disagio. Sull'empatia si concentrano poi gli studi del filosofo e psicologo tedesco Theodor Lipps, il quale la considerò come l'attitudine al sentirsi in armonia e in piena sintonia con un'altra persona, cogliendone sentimenti, emozioni e stati d'animo, in un'accezione più simile al significato che le attribuiamo oggi.

 

NELLE RELAZIONI AFFETTIVE – Essere empatici significa provare un interesse sincero nei confronti dell’altro e questo ci porta a essere rispettosi e aperti alle opinioni ed emozioni diverse dalle nostre: l’empatia si trova dunque alla base di tutte le relazioni affettive profonde, a cominciare dal rapporto che lega i genitori ai figli e, successivamente, delle relazioni di coppia.  Le relazioni amorose, in particolare, sono uno degli ambiti in cui la capacità di immedesimarsi nell'altro ha maggiore importanza: in un rapporto d'amore, i due partner donano se stessi al compagno, tanto che il sommo desiderio di un innamorato è quello di fondersi con l'altro, comprendendolo pienamente: per questo l'empatia è un ingrediente importante nel cementare il rapporto di coppia.

 

IL LATO OSCURO DELL’EMPATIA – Anche in un sentimento positivo come l’empatia esistono però delle zone d’ombra delle quali è bene essere consapevoli, per riconoscerle in noi stessi e nel mondo che ci circonda. Ad esempio, Paul Bloom, psicologo e ricercatore dell'Università di Yale, sostiene che l'empatia è un'emozione a volte irrazionale e "capricciosa", pronta a dare retta ai nostri eventuali pregiudizi.  Ciò accade se il senso di immedesimazione scatta solo nei confronti dei soggetti e delle situazioni che ci “piacciono di più” o che sono più vicini alle nostre credenze e aspettative, confondendo il nostro giudizio. Un meccanismo di questo tipo, ad esempio, può farci sentire vicini ed empatici nei confronti di un certo gruppo sociale e ostili a priori nei confronti di altri. Per questo, soprattutto in una società come la nostra che tende a polarizzare le situazioni e la comunicazione, occorre essere consapevoli di questi meccanismi e mantenere l’obiettività nel nostro giudizio. L’empatia, dunque, deve guidarci sempre e nei confronti di tutti, al di là delle nostre convinzioni e propensioni. 

 

EMPATICI SI NASCE O SI DIVENTA? – Al di là di tutto, l’empatia è una capacità che dobbiamo cercare di coltivare in ogni situazione. Che si tratti di un ambiente di lavoro, della famiglia o di una compagnia di amici, trovarsi a contatto con una persona amichevole e comprensiva è molto più facile e più gradevole che vivere o lavorare a tu per tu con un soggetto anaffettivo e granitico.  L’empatia fa la differenza soprattutto nei momenti difficili, quando ci troviamo in uno stato di sofferenza e di difficoltà: il supporto di un amico o di un professionista, ad esempio un medico, capace di immedesimarsi nella nostra situazione, ma senza lasciarsene troppo coinvolgere, è un aiuto fondamentale per trasmetterci sicurezza e farci affrontare al meglio la difficoltà. Alcune persone sono dotate di una sensibilità particolare nei confronti degli altri e quindi immediatamente capaci di sentirsi vicino all'altro, ma l’empatia si può anche imparare. Con la crescita personale e l’evoluzione positiva creata dalle esperienze di vita, diventiamo via via sempre più consapevoli dei nostri sentimenti e quindi più capaci sia di gestire e comunicare le nostre emozioni, ma anche di riconoscerle negli altri, trattandole con il dovuto rispetto. Tutto nasce dunque dalla comprensione e dalla conoscenza di sé. 

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