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Cécile de Verdelhan-Osti: "Si può avere successo mantenendo la propria personalità"

Cécile de Verdelhan-Osti, Consigliere Delegato di Venchi, si racconta a Tgcom24

Determinata a non rinunciare al proprio progetto familiare, senza tuttavia perdere di vista il suo obiettivo professionale, Cécile de Verdelhan-Osti ha lasciato la Francia per il nostro Paese e dedicarsi all'eccellenza del cioccolato italiano di Venchi.

Cécile de Verdelhan-Osti, Consigliere Delegato di Venchi

Cecile, sei stata definita “la signora del cioccolato”.
Amo il cioccolato, è uno dei piccoli momenti di piacere che ci si può dedicare nella vita. In particolare, gustare quello di Venchi è una vera festa: è il massimo dell’eccellenza italiana, perché realizzato con materie prime di altissima qualità in cui vi è un equilibrio perfetto tra gli ingredienti e dove sono presenti pochissimi zuccheri. Aggiungo che anche l’aspetto è piacevole, perché i nostri prodotti sono confezionati con il gusto, l’eleganza e l’originalità del made in Italy e propongono un’idea di allegria, creatività, audacia e generosità esattamente come accade nella moda e nel design italiani, riconosciuti e osannati ovunque nel mondo. 

 

Tuttavia, il tuo percorso professionale è partito da un altro settore: è così?
Da ragazza sono sempre stata piuttosto brava a scuola e, ad onor del vero, mi piaceva un po’ tutto. Non volendomi dedicare a qualcosa in particolare, dopo il liceo ho deciso di studiare business e all’università mi sono specializzata nel marketing. Ho iniziato a lavorare prestissimo, poco più che ventenne, e ho scelto un settore che a me piaceva molto, dove le persone si sentono interessate e appassionate: quello della cosmetica. Un ambito importante, perché capace di generare tantissimo piacere, così come molto sconforto: parlare di bellezza è delicatissimo, occorre non lasciarsi andare a stereotipi che rendono difficile la vita delle donne, ma piuttosto puntare su modelli raggiungibili. In generale, lavorare nel marketing è bellissimo perché in qualche modo si può influire sulle scelte dei consumatori e quindi permette di trovare una relazione col cliente, secondo me fondamentale.

 

Una carriera manageriale iniziata molto presto, alla quale hai affiancato il ruolo di mamma.
Ho sempre avuto il desiderio di una famiglia e le mie scelte professionali sono state basate sul fatto che non mi fosse impedito di realizzarlo. Ho avuto la mia prima figlia, Ines, quando avevo 24 anni: non è stato semplice, ma non ho rinunciato alla mia dimensione professionale nonostante le difficoltà.

 

Conciliare lavoro e famiglia è una bella sfida e il senso di colpa è sempre in agguato…
Quando ho avuto Ines ho dovuto necessariamente organizzarmi: ovviamente ho avuto bisogno di aiuto ed economicamente è stato impegnativo, al punto di chiedersi se valesse la pena spendere soldi per la baby sitter piuttosto che rimanere a casa con la bambina. Tuttavia, avendo ben chiaro quello che avrei voluto fare, non ho rinunciato alla mia dimensione professionale, anche perché due stipendi in casa facevano sicuramente comodo! Nello stesso tempo, però, ho fatto in modo di essere sempre presente con i miei figli e di dedicare a loro tutto il tempo che potevo, allontanandomi il meno possibile e fissando dei paletti sui quali non sono mai stata disposta a cedere.

 

A proposito di paletti, so che sono stati una costante nella tua vita.
Sono cresciuta in una famiglia di stampo molto tradizionale, con una mamma casalinga e un papà che lavorava. Non sono mai stata una ribelle, ma fin da piccola ho sempre fissato dei paletti su quello che mi piaceva o volevo fare. Anche nel lavoro credo sia importante avere un perimetro definito su cui pianificare la propria attività: per esempio, terminare ad un orario accettabile la sera, così che si possa tornare a casa e preparare la cena, oppure andare in palestra, oppure dedicarsi del tempo per sgombrare la mente: ognuno deve avere il suo equilibrio, se non ci si organizza e si cerca di ottenerlo il rischio è di andare in burnout, cioè avere uno stress cronico causato da ritmi eccessivamente logoranti. 

 

Avere una buona organizzazione è imprescindibile, soprattutto quando si hanno quattro figli.
Dopo Ines, che ora ha 24 anni, sono arrivati Eugenie, 21, Mattias, 16, e infine Olivia, 13. Pianificare e organizzare è necessario sempre, a maggior ragione quando si vuole dare il massimo sul lavoro ed essere presenti in famiglia. Per quanto riguarda la mia esperienza, potrei dire che ho attraversato diverse fasi: quando i ragazzi erano molto piccoli, la sofferenza è stata più che altro mia come madre; poi, crescendo, avrebbero voluto la mamma, ma tutto sommato non è stato poi un grande problema perché ho avuto nella mia vita donne di grande valore, tate e au pair, che mi hanno permesso di lavorare con impegno senza sottrarre tuttavia la mia presenza nei momenti importanti; infine un'ultima fase, quella in cui si trova attualmente la mia Olivia, ove i miei figli hanno capito cosa faccio e ne sono contenti e fieri. 

 

Dopo tanti anni nella cosmetica hai deciso di cambiare decisamente settore: come mai?
Dopo aver trascorso vent’anni nel settore del beauty avevo bisogno di una boccata d’aria fresca, di scoprire cose nuove che mi spingessero anche a pensare cose nuove. Anche cambiare Paese e lasciare la Francia è stato stimolante: l’Italia mi attirava molto, mi piacciono il calore e l’accoglienza italiani, oltre al fatto che qui esistono tante piccole realtà in cui le persone contano ancora molto. Aggiungo che mio marito ha in parte origini italiane, quindi eravamo già legati al vostro Paese, che desidero vivere il più possibile. 

 

Hai raccolto la sfida ed eccoti qui.
A 45 anni ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per cambiare lavoro, anche in relazione agli impegni dei miei figli. Ho incontrato Daniele Ferrero, Presidente e Amministratore Delegato di Venchi, e non ho avuto dubbi: sono arrivata in Italia ad agosto e a settembre ho iniziato questa nuova avventura con l’obiettivo di diffondere l’eccellenza del cibo italiano all’estero: nel 2015 l'85% del nostro mercato era costituito dalI'Italia, mentre oggi l'export è cresciuto al punto da rappresentare più del 55% del fatturato. Unico problema: quando ho iniziato non conoscevo una parola d’italiano, quindi ho studiato alacremente e, anche grazie al supporto del mio team, nel giro di tre mesi ho iniziato a parlarlo. 

 

Siamo a ridosso della Pasqua: quali sono le novità delle uova di Venchi?
Abbiamo una ricetta nuova e super golosa: è Chocoviar, con cioccolato e granella di cioccolato all’interno, che rendono l’uovo estremamente croccante. E’ proposto in tre versioni: fondente 75%, cioccolato al latte e poi al pistacchio. Abbiamo poi l’uovo col cacao Montezuma, quello al lampone e nibs (cioè i semi di cacao) e poi una golosità pura: il Gran Gourmet, cioccolato al caramello foderato da mandorle nocciole un po’ salate, un’autentica delizia.

 

Il tema della sostenibilità ti è molto caro.
E’ così. Quest’anno tutti i nostri pack della Pasqua sono realizzati al 100% con plastica riciclata e tutti gli accessori sono stati pensati per essere sostenibili: i nastri non sono più in poliestere, ma in cotone, la carta è FSC, cioè certificata da foreste sostenibili, e le sorprese non sono più nelle capsule, ma in bustine: in tutto, abbiamo impiegato ben sette tonnellate di plastica in meno. 

 

Un suggerimento alle donne che vogliano fare un percorso di carriera senza rinunciare alla famiglia?
Bisogna cercare un’azienda che abbia i nostri stessi valori per non mettersi in una condizione impossibile. Per trovarla, occorre cercare di più, oppure fare più domande, comunque ci vogliono molta pazienza e una certa dose di umorismo, rimanendo però ferme sui punti importanti sui quali non vogliamo scendere a compromessi. Per me, per esempio, quello dell’agenda è sempre stato un tema cruciale e dimostra che si può avere successo mantenendo la propria personalità.

 

A parte il cioccolato, cosa non manca sulla tua tavola?
Mi sto cimentando nel polpettone, che a mio marito piace molto, ma la quiche lorraine in tutte le sue forme è un classico in famiglia e un successo garantito con bambini di tutte le età. Quanto al cioccolato, non posso fare a meno di Chocoviar 75%: con i suoi tre strati di cioccolato, oltre che buonissimo, è perfetto per qualsiasi occasione.

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