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Selfie dismorfia: quando la ricerca della bellezza perfetta diventa ansia

Il desiderio costante di un'immagine ideale, finta, creata attraverso filtri e app, può diventare un chiodo fisso e sfociare in un disturbo

Selfie dismorfia: quando la ricerca della bellezza perfetta diventa ansia  - foto 1
Istockphoto

La selfie dismorfia, o dismorfia digitale, è un disagio che fa percepire parti del proprio corpo come inadeguate o addirittura deformi.

La propria immagine digitale viene quindi ricostruita in funzione di un ideale dove, oltre alle vite scintillanti degli influencer, si esibiscono sui social network facce senza difetti. Una vera e propria ossessione per una perfezione irraggiungibile che può arrivare a comportare un disturbo nei casi più gravi e alla richiesta di ritocchini di medicina estetica per poter assomigliare sempre più all’immagine che si può ottenere con i filtri.

 

SELFIE E BELLEZZA DIGITALE: nell’era dei selfie sta ormai spopolando il crescente bisogno, quasi ossessione, da parte di Millenials e Generazione Z di ricorrere a piccoli interventi di chirurgia estetica. Si tratta di "ritocchini" spesso prematuri e ingiustificati, perché non si accettano più i piccoli difetti e inestetismi corporei spesso impercettibili e inesistenti. Sembra quasi inammissibile apparire stanchi e malmessi, perché i social impongono di essere belli sempre e comunque e di apparire al meglio di sè. Il modo migliore per proporsi è dunque esibire foto perfette ottenute con filtri che hanno la straordinaria capacità di eliminare in pochi minuti gli inestetismi della pelle e di regalare un viso luminoso, compatto, privo di imperfezioni con labbra rimpolpate e carnose, nasi più piccoli riducendo l’angoscia di non essere sempre al top. A nessuno piace mostrarsi con brufoli, pelle avvizzita, sguardo spento e magari la pelle macchiata, è ovvio: filtri e app diventano quindi indispensabili e, quando si può, si decide di ricorrere alla medicina per correggere anche il difetto più impercettibile.
 

MEDICINA ESTETICA PER RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE: se da un lato è comprensibile desiderare la migliore versione di se stessi, dall’altro questa ricerca della perfezione potrebbe sfociare in un disturbo psichiatrico in soggetti con bassa autostima. Come sottolinea la d.ssa Giulia Marin, medico estetico, socia ordinaria della Società Italiana di Medicina Estetica SIES e autrice di numerose pubblicazioni nell'ambito della medicina estetica, "il rischio è di correggere non un difetto, ma una caratteristica del viso che ci distingue, un’imperfezione che caratterizza la nostra bellezza e ci rende unici". Siamo talmente abituati a vedere le nostre foto filtrate, che l'immagine allo specchio sembra non appartenerci più. Attenzione, perché la costante esposizione di sé attraverso i social alimenta il senso di disagio e l'eccessiva preoccupazione per un difetto che inesistente o appena percepibile.

 

RICERCA OSSESSIVA DI UN'IMMAGINE "FILTRATA": un’immagine migliorata di sé è ormai l’ambizione di molti, anche meno giovani. Se una volta ci si rivolgeva al medico estetico esibendo come modello la foto di questa o quella celebrità, ora ci si porta dietro il telefono e si mostra la propria foto trasformata dai filtri. Questo disturbo è stato ribattezzato "selfie dismorfia" e colpisce in particolare gli adolescenti, che sempre più spesso vivono nel mondo virtuale, così da pretendere lo stesso risultato dei filtri con i ritocchini di medicina estetica.
 
 

GLI INTERVENTI PIÙ RICHIESTI: non a caso, gli interventi più richiesti sono quelli che più ci fanno assomigliare all’immagine che possiamo ottenere con i filtri: levigare la pelle, alzare gli zigomi, ingrandire le labbra e dando la tanto ambita forma a cuore, rimpicciolire il naso e allungare la forma degli occhi. Attenzione, però, perché "chi si prende cura di sé non può prescindere dall’essere dedito a una buona skincare e a un percorso consapevole dal proprio medico estetico per correggere gli inestetismi reali e percettibili facilmente eliminabili con trattamenti mirati e mini invasivi" aggiunge la d.ssa Marin. Fortunatamente la medicina estetica oggi promuove sempre di più un’esaltazione della propria bellezza attraverso piccole correzioni sempre più naturali e non invasive che diano un’immagine semplicemente curata e totalmente naturale. La medicina estetica ha fatto passi da gigante e l'obiettivo non è quello di apparire diversi, ma di promuovere la propria immagine nella sua versione migliore per invecchiare bene e alimentare la fiducia in noi stessi.

 

TRATTAMENTI MIRATI E MINI INVASIVI: in risposta a modelli di bellezza fuorvianti e irraggiungibili, la medicina estetica offre una serie di trattamenti mini invasivi o non invasivi, spesso ambulatoriali e che non richiedono anestesia, non causano dolore e garantiscono un’immediata ripresa della attività quotidiane. Grazie a un approccio personalizzato, questi trattamenti si avvalgono soprattutto di filler biocompatibilI e riassorbibilI come acido ialuronico e vitamine. Il risultato spesso è già visibile dopo una sola seduta con pelle più compatta, luminosa ed elastica. 

 

IL RUOLO DEL MEDICO ESTETICO: il compito del vero professionista, ricorda infine la d.ssa Marin "non è quello di accordare al paziente qualsiasi richiesta, ma di rifiutare procedure esagerate e correzioni superflue che possono dar luogo a risultati discutibili, esponendo a rischi non prevedibili e ingiustificati, e che non si ispirano a una medicina realmente migliorativa". Risultati più naturali e realistici si possono infatti ottenere con i nuovi trattamenti skincare combinati con interventi di medicina estetica all‘avanguardia. Ricordiamoci che quello che vediamo online spesso esiste solo online.

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