Vacanze

Falsi miti da spiaggia: tutto quello che c’è da sapere sotto il sole

Dall’uso corretto della crema solare ai rischi-benefici della tintarella: verità e bufale per godersi l’estate

05 Lug 2024 - 05:00
 © Istockphoto

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Che cosa dobbiamo sapere prima di esporci al sole? Tra fattori di protezione, rimedi e strategie per un’abbronzatura lampo, cose da fare e da evitare se vogliamo evitare temibili scottature, rughe a gogò o, peggio ancora, lo spauracchio del rischio-melanoma, sembra che ciascuno abbia da dire la sua. Il risultato è una grande confusione, con il rischio di tralasciare le precauzioni davvero utili e salutari a favore di prassi poco ortodosse e addirittura pericolose. Facciamo un po’ di chiarezza sui “si dice” legati al sole, al mare o in montagna, sgombrando il campo da falsi miti e da abitudini scorrette.

LA CREMA SOLARE

 È a pieno titolo la protagonista della nostra borsa da spiaggia, ma non deve mancare mai neppure nello zaino da montagna o in occasione di una scampagnata. Non è vero che impedisce alla pelle di abbronzarsi: anzi garantisce una tintarella uniforme e senza scottature. Va scelta in base al proprio tipo di carnagione: quanto più abbiamo la pelle chiara, tanto più deve essere alto il fattore di protezione indicato sulla confezione.  Tutti i cosmetici solari lo riportano sulla confezione: è indicato dalla sigla SPF (Sun Protection Factor, fattore di protezione solare), seguito da un numero: quest’ultimo esprime l’intervallo approssimativo di tempo in cui il filtro ci proteggerà dai raggi nocivi, quindi più è alto, più a lungo durerà la protezione. Ad esempio, se la nostra pelle senza alcuna protezione riesce a resistere a dieci minuti di esposizione senza arrossarsi, con una crema a fattore di protezione 10 moltiplicherà questo tempo per dieci, ossia per un totale di 100 minuti. La crema solare va applicata sulla pelle circa 30 minuti prima di esporsi al sole; quindi, l’ideale è metterla prima di scendere in spiaggia, in modo che abbia il tempo di essere assorbita completamente prima che inizi il bagno di sole: va applicata più volte nel corso della giornata, in media ogni due-tre ore, specie se sudiamo molto e se facciamo il bagno. In questo caso è bene fare la doccia per liberarsi del sale asciugarsi con cura e poi applicare di nuovo la crema, senza dimenticare alcuni punti critici, come la parte posteriore delle ginocchia, il collo del piede e i lobi delle orecchie. È sbagliato credere che la crema non serva alle persone di carnagione scura o che vada abbandonata non appena si è un po’ abbronzati: va messa sempre e devono usarla tutti.

LA CREMA DELL’ANNO SCORSO

 Se abbiamo avanzato mezzo flacone di solare dall’ultima vacanza possiamo adoperarlo ancora o è meglio sostituirlo? Anche in questo caso, le avvertenze stampigliate sulla confezione dovrebbero venirci in aiuto: se la crema è scaduta, occorre acquistarne un’altra o per lo meno tenere presente che il filtro non ci proteggerà più come prima. Se non è indicata alcuna data di scadenza, ma la crema ha un colore, un odore o una consistenza poco convincenti, meglio buttarla via e sceglierne una nuova. Se invece sembra inalterata, possiamo provare a usarla ancora, ma facendo molta attenzione ai tempi di esposizione nei primi giorni, nel caso il filtro avesse perso efficacia e dovesse tradirci.

LA VITAMINA D

 Questa vitamina, importantissima per la salute delle nostre ossa, viene sintetizzata dai raggi solari, ma questo non significa che occorra arrostire al sole per ore Intere: basta mezz’ora di bagno di sole per acquisirne il dosaggio ottimale. L’esposizione è altrettanto efficace in qualsiasi luogo, città compresa, ma occorre però che avvenga in modo quotidiano e regolare. Il fabbisogno di vitamina D infatti è quotidiano e il “rifornimento” deve essere continuo. Basta restare all’aria aperta, ad esempio per una passeggiata, indossando indumenti leggeri in modo da avere, oltre al viso, anche le braccia e le gambe scoperte. Chi ha la pelle chiara può, anzi deve, spalmarsi comunque di crema solare: i filtri non impediscono la sintesi della vitamina D, ma evitano solo le scottature.

SOTTO L’OMBRELLONE O QUANDO CI SONO LE NUVOLE

 Il riparo offerto da ombrelloni, tende o altri attrezzi “da spiaggia” non impedisce ai raggi Uv di raggiungerci e di scottarci. Per questo la crema va applicata anche se si resta all’ombra, a meno che non ci si trovi a una certa distanza dall’arenile, ad esempio in una pineta, lontani dalla luce riflessa da sabbia e acqua. Se poi sentiamo che la pelle tende ad arrossarsi e vogliamo concederle un po’ di riposo, è meglio applicare nuovamente la crema e indossare un indumento sufficiente protettivo, meglio se con le maniche lunghe, e possibilmente allontanarci dalla spiaggia. Ricordiamo che i raggi solari penetrano anche attraverso la coltre nuvolosa e, senza una protezione adeguata, ci si può scottare anche nelle giornate di cattivo tempo.

LE LAMPADE ABBRONZANTI

 Contrariamente a quanto molti pensano, il fatto di ricorrere alle lampade abbronzanti prima di partire per le vacanze non offre una protezione sufficiente a evitare dolorose scottature se, nei primi giorni di mare o di montagna, non ci si espone al sole con gradualità. Lo stesso vale per gli integratori e i cibi ricchi di beta-carotene: tutto ciò può forse aiutare, ma di sicuro non basta.

PROTEGGERE GLI OCCHI

  In presenza luce solare intensa, come accade in riva al mare, sui monti e in generale nei luoghi molto aperti e dove esiste un riverbero luminoso, è indispensabile proteggere gli occhi dai raggi Uv, che possono danneggiare la retina anche in modo grave. Un buon paio di occhiali da sole è quindi indispensabile, anche e soprattutto per i bambini, per salvaguardare la salute degli occhi ed evitare il fastidio di ritrovarsi a sera con gli occhi arrossati e lacrimanti. Prestiamo la massima attenzione, più che alla moda e all’aspetto trendy della montatura, alla qualità delle lenti e al fatto che contengano un filtro di efficacia certificata.

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