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Coppia: siamo attratti dagli opposti, ma amiamo chi ci somiglia

Nelle complesse alchimie dell’amore funzionano sia le due mezze mele sia il partner simile a noi

Istockphoto

In amore funziona meglio una coppia in cui i due partner si assomigliano e condividono orientamenti e passioni, oppure quelle in cui i compagni sono diversi e complementari come le due classiche mezze mele che insieme formano il frutto perfetto? In pratica, quale dei due proverbi ha più ragione: “Chi si somiglia si piglia” o gli “opposti si attraggono”? Come sempre, non esiste una formula di sicuro successo, da applicare a piacimento: la sfera dei sentimenti è delicata e profonda e ogni storia è un caso a sé.

Ci sono però studi scientifici che hanno analizzato questi aspetti e dai quali sono emerse indicazioni dalle quali possiamo trarre almeno qualche ispirazione.

 

LE DUE MEZZE MELE: PREGI E DIFETTI – Essere attratti da un partner del tutto diverso da come siamo noi e complementare ai nostri consueti interessi può essere un’esperienza emozionante. Con lui (o lei) potremo scoprire cose nuove, fare esperienze diverse da quelle a noi consuete e scoprire anche un nuovo approccio alla realtà e alle emozioni. La diversità ci attrae, ci stuzzica, ci incuriosisce: ma potrebbe non essere vero amore e soprattutto non costituire una base abbastanza solida per reggere alla prova del tempo. Un in uno studio di qualche tempo fa, lo psicologo britannico Glenn Wilson ha ideato un mezzo, chiamato QC, ovvero "quoziente di compatibilità" per misurare il livello di affinità tra due partner e calcolare la solidità di un rapporto a due. Osservando l’andamento delle relazioni delle coppie monitorate, è emerso che i rapporti più stabili erano quelli in cui i partner condividevano più aspetti della vita e quindi erano più somiglianti tra loro. La diversità è un potente stimolo all’attrazione, alla curiosità reciproca e anche alla passione, ma spesso ha breve durata: molte di quelle differenze che tanto ci intrigavano all’inizio finiscono per trasformarsi in incompatibilità che fanno naufragare la relazione. 

 

INNAMORARSI DI CHI CI È SIMILE – Il fatto di condividere il sistema valoriale attraverso cui leggiamo la realtà che ci circonda è un grande aiuto nella comprensione reciproca e quindi nella serenità della coppia. Il fatto di avere un modo affine di concepire la vita, nel sentire la realtà e nell’affrontare e vivere le emozioni è un terreno comune che può aiutare moltissimo la coppia nel cammino quotidiano. Il fatto di condividere interessi e passioni è dunque un’ottima premessa per una storia stabile e capace di durare nel tempo. Ma c’è di più: uno dei meccanismi inconsapevoli che ci fanno provare attrazione per una persona è il proprio il trovare elementi di similitudine tra il possibile partner e qualcuno che amiamo e ci è familiare, ad esempio la forma degli occhi o della bocca ci “ricordano” inconsciamente i tratti di uno dei nostri genitori o di una persona che ci è molto cara.  Nel 1987, un curioso studio realizzato dallo psicologo sociale americano Robert Zajonc, intitolato “Convergence in the physical appearance of spouses” (Convergenza nell’aspetto fisico dei coniugi), ha analizzato le foto di alcune coppie al momento delle nozze e dopo 30 anni di matrimonio. Lo studio sottolineava un incremento nella somiglianza tra i volti dei coniugi, spiegabile, secondo Zajonc, con l’empatia tra i due partner, portati a imitare per empatia le espressioni facciali del proprio compagno. Il fatto, ad esempio, di sorridersi spesso a vicenda potrebbe stimolare i muscoli facciali fino a produrre a lungo termine effetti durevoli sui lineamenti. Più di recente e più verosimilmente un altro studio statunitense, effettuato da P. P. Tea-makorn e Michal Kosinski ha analizzato le foto di oltre 500 coppie al momento delle nozze e in più momenti successivo, tra i 20 e i 60 di vita insieme. Le foto sono state giudicate sia da un osservatore umano, sia con gli algoritmi di riconoscimento facciale: ne è emerso che i partner tendono ad assomigliarsi fin dall’inizio in alcuni tratti somatici, più o meno evidenti. Secondo gli esperti sarebbe un espediente della natura, che ci spingerebbe a cercare un compagno con una parte del patrimonio genetico simile al nostro. 

 

ESSERE SIMILI E COMPLEMENTARI INSIEME – Le alchimie dell’amore restano comunque (per fortuna) insondabili: ogni coppia ha i propri punti di equilibrio e può funzionare a meraviglia anche quando le diversità sembrano immense, oppure sbriciolarsi proprio perché due persone troppo simili alla lunga finiscono per non sopportarsi più. Esiste allora un segreto per garantire stabilità e durata a due mezze mele o a due partner molto affini tra loro? La ricetta perfetta ovviamente non esiste: non resta che camminare insieme nel rispetto della somiglianza o della diversità reciproca, cercando di non perdere mai la curiosità nei confronti dell’altro e di ricordare anche nei momenti difficili che cosa ci ha attratti e fatti innamorare, senza aspettarsi troppo dal compagno e senza dare mai nulla per scontato. Solo così, sia la complementarità che la somiglianza possono accompagnarci per una lunga strada. 

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