FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Coppia: perché dobbiamo combattere la "sindrome della crocerossina"

In amore, vedersi indispensabili per la “salvezza” dell’altro anche a costo del proprio sacrificio è un equivoco che può causare gravi dispiaceri

Istockphoto

L’esempio è offerto da Wendy, la ragazzina della favola “Peter Pan” che si prende cura di tutti, compresa l’ombra del protagonista.

Per questo la “sindrome della crocerossina” è chiamata anche sindrome di Wendy. E’ un atteggiamento che spinge a prendersi continuamente cura degli altri a cominciare dal partner anche al di là di quanto non sia giusto e ragionevole. Anzi, chi ne è affetta, finisce per sentirsi attratta proprio da uomini fragili, almeno in apparenza, che hanno bisogno di essere “salvati”, ai quali dedicarsi anche a discapito del proprio benessere. Anche se non si tratta di un disturbo vero e proprio, può complicare notevolmente un rapporto e risultare tossico per la relazione.

WENDY, LA “CROCEROSSINA” DELLA FAVOLA – Come racconta la favola “Peter Pan” dello scrittore britannico James Matthew Barrie, Wendy è una ragazzina dolce e gentile che si trova investita del ruolo di vice mamma dei suoi fratellini più piccoli. Quest’atteggiamento materno e protettivo la spinge a prendersi cura di tutti quelli che la circondano, tra cui il giovinetto Peter Pan, al punto da raccogliere e conservare la sua ombra e da ricucirgliela amorevolmente al piede. Wendy si prenderà poi cura dei Bimbi Sperduti e passerà il suo tempo a cucire e ad accudirli invece di giocare con loro come sarebbe giusto per la sua età. E’ dunque una figura dolce e amorevole, ma iper-responsabilizzata, che si prende cura degli altri fino a sacrificare i suoi stessi bisogni e che trova in questo la sua soddisfazione.

 

ISTITNTO MATERNO SOTTO CONTROLLO – Va da sé che un atteggiamento di questo genere nei confronti di un altro adulto, che sia il partner, o un amico, o un genitore, deve restare entro certi limiti. L’abnegazione e la generosità sono sentimenti nobili ed encomiabili, ma quando si spingono troppo in là sono segnali di un rapporto non sano: spesso accanto a una Wendy dolce e protettiva si trova un immaturo Peter Pan che non vuole o non sa assumersi le sue responsabilità: peggio ancora, accanto a ragazza con la sindrome della crocerossina, a volte vive un uomo dalla spiccata personalità narcisista, pronto ad approfittare della generosità della compagna per i propri fini personali. 

 

DONNE O UOMINI? – La sindrome di Wendy colpisce più frequentemente le donne, ma gli uomini non ne sono esenti: in questo caso si parla di sindrome del crocerossino e del “salvatore” basti pensare a quegli uomini che si sacrificano all’inverosimile per proteggere compagne egocentriche e crudeli. In ogni caso si tratta di rapporti non equilibrati, basati su una dipendenza reciproca diretta o indiretta che alla lunga può risultare autodistruttiva. I rapporti di coppia in cui si crea questa dinamica, anche se latente e lontana dai livelli patologici, non hanno di solito vita facile: si basano su un vizio di fondo: “io ti salverò e tu in cambio mi dovrai amare”. Spesso, però, più uno dei partner si mostrerà accondiscendente, meno l’altro ne avrà stima e si mostrerà disposto a concedere amore. Un rapporto sano si basa invece sulla fiducia e sulla stima reciproca, in cui ciascun partner è pronto ad assumersi il proprio ruolo e fare la propria parte; in cambio vuole solo sentirsi amato e accolto per quello che è, senza alcun bisogno di essere cambiato in meglio o peggio ancora “salvato”. A parte alcune particolarissime, e per fortuna rare, situazioni, nessuno dei due accetterà il sacrificio del partner per causa propria. 

 

IL PERCHE’ – Le cause della sindrome di Wendy sono molteplici: di solito sono legate a bassa autostima e all’incapacità di riconoscere il proprio valore. La spinta a prendersi cura dell’altro, anche oltre limiti ragionevoli, è un tentativo di conquistare il suo amore e di rendersi indispensabili per ottenere la sua approvazione. Di solito si forma negli anni dell’infanzia, quando una bambina si trova iper-responsabilizzata o, al contrario, cresce in un ambiente troppo protettivo: nel primo caso la piccola Wendy si trova a trascurare le sue aspirazioni in nome di un dovere più grande, nel secondo caso tende a replicare intorno a sé lo stesso bozzolo sicuro nel quale è cresciuta. Entrambe le situazioni sono viziate e impediscono lo sviluppo armonioso e completo della personalità. 

 

COME USCIRNE – Nella vita quotidiana, di solito tutto si riduce a un atteggiamento iper protettivo di uno dei due partner e in una certa deresponsabilizzazione nell’altro, senza arrivare a deviazioni patologiche.  Se però ci siamo riconosciuti in qualcuno degli aspetti descritti sopra, non resta che correre ai ripari, se vogliamo costruire un rapporto di coppia equilibrato e responsabile, capace di durare nel tempo. Il primo passo sta nell’interrogarsi sul perché ci sentiamo spinte (o spinti) a prenderci cura del compagno in modo così compulsivo. Convinciamoci che l’amore non è necessariamente sacrificio: deve essere soprattutto felicità e benessere nello stare insieme, un luogo in cui entrambi hanno diritto a sentirsi al sicuro e al riparo da ansie e timori. Non occorre affatto annullare noi stessi per far sì che la personalità del compagno possa affermarsi: in un rapporto sano entrambi i partner riescono a trovare una giusta affermazione e un proprio spazio. Dobbiamo poi convincerci che possiamo essere amati per quello che siamo e non per quello che facciamo: basta che lasciamo lo spazio al partner perché lui possa dimostracelo. 

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali