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Nella zona rossa di Ussita tre anni dopo il terremoto: "Non si è fatto nulla, nessun rispetto per vivi e morti"

Nella zona rossa di Ussita tre anni dopo il terremoto: "Non si è fatto nulla, nessun rispetto per vivi e morti"

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Tre anni dopo quella prima scossa del 24 agosto e la successiva del 30 ottobre, cosa ne è della Valnerina, della zona dei Sibillini e di tutti quei borghi del Maceratese andati distrutti dal terremoto del Centro-Italia? "Ussita, nel Maceratese, fu rasa al suolo dal sisma e lo stato attuale del cimitero è la dimostrazione più eclatante che nulla da allora è stato fatto, o quasi". Denuncia a Tgcom24 la drammatica situazione il marchigiano Luca Craia, blogger de L'Ape Ronza, cassa di risonanza dell'Sos che arriva dai Comuni colpiti dal terremoto del Centro-Italia. Per la seconda volta, a distanza di tre anni, qualcuno, violando la zona rossa di Ussita (Macerata), gli ha inviato le foto delle tombe distrutte che, poi, ha pubblicato online. "Rispetto a tre anni fa, quanto meno, è stato dato un minimo di copertura alle salme - racconta Craia a Tgcom24, - ma troppo a lungo sono rimaste esposte a intemperie e cinghiali e i fondi stanziati sono spariti, come i sindaci eletti. Così la condizione in cui riversa il cimitero dimostra che da parte delle istituzioni non c'è rispetto né per i vivi né per i morti, né per la memoria storica di queste comunità che vivevano di turismo e che sono state piegate dalla forza della natura". "Con le foto dal cimitero di Ussita, simbolo della non ricostruzione, - spiega - chiediamo che sia data degna sepoltura ai nostri morti, considerando che la situazione è simile anche a Visso, a Castel Sant'Angelo...". Ma non basta: "I centri storici - conclude - sono sprangati ovunque da tre anni e tutti gli sforzi della gente per tentare di ripartire a livello turistico ed economico sono insufficienti finché non vengono supportati da Roma"

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