FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Raffaele Sollecito:"Uscirò di qui"

"La fede mi ha aiutato, Rudy colpevole"

Sogna di tornare alla vita normale, dice di essere innocente, prende le difese di Amanda, "siamo insieme nello stesso incubo" e pensa a un futuro fuori dal carcere.

Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercher, si confessa in una intervista con il "Messaggero" attraverso il suo avvocato Luca Maori. Chi ha ucciso? "Non lo so. Ma i miei avvocati hanno dimostrato che è stato Rudy".

"Non capivo cosa stesse accadendo e anche ora mi sembra impossibile e non riesco a capire perché sono stato condannato". Quello che ha pesato di più nella sua condanna? "Il battage mediatico, probabilmente. Ma voglio leggere la sentenza per capirlo".

Raffaele non crede che Amanda possa essere stata capace di uccidere. "Non oso neanche pensare a una cosa del genere. E' assurdo e improponibile, lei è una ragazza dolcissima". E spiega che quel particolare dell'acquisto della bianchiera intima "per una notte di fuoco" dopo il delitto è dovuto soltanto a un equivoco. "Siamo andati a comprare biancheria intima perché Amanda aveva tutto sotto sequestro. Tutto quello che è stato detto è sbagliato, la mia era solo una battuta. Certo, rivolta alla biancheria e ad Amanda, ma solo una battuta". Non è più innamorato di Amanda, ma "le sono molto vicino perché la considero la mia compagna di sventura".

Sollecito non ha idea di chi possa essere il colpevole, anche se precisa: "I miei avvocati hanno detto che l'unico colpevole è Rudy Guede e lo hanno dimostrato in aula". Ringrazia la sua famiglia, che gli è sempre stata vicina. "Senza di loro sarei già morto. Loro hanno pagato per avermi creduto, mia sorella ha perso il posto per avere il mio stesso cognome, mio padre è finito sotto accusa". Ad aiutarlo ad andare avanti è anche la fede: "Se non l'avessi avuta, l'avrei già fatta finita. Prego Dio in ogni momento attraverso le preghiere di padre Pio. Sono sempre stato vicino alla fede, non è una rivelazione di questi mesi terribili, è qualcosa che ho sempre avuto dentro". E pensa a un futuro fuori dal carcere. "Penso soprattutto a studiare e a prendere una specializzazione post-laurea. Spero solo di poter farmi dimenticare prima possibile, vorrei tornare nell'anonimato prima possibile come prima, voglio una vita normale di un ragazzo di venticinque anni. Vorrei non essere riconosciuto quando uscirò dal carcere".