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Salvato il soldato Giusy

Eʼ bassa, ma ora si può arruolare

Per via della sua altezza, che non raggiunge il metro e 61, non poteva seguire il suo sogno: intraprendere la carriera militare come il padre, il sottotenente Giovanni Pezzulo, ucciso il 13 febbraio 2008 in Afghanistan.

Ma ora Giusy può diventare soldato: è entrata in vigore una legge, nata in seguito al suo caso, che fa scendere a 150 centimetri il limite di altezza per l'arruolamento dei congiunti delle vittime delle missioni di pace.

Quella di Giusy, 19 anni, era una storia che aveva commosso l'Italia: ai funerali del padre, crivellato di colpi durante una missione per distribuire aiuti nella valle di Uzeebin, a 60 chilometri da Kabul, l'aveva salutato così: "Ciao mio eroe, continuerò il tuo lavoro; io vivo in te". Ma il desiderio della ragazza si era scontrato con la legge (l'articolo 6 del decreto legislativo 82 del 2001), che impone precisi limiti di altezza per gli aspiranti soldati figli di vittime del dovere. E la giovane non era alta abbastanza.

Il caso di Giusy è stato però preso a cuore sia dalle Forze armate sia dal Parlamento. Al Senato è stato presentato un disegno di legge bipartisan, sottoscritto anche dall'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che modifica i parametri richiesti per l'arruolamento dei congiunti delle vittime delle missioni di pace (finora 165 centimetri per gli uomini e 161 per le donne), proprio per venire incontro al desiderio della figlia di Pezzulo.

E' un testo, spiegavano i sottoscrittori del ddl (primo firmatario il presidente della commisione Difesa del Senato, Gianpiero Cantoni), che "onora la memoria ed il sacrificio di quanti hanno perso la vita servendo la Patria"; tra l'altro il nuovo limite di altezza "non arreca alcun pregiudizio alla funzionalità dello strumento militare in termini di idoneità all'impiego del singolo, come può ricavarsi agevolmente dal fatto che analogo limite è già previsto per i militari di leva".

Il provvedimento, un solo articolo, è stato rapidamente approvato e la legge, promulgata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale per la felicità di Giusy.