Mez, Sollecito:"Testimoni pilotati"
"Cʼè un complotto contro di me"
Raffaele Sollecito, in carcere per il delitto dell'americana Meredith Kercher, si proclama ancora una volta innocente e lo fa scrivendo una lettera indirizzata idealmente agli amici del suo paese nel Barese.
Il giovane pensa che ci possa essere contro di lui un complotto, una regia occulta per depistare le indagini. I testimoni - denuncia - "sono inaffidabili, pagati o pilotati da qualcuno".
"Nella mia vita - scrive in una lettera del 28 novembre, la prima da quando è stato rinviato a giudizio - non avrei mai pensato che ci potessero essere delle persone capaci di testimoniare il falso in un aula di tribunale". I testimoni che depongono contro di lui, riporta la Stampa, lo fanno per "notorietà, per soldi o, peggio perché pilotati da qualcuno".
Agli amici di Giovinazzo racconta la vita in cella: "Leggo, studio, scrivo, dipingo, gioco a calcetto". Ma non c'è svago che gli possa dare pace. L'unico conforto è la fede. "In questa situazione da incubo come questa ti sembra di arrancare nel buio pesto e l'unica luce che ti dà la speranza di andare avanti è la tua coscienza che cerca l'aiuto di Dio".