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Rischio blackout,razionamento acqua

Emergenza idrica,lo chiede task force

L'emergenza siccità rischia di mettere l'Italia in difficoltà nei prossimi mesi sul fronte di un blackout elettrico.

I tecnici della task force organizzata dal Ministero per lo sviluppo economico, sarebbero orientati a chiedere al Governo lo stato di crisi prevedendo anche il contingentamento, ma non per gli usi domestici, delle risorse idriche nei prossimi mesi. Pesa, soprattutto, la previsione di un'estate afosa.

Già da mesi il gruppo ministeriale - cui partecipano i principali attori del sistema elettrico, da Terna ai produttori - sta monitorando la situazione. Alla base dei timori c'è la siccità che rischia non solo di impattare sulla produzione idroelettrica ma anche sul funzionamento di molte centrali che potrebbero trovarsi - come già accaduto in passato - alle prese con la mancanza di acque di raffreddamento delle turbine per i bassi livelli idrici dei fiumi.

A cominciare dal Po che, secondo gli ultimi dati, ha visto il proprio livello scendere di 80 centimetri in una settimana ed il Garda ai minimi storici di invasamento. A fronte di una potenza disponibile in estate intorno ai 57 mila MW di energia elettrica, la prevedibile disponibilità idrica (-20% rispetto all'anno scorso tra bacini idroelettrici, laghi e neve), potrebbe causare il venir meno circa 8 mila MW  di offerta. Il sistema paese si ritroverebbe così con una disponibilità di elettricità intorno ai 49 mila MW, ben sotto i livelli di punta che negli ultimi anni si registrano nei giorni di afa tra giugno e luglio (l'anno scorso si è arrivati a superare i 55 mila MW).

Una situazione di rischio-emergenza che ha spinto il Ministero a correre ai ripari chiamando a raccolta i principali attori del sistema. Prima tra tutti Terna, la società che gestisce i flussi di energia nel paese. Ma anche le Autorità di bacino, l'Authority per l'Energia nonchè le Regioni interessate, fino ad arrivare alla Protezione Civile. Sul tavolo - questo il nome del dossier - c'è "Attività e azioni contro il rischio elettrico".

Tra gli interventi del piano anti crisi ci sarebbero: un intervento sull'import per scongiurare la stagionale riduzione di 2 mila MW; una riprogrammazione della produzione idroelettrica (per mille MW di disponibilità aggiuntiva in estate) nonchè di quella turbogas di alcune centrali, da Turbigo a Le Casella, da Ostiglia a Chivasso, per circa 6.000 MW. Si potrebbe così potenziare l'offerta con una disponibilità di oltre 8.000 megawatt in grado cioè di compensare il rischio di una carenza di pari potenza di offerta, legata alla carenza idrica.