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Calabresi beato?Nulla osta di Ruini

Al via raccolta di testimonianze

Il cardinal Camillo Ruini ha concesso il suo nulla osta per l'avvio della fase preliminare della causa di beatificazione di Luigi Calabresi, il commissario di polizia assassinato nel 1972.

Il materiale raccolto sarà poi sottoposto al cardinal Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, competente dal momento che Calabresi, pur essendo romano, morì a Milano, la città dove prestava servizio.

Non è ancora stata fatta una formale richiesta di canonizzazione", spiega padre Innocenti, all'epoca confessore di Calabresi, impegnato come lui nel movimento romano "Oasi". "Gli animi sono ancora divisi e ciò potrebbe dar luogo a polemiche che avrebbero un influsso negativo sull'andamento del processo".

"Testimone del Vangelo"
Per questi motivi in questa fase ci si limita a raccogliere il materiale sul commissario Calabresi, "attestazioni di sacerdoti, prelati e altri che ne esaltano le virtù cristiane". Il sacerdote rivela che c'è anche un telegramma di Giovanni Paolo II che esalta Calabresi come testimone del Vangelo e eroico difensore del bene comune".

Tra le testimonianze verrà presa in considerazione anche quella di Enzo Tortora, il presentatore e giornalista che fu a sua volta vittima di un linciaggio morale e che aveva conosciuto bene Calabresi, quando come cronista frequentava la Questura di Milano.

Un linciaggio mediatico
"Non odio i miei nemici, provo angoscia per loro, non odio", gli aveva confidato il commissario nel momento per lui più difficile, quando la stampa di sinistra aveva iniziato un linciaggio mediatico senza precedenti, dichiarandolo colpevole senza processo e senza appello per la morte dell'anarchico Pinelli. "Calabresi - ha scritto Tortora nel documento pubblicato da "Avvenire" - credeva in Dio fermamente". Per il prefetto di Roma Achille Serra Calabresi fu un modello da seguire, come scrive nel suo "Il poliziotto senza pistola", dove spiega come abbia appreso da Calabresi come fare l'agente senza violenza.