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Potenza, Vittorio Emanuele in cella

I legali ne chiedono la scarcerazione

Vittorio Emanuele di Savoia si trova nel carcere di Potenza.

Il principe è stato arrestato venerdì a Varenna, sul lago di Como, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione. L'automobile su cui viaggiava ha varcato il cancello del carcere con i finestrini "oscurati" da fogli di giornale. I suoi legali ne hanno già chiesto la scarcerazione.

Prima e dopo alla spicciolata sono arrivate al carcere anche le volanti con gli altri arrestati. L'inchiesta della Procura e' condotta dal pm Henry John Woodcock. L'ordinanza di custodia cautelare per 13 persone, di cui 7 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, è stata firmata dal gip Alberto Iannuzzi. 

Indagato l'ex premier bulgaro
Si allarga l'inchiesta di Potenza. A sorpresa i pm hanno iscritto nel registro degli indagati anche l'ex premier di Bulgaria, cugino di Vittorio Emanuele, indagato per corruzione. Secondo i magistrati Simeone di Bulgaria sarebbe coinvolto in una vicenda di tangenti che ruota attorno ad una vendita immobiliare da 100 milioni di euro: l'accusa nei confronti dei due cugini, e dell' imprenditore Pierpaolo Cerani, è quella di istigazione alla corruzione di membri di Stati esteri.

L'uomo politico e di governo bulgaro si fece dare e promettere denaro e altro da Cerani e Vittorio Emanuele per garantire a questi ultimi l' affidamento di commesse nei settori ospedaliero e della telefonia da realizzare in Bulgaria. Cerani promise  la sua intermediazione per la cessione di un palazzo (del valore di 100 milioni di euro) di proprieta' del cugino di Vittorio Emanuele di Savoia, pur di avere in cambio le commesse nel campo della telefonia bulgara.

Interrogatorio di garanzia fissato per martedì
Il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, ha fissato per martedì prossimo l'interrogatorio di garanzia di Vittorio Emanuele di Savoia. Sulla possibilità di un trasferimento in clinica del principe, il magistrato ha confermato il buono stato di salute di Vittorio Emanuele, considerato "riferimento importante" dell'inchiesta, ma anche sottolineato che "ove mai si ravvisassero emergenze sanitarie, se ne prenderebbe atto".

Le accuse della sorella del principe
"Non mi aspettavo tantto, ma era prevedibile che sarebbe successo qualcosa perché‚ frequentava gentaglia, la feccia". Lo dice la sorella del principe, Maria Gabriella di Savoia in un'intervista a "La Stampa". "E' una vergogna che Vittorio Emanuele con la complicità di sua moglie, di suo figlio Emanuele Filiberto, stia distruggendo tutto quello che mio padre ha fatto in trentasette anni di esilio. Mi hanno insospettito - spiega Maria Gabriella - anche le strane associazioni di beneficenza di mio fratello, di suo figlio, perché‚ c'erano sempre in quei comitati dei mascalzoni, delle persone poco limpide. Oggi è scoppiato il bubbone". Vittorio Emanuele di Savoia "mi fa pena - continua la sorella - ma è un credulone e il figlio è un arrivista, la moglie Marina è interessata al denaro, non le basta mai". Vittorio "si fa usare ed è lei che decide tutto".