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Silvestro, folla ai funerali

Lʼultimo saluto a 7 anni dallʼomicidio

Quasi 2mila persone hanno assistito alla messa celebrata dal parroco don Giovanni Montano e da sei sacerdoti, tra i quali Don Fortunato di Noto, in suffragio del piccolo Silvestro Delle Cave, ucciso sette anni fa.

Silvestro, scomparso l' 8 novembre 1997 mentre andava a scuola a Cicciano, non è stato dimenticato. In tanti hanno voluto essere presenti all'ultimo saluto nella piazza di Roccarainola, un ex borgo agricolo a 45 km da Napoli.

C'erano le associazioni religiose e mariane, che sono entrate in piazza sollevando in alto i propri stendardi, le scuole, i circoli culturali, le suore. Tanta gente assorta e composta davanti alla bara bianca collocata davanti alla chiesa. L' amministrazione comunale ha indetto il lutto cittadino e ha invitato in un manifesto a rendere omaggio a Silvestro "scegliendo garofani bianchi". E i bambini della scuola elementare hanno alzato in alto tutti insieme i garofani bianchi quando è arrivata la bara bianca di Silvestro. La precedevano una banda musicale, composta anch' essa di ragazzi, e i gonfaloni di una quindicina di Comuni. C'era tutto il comprensorio nolano, con i sindaci, i consiglieri comunali. Tre quindicenni reggevano un cartello. C' e'rascritto, "gli amici della 4a B' e c' era la foto della classe di Silvestro della Cave. I bambini dell' Istituto "Morelli e Silvati" hanno dispiegato uno striscione, "Ricordando Silvestro" . A dare il via al rito funebre una ragazza che ha cantato l'Ave Maria di Schubert, le campane hanno suonato i rintocchi a morto e i commercianti hanno abbassato le saracinesche. Grande è stata la commozione di una comunità che si è ritrovata compatta e coesa nel dolore. I genitori di Silvestro siedevano in prima fila. Vigili e protezione civile hanno protetto la madre Rosaria dai giornalisti. Per tutta la durata della cerimonia funebre è stata tra le pochissime persone a riuscire a non piangere. Aveva lo sguardo reso duro dal dolore. Nei giorni scorsi ha continuato a chiedere giustizia. "Devono pagare tutti". Ha pianto, invece, senza riuscire a trattenersi una sorella accanto a lei. Don Giovanni Montano, parroco della chiesa da quattro anni che non ha conosciuto Silvestro, nell'omelia ha detto: "Siamo qui per accogliere nelle nostre mani il sangue innocente, deporlo su un altare e, unendolo al sangue di Cristo, non implorare vendetta, ma soltanto misericordia". Alla fine della Messa ha parlato Don Fortunato Di Noto che è stato applaudito dalla folla. "Non abbiamo mai dimenticato Silvestro. Per noi, in questi anni lui ha parlato sempre. La Regione Sicilia ha istituito una giornata della memoria per i bambini vittime della violenza la prima domenica di maggio e noi lo ricorderemo anche domani. Ma se ci sono bambini corrotti è perché c' è il grande corruttore, che è la nostra indifferenza". I bambini delle elementari hanno letto brevi pensieri dedicati a Silvestro. Si trattava di testi scritti da adulti, ma la partecipazione emotiva è stata forte. Il sindaco di Roccarainola Antonio Miele ha chiesto alla Regione Campania una legge a protezione dei bambini. Poi i garofani bianchi sono stati deposti a terra uno ad uno ai piedi della bara di Silvestro, che lentamente è stata portata verso il cimitero. Silvestro Delle Cave ha avuto finalmente i suoi funerali. L' incertezza dei genitori, la madre soprattutto, che ancora sperava per quel corpo mai ritrovato, è finita. Adesso Silvestro ha una tomba e l' amministrazione comunale gli ha fatto erigere un piccolo monumento. Quello che non è ancora certo è che abbia avuto giustizia. "L' avimm' appicciato" ("Lo abbiamo bruciato"), disse uno dei suoi aguzzini in una telefonata intercettata dai carabinieri. Ma non era vero. Condannato per la sua morte resta in carcere, semi-inebetito, Pio Crocchia. Il genero, Andrea Allocca, suo complice, è morto un mese dopo l' arresto. Un altro genero dell'anziano agricoltore, Gregorio Sommese, accusato finora solo di occultamento di cadavere sta per uscire per fine pena. "Un cadavere nascosto per sette anni e mezzo? Ma come è possibile ? - ha chiesto Don Fortunato Di Noto ai giornalisti - potrebbero esserci altri complici. Una mente perversa e sofisticata. Il pedofilo è un raffinato, che a volte si prende gioco degli investigatori".