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Ciancimino jr fermato dalla polizia

Eʼ accusato di calunnie a De Gennaro

Ansa

L'imprenditore Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, Vito, è stato fermato dalla Dia a Bologna su ordine della Dda di Palermo per la vicenda delle calunnie all'ex capo della polizia, Gianni de Gennaro.

Ciancimino è testimone in diverse inchieste di mafia, tra le quali quella sulla presunta trattativa tra Cosa nostra e lo Stato.

Ciancimino Jr è indagato a Caltanissetta per aver calunniato l'ex capo della polizia, ma ha prodotto anche alla procura palermitana documenti tra i quali uno, che sarebbe stato "manomesso", nel quale c'è il nome del direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza.

Il documento è una fotocopia di un foglio redatto da Vito Ciancimino, padre di Massimo, con un elenco di nomi di personaggi delle istituzioni che avrebbero avuto un ruolo nella cosiddetta "trattativa". Da una perizia ordinata dalla Dda e consegnata ai magistrati che conducono l'inchiesta, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i sostituti Nino Di Matteo e Paolo Guido, si evincerebbe che il nome di De Gennaro sarebbe stato scritto in epoca successiva alla redazione del manoscritto.

Il documento, inoltre, sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ciancimino durante gli interrogatori resi alla procura di Palermo.

A luglio 2010, Massimo Ciancimino consegnò ai magistrati palermitani un documento del padre, che risalirebbe ai primi anni '90, con 12 nomi di investigatori e politici, come l'ex ministro Franco Restivo, l'ex questore Arnaldo La Barbera, il funzionario del Sisde Bruno Contrada, il generale dell'Arma Delfino e il funzionario dell'Aisi Lorenzo Narracci. Nella lista c'era anche un tale Gross e, accanto, le iniziali "F/C", che, a detta del figlio dell'ex sindaco, avrebbero indicato i due nomi con cui lo 007 era noto: Franco e Carlo. Una freccia collegava poi Gross a un altro cognome: "De Gennaro". Sarebbe proprio questo il documento contraffatto che ha portato al fermo del testimone.

Dopo l' uscita delle prime notizie delle rivelazioni di Ciancimino in cui era citato De Gennaro l'ex capo della polizia annunciò che lo avrebbe denunciato per calunnia.

Fermato mentre andava in vacanza in Francia
Massimo Ciancimino è stato fermato dalla Dia mentre era in auto in autostrada all'altezza di Bologna, coi familiari, diretto in Francia per trascorrere le vacanze pasquali.

Ciancimino: "Sereno, non capisco pericolo di fuga"

"Sono sereno e certo di poter chiarire tutto domani nel corso di un interrogatorio" ha detto Massimo Ciancimino che è stato condotto in questura a Bologna. "Mi si contesta - aggiunge - la falsificazione di un documento sugli oltre 250 consegnati ai magistrati. Ho sempre detto di non conoscere l'origine del materiale che fornivo alle procure. Non comprendo però il fatto che mi venga contestato il pericolo di fuga visto che ho sempre collaborato e nei prossimi giorni sarei tornato a Palermo per essere sentito dai magistrati".

Mentre per i magistrati di Palermo il provvedimento di fermo per Massimo Ciancimino sussiste per "la sua disponibilità di dimore all'estero oltre che di ingenti mezzi finanziari tali da consentirgli in brevissimo tempo, ove messo a conoscenza degli elementi acquisiti a suo carico, di darsi alla fuga".

Sms mandati anche dopo il fermo
Anche dopo il fermo Massimo Ciancimino ha continuato a rispondere al cellulare mandando anche sms, come al blogger di "Impresa Palermo", raccontando le sue impressioni e il suo stato d'animo. I giornalisti che hanno tentato di chiamarlo sono rimasti stupiti che lui abbia risposto dando alcune battute e confermando l'avvenuto fermo.

"Paura a fare il nome di Di Gennaro"
Al blog Ciancimino scrive: "Ho paura di dovere dare ragione a mio padre sul fatto di potere combattere un sistema troppo grande. Mi diceva che ero un povero illuso, parlare non conviene. Se avessi taciuto su tutto, oggi non mi troverei in queste condizioni. Non conosco De Gennaro, non avrei nessun interesse a calunniarlo. Dovevo ascoltare i consigli di mio padre. Oggi saranno in tanti a gioire. Ho sempre letto i commenti cattivi su di me e nei blog".

Già in un interrogatorio del 12 luglio 2010 Massimo Ciancimino esprimeva ai magistrati palermitani i suoi timori di essere considerato un mitomane se avesse fatto il nome di Gianni De Gennaro. Lo si legge nel verbale depositato ieri agli atti del processo che vede imputati il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu per la mancata cattura di Bernardo Provenzano.