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Escort, guerra alla procura di Bari
Laudati: "Smentite falsità e calunnie"

Il procuratore è stato accusato dal suo pm Scelsi: vuole affossare lʼinchiesta

LaPresse

Sempre più duro lo scontro tra il procuratore di Bari, Antonio Laudati, e il pm Giuseppe Scelsi, nato dalla gestione dell'inchiesta escort che vede imputato l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.

Scelsi accusa il suo procuratore di presunti ritardi, omissioni e depistaggi. Laudati è stato, per questo motivo, indagato dal Csm per abuso d'ufficio, favoreggiamento personale e tentativo di violenza privata e si è difeso davanti al Consiglio.

Laudati: smentite falsità e calunnie
"Per quello che mi riguarda posso solo tirare un enorme sospiro di sollievo: finalmente sono riuscito, in una sede istituzionale (e non su un palcoscenico mediatico), a ricostruire la verità dei fatti smentendo una serie di falsità e di calunnie che sono state costruite sul mio conto e diffuse a mezzo stampa". Queste le parole pronunciate da Antonio Laudati davanti al Csm in merito alle accuse rivoltegli dall'ex pm di Bari Giuseppe Scelsi, secondo il quale avrebbe ritardato l'inchiesta sul giro di escort portate a palazzo Grazioli da Gianpaolo Tarantini.

L'audizione davanti alla stessa Commissione è durata circa quattro ore. Laudati si è difeso contro le accuse mossegli, senza prennunciare sue possibili dimissioni, anche se nei giorni scorsi ai giornali aveva detto: "Pur essendo assolutamente tranquillo per tutto quel che riguarda ogni singolo mio comportamento, ritengo che un Procuratore se indagato non possa continuare a svolgere il suo ruolo con la serenità e il dovuto prestigio che deve caratterizzare la sua funzione". Al termine dell'audizione il procuratore ha detto di essere "tranquillo e soddisfatto".

Laudati denuncerà per calunnia Scelsi e col. Gdf Paglino
Antonio Laudati ha anche annunciato che denuncerà per calunnia il magistrato barese Giuseppe Scelsi e il colonnello della Guardia di Finanza, Salvatore Paglino. Quest'ultimo, dal nucleo di polizia tributaria di Bari coordinava le indagini su Gianpaolo Tarantini e il giro di escort a palazzo Grazioli.

A Paglino Laudati contesta il resoconto che il colonnello fece di una riunione tenuta dal procuratore il 26 giugno 2009 negli uffici della legione allievi della guardia di finanza a Bari per discutere dell'inchiesta escort. Paglino scrive che Laudati aprì la riunione premettendo che le indagini di Bari avevano "creato preoccupazione" nelle istituzioni e che la sua presenza a Bari era stata "voluta dallo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano, al quale egli stesso aveva garantito una soluzione". Secondo Paglino, tra l'altro Laudati manifestò l'intenzione di definire una "strategia per preservare la riservatezza" delle indagini attraverso la creazione di "una struttura di riferimento" per tutte le informazioni "potenzialmente influenti sul profilo istituzionale delle persone coinvolte" che andavano comunicate al procuratore. Infine, secondo l'ufficiale, Laudati parlò di "un periodo di congelamento della parte di indagine riferita alle escort fino alla data del suo insediamento ufficiale alla procura di Bari".

Sul modo in cui è stato gestito il fascicolo escort, a palazzo di giustizia il clima resta quello dei veleni: il sospetto, tutto da provare, è che Laudati non solo abbia cercato di rallentare le indagini sulle escort, ma che abbia anche tentato di esplorare l'esistenza di un complotto ai danni di Berlusconi e che, almeno inizialmente, non abbia creduto all'ipotesi che potesse essere contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione.