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Barbie sulla sedia a rotelle, è la campagna shock di una associazione sulla disabilità

Firenze, nei manifesti il simbolo della perfezione è paraplegica ed è accompagnata dallo slogan: tutti lo possiamo diventare. Disabili, non diversi. Yes, I Care

Dal Web

"Tutti possiamo diventare disabili".

E' lo slogan della campagna shock di "I Care", un'associazione di volontariato di Fucecchio (Firenze). Quattro sequenze in un megacartellone, 4 pose dove una barbie tennista e una ballerina, prima si fanno pettinare mentre pronunciano la frase: "Un giorno della mia vita. Yes I Care"; e dopo, sopra una sedia rotelle, appaiono con la scritta "tutti possiamo diventare disabili". Frase, che sta facendo abbastanza discutere.

Lo slogan prosegue poi con: "Ognuno di noi può aiutare. Disabili, non diversi. Yes I Care". 

E' in questo modo, forse un po' forte, che "I Care" ha deciso di agire. Sensibilizzare, sì, ma prima colpire l'attenzione del cittadino che troppo spesso, preso dal tran tran quotidiano, diventa, senza volerlo, schivo e indifferente ai problemi sociali. "Vogliamo far riflettere le persone e ricordare loro che 'disabile' è solo una parola - ha spiegato il presidente della Fondazione, Lorenzo Calucci -. Abbiamo scelto un'icona della perfezione per attirare l'attenzione".

In città i pareri crescono e si fanno discordanti. Alcuni pensano che sia l'unico modo per attirare l'attenzione e far pensare; altri, invece, non sono d'accordo. In ogni modo l'intento della Fondazione è stato centrato: aprire una discussione che diventi, magari, anche costruttiva.

La Barbie sulla sedia a rotelle, in realtà, è la sua amica Becky ed è stata prodotta dalla Mattel nel 1997. Anche lei biondissima e con i lineamenti perfetti come la celebre bambola, ma paraplegica.