Sequestro: Paparesta racconta tutto

Dell'aggressione subita al Granillo per aver contastato i piani di Moggi nel referto arbitrale non c'è traccia. Così come in quello dell'osservatore dell'Aia Pietro Ingargiola, intercettato dai carabinieri mentre commenta con Lanese quanto accaduto. Proprio questa circostanza, secondo quanto si e' appreso, e' stato uno dei passaggi centrali della deposizione dello stesso Paparesta e dei due assistenti, anche loro ascoltati come persone informate sui fatti, Cristiano Copelli e Aniello Di Mauro. I carabinieri avrebbero verificato che di quell'episodio del Granillo non vi e' traccia documentale.

Paparesta non è indagato, e avrebbe fornito ai carabinieri ulteriori spunti di indagine, confermando la vicenda accaduta al Granillo nel novembre del 2004. Per quella vicenda il direttore generale della Juventus Luciano Moggi e l'amministratore delegato Antonio Giraudo sono indagati anche per concorso in sequestro di persona nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Napoli. I due dirigenti, secondo l'accusa, avrebbero chiuso a chiave negli spogliatoi l'arbitro Paparesta ed i suoi collaboratori Copelli e Di Mauro. Un comportamento che sarebbe scaturito dal fatto che la terna arbitrale non avrebbe assicurato "un esito della gara favorevole alla Juventus". Ma la deposizione fiume del fischietto di Bari, oltre a chiarire l'episodio, potrebbe allargare anche gli orizzonti dell'inchiesta partenopea e incentrare l'attenzione su altre partite riconducibili al sistema Moggi. Proprio i due "nemici" domenica sono destinati a incrociarsi: il dg è al seguito della Juventus nella partita contro la Reggina, l'arbitro è stato designato come quarto uomo.