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Il governo stanzia 1,5 miliardi per il super farmaco che cura l'epatite C

Grazie allʼemendamento alla legge di stabilità garantito accesso al medicinale che costa 40mila euro a ciclo. A beneficiarne per ora i pazienti più gravi

fegato, epatite, cirrosi epatica
-afp

Il Sofosbuvir, il farmaco capace di eliminare dai pazienti il virus dell'epatite C, è stato autorizzato in Italia. Il farmaco cura completamente la malattia che colpisce circa 1,5 milioni di italiani. E grazie a un emendamento alla legge di stabilità il governo ha stanziato 1,5 miliardi per un fondo che garantirà l'accesso alla cura. Ogni ciclo di Sofosbuvir costa circa 40mila euro.

Lo stanziamento di 1,5 miliardi (750 milioni per due anni) in arrivo dunque con la legge di Stabilità sarebbe recuperato dal Fondo Sanitario Nazionale, contabilizzando anche i risparmi ottenuti grazie alla eliminazione della malattia. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha incontrato in Senato il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, proprio per concordare l'emendamento in questione, a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che autorizza in Italia il Sofosbuvir, il "superfarmaco" capace di eliminare il virus

Via al piano per eliminare l'epatite C - Con i fondi previsti potrà cosi' partire il piano nazionale di eradicazione dell'epatite C. La determina dell'Aifa che autorizza la rimborsabilità della nuovo farmaco, spiega l'azienda produttrice Gilead, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Il farmaco, oggetto di una lunga trattativa sul prezzo tra l'Aifa e l'azienda, cura completamente la malattia. In attesa che vengano stanziati i fondi aggiuntivi necessari per un uso più ampio, al momento la terapia verrà data ai pazienti più gravi.

"L'introduzione di Sofosbuvir nel nostro Paese rappresenta un enorme passo avanti; tra l'altro, sono in via di sviluppo altri nuovi farmaci antivirali che, combinati con Sofosbuvir, permetteranno di adattare individualmente i regimi terapeutici a una vasta gamma di pazienti", spiega Mario Rizzetto, Docente di Gastroenterologia presso l'Università di Torino.

Mancano fondi per accesso universale - Nell'attesa delle risorse aggiuntive necessarie a garantire un accesso universale alla terapia, "l'Agenzia Italiana del Farmaco - conclude l'esperto - ha indicato i criteri di priorità di assegnazione della cura per i pazienti con patologia più grave".