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Manovra, la Camera conferma la fiducia al governo: 315 sì, 142 no e 5 astenuti

Lʼok senza Mdp e Udc. Il voto finale sul provvedimento correttivo si terrà giovedì mattina a Montecitorio. Poi la parola passa al Senato

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lapresse

La Camera ha confermato la fiducia al governo sulla Manovra economica con 315 voti a favore, 142 contrari e cinque astenuti.

Il via libera è arrivato senza il sì di Mdp e Udc. Giovedì mattina si terrà il voto finale sul provvedimento, al termine dell'esame e del voto degli ordini del giorno da parte dell'assemblea. Poi il testo sarà trasmesso al Senato.

La rottura con Mdp - I mal di pancia sul testo si sono inevitabilmente incrociati con la partita della futura legge elettorale e in commissione Bilancio si è avuta la rappresentazione plastica delle tensioni all'interno della maggioranza e dello stesso Pd. Con il bracco di ferro sui voucher che ha portato Articolo 1-Mdp a non votare la fiducia accusando Matteo Renzi di voler creare "l'incidente" e con la "speranza" che al Senato ci possa essere un ripensamento visto che la pattuglia di Mdp può fare la differenza in assenza di altre strade.

Occhi puntati sul Senato - Se anche al Senato Mdp e Udc non partecipassero al voto di fiducia, come hanno fatto alla Camera (i bersaniani hanno fatto mancare 35 voti e quattro i centristi, cui si sommano i tre assenti di Ap, i due di Ci ed i 12 del Pd), il governo Gentiloni perderebbe voti ma potrebbe comunque riuscire ad andare avanti in quanto i senatori che non entrano in Aula a votare abbassano il quorum. Diversa sarebbe, invece, la situazione ove quegli stessi gruppi decidessero di astenersi formalmente: in base al regolamento di Palazzo Madama, infatti, in Senato l'astensione vale come voto contrario.

I vari scenari possibili - Al netto della ipotetica assenza dei 15 senatori di Mdp e dei quattro dell'Udc, i voti sicuri per il governo a Palazzo Madama si attesterebbero intorno ai 155, meno della maggioranza assoluta, senza assenze, che ammonta a 161 voti. Se Mdp e Udc si astenessero formalmente, l'opposizione arriverebbe più o meno allo stessa quota 155 voti. In particolare, il governo avrebbe il voto dei 99 senatori del Pd, 25 di Ncd e 18 di Autonomie, cui si sommano i "Cespugli" del gruppo misto. L'opposizione conta sui 16 senatori di Ala, 10 della Federazione dei liberali, 42 di Fi, 14 sui 17 senatori di Gal, 12 della Lega, 35 di M5S e 8 di Si.