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Frequenze tv, Passera: "Stop a beauty contest"
Mediaset: "E' una sospensione della legalità"

Il ministro ferma per almeno 90 giorni lʼasta per la tv digitale. Immediata la reazione del colosso di Segrate: "Dove finisce la certezza del diritto?"

LaPresse

"La procedura di assegnazione delle frequenze" è stata sospesa per 90 giorni "per avere il tempo di definirne la destinazione".

Lo ha annunciato il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, precisando che sul beauty contest ha "rivalutato la situazione". Passera è intervenuto anche sulle liberalizzazioni sui carburanti, annunciando misure per "favorire la nascita di self service" al fine di "ridurre costi e incentivare la concorrenza".

Mediaset reagisce: "Sospensione della legalità"
La sospensione del beauty contest per le frequenze digitali tv, per Mediaset è un "atto che sospende in realtà una situazione di legalità che deve invece essere al più presto ristabilita. Al di là delle mistificazioni circolate, il beauty contest è assolutamente legittimo". Mediaset confida che Ministero e governo "restituiranno certezza al diritto. In attesa di conoscere i contenuti del provvedimento, si riserva di valutare le azioni necessarie alla tutela degli interessi di una società quotata".

"Beauty contest è una procedura trasparente"
L'iter che ne ha guidato la realizzazione, secondo Mediaset, "è stato asseverato passo per passo, fin nelle più dettagliate previsioni, da Agcom, Ministero dello Sviluppo Economico e Commissione Europea. Si tratta di una procedura equa, trasparente e non discriminatoria in grado di mettere la parola fine all'annosa querelle aperta in materia dalla Ue contro l'Italia. Che l'assegnazione fosse attuata senza asta a rilanci, ma sulla base di parametri comunque economici come gli investimenti effettuati e previsti, la solidità del progetto industriale e le capacità professionali dimostrate, è stato condiviso ufficialmente dalla Commissione Europea e la stessa Commissione ha concordato il diritto degli operatori integrati a partecipare all'assegnazione con limiti e obblighi cogenti".

"E' questa la lampante dimostrazione - prosegue la nota di Mediaset - che il beauty contest non regala niente a nessuno, tanto meno agli operatori integrati come Mediaset che nel passaggio dall'analogico al digitale sono stati già penalizzati con la perdita di un multiplex ciascuno. In più, Mediaset ha sempre acquisito sul mercato, pagandole, le frequenze in uso e ogni anno versa allo Stato un cospicuo canone di concessione calcolato in percentuale sul proprio fatturato".

"Quando lo Stato avvia ufficialmente una procedura pubblica di assegnazione di un bene, prende un impegno preciso con chi vi aderisce sostenendo investimenti. E tutti noi operatori riconosciuti idonei all'assegnazione - pubblici, privati, nazionali o locali - abbiamo a nostra volta preso impegni e abbiamo il diritto di pretendere che lo Stato mantenga i propri".