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Brasile, torna in campo il portiere killer Bruno: bufera sul club Boa Esporte

Critiche per la decisione della squadra di Serie B di ingaggiare il 32enne, condannato a 22 anni per l'omicidio dellʼamante

Brasile, torna in campo il portiere killer Bruno: bufera sul club Boa Esporte - foto 1
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Proteste per il ritorno in campo del portiere 32enne Bruno Fernandes de Souza nella Serie B brasiliana, condannato in primo grado a 22 anni di carcere per l'omicidio brutale della modella Eliza Samudio, data in pasto ai rottweiler per far sparire le tracce dopo 4 mesi dal parto di un loro figlio, che la donna decise di far nascere nonostante le minacce.

Ad ingaggiare per due anni l'ex portiere del Flamengo è il Boa Esporte Clube, che con questa mossa perde cinque sponsor.

Il 32enne De Souza, portiere che il Milan aveva preso in considerazione come erede di Dida, aveva rapito, strangolato e fatto a pezzi una modella che in un festino post partita del Flamengo era rimasta incinta di Bruno. Prima di essere arrestato era nel giro della Nazionale ed è stato scarcerato dopo sette anni lo scorso 24 febbraio, in attesa del processo di appello. Prima del suo ritorno in campo, l'atletà si dedicò in carcere ad allenamento e preghiera, dove riscoprì la religione dopo un tentativo di suicidio.

Subito dopo l'annuncio del ritorno in campo e la presentazione della squadra nel campionato di Minas Gerais, una parte del Brasile si indigna, tempestando i profili social ufficiali della squadra e del giocatore, mentre un'altra continua ad ammirare il professionista. Diverse le manifestazioni di gruppi di femministe nel centro di Varginha, che urlano anche contro il dato ufficiale di uno stupro ogni 11 minuti.

I giudici hanno stabilito che Bruno fece uccidere la sua ex amante nel giugno del 2010 dal suo amico d'infanzia Luiz Henrique Romao, detto "Macarrao", con la complicità di un ex poliziotto. Bruno rischiava fino a 41 anni di reclusione ma ha ottenuto uno sconto di pena per aver confessato di aver saputo del crimine, anche se ha cercato di negare di esserne il mandante.

Chi non si aspettava questa bufera è Rildo Moraes, uno dei direttori del club che cercando di difendere il professionista ancor prima della persona, ha perso cinque dei suoi sponsor tra i quali il principale Gois & Silva che possiede lo spazio centrale sulla maglia della squadra. "Non mi aspettavo questa reazione negativa, stiamo facendo un processo di reintegrazione di una persona per la società."