FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Iraq, giustiziato Alì il chimico

Era il braccio destro di Saddam Hussein

Alì Hassan Al Majid, detto "Alì il chimico", il braccio destro dell'ex presidente Saddam Hussein, è stato giustiziato.

Lo riferisce un portavoce del governo iracheno. Al-Majid è stato impiccato dopo aver subito quattro condanne a morte da parte del tribunale di Baghdad per diverse stragi compiute ai danni delle minoranze irachene sotto il passato regime. Insieme ad Alì il chimico, è stato giustiziato anche il ministro della Difesa di Saddam Hussein.

"Alì il chimico" è stato giustiziato in particolare perché ritenuto responsabile di diverse stragi compiute ai danni delle minoranze sciita e curda sotto il passato regime. La tv al-Jazeera afferma che, insieme a lui, è stato mandato a morte anche il ministro della Difesa dell'ex rais Saddam Hussein, Sultan Hashim Ahmed.

Chi era "Alì il chimico"
Alì Hassan al-Majid, cugino e genero dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, era considerato uno dei più feroci esponenti del deposto regime. Fu condannato a morte quattro volte per crimini contro l'umanità: per genocidio del popolo curdo, per la repressione degli sciiti durante la guerra del Golfo del 1991, per le uccisioni di sciiti del 1999 e per il genocidio di un'intera città.

Era soprannominato "Alì il Chimico" per l'attacco con gas nervini contro la cittadina di Halabja, in cui nel 1988, in piena guerra contro l'Iran, furono uccisi 5.000 civili. Alì riconobbe apertamente di aver ordinato di utilizzare i gas contro la popolazione civile. "Sono stato io che ho dato gli ordini all'esercito per bonificare i villaggi e ripopolarli", aveva ammesso più volte sostenendo di non avere mai "commesso errori".

Nel settembre del 2007 la Corte suprema irachena aveva confermato la condanna a morte di Alì per la campagna anti-curda detta di Anfal, che portò allo sterminio di 180 mila curdi. Nel febbraio del 2008 il Consiglio presidenziale ne stabilì definitivamente la messa a morte.

Nato 67 anni fa nella regione settentrionale di Tikrit, la stessa di Saddam, tra il 1990 e il 1991 era stato per alcuni mesi governatore del Kuwait occupato - dove si guadagnò l'appellativo di "boia" - e ministro della Difesa. In precedenza era stato capo delle unità d'élite nella guerra contro l'Iran (1980-'88) e, dal 1987 al 1990 a capo del programma di sviluppo del ministero dell'Industria e dell'Industrializzazione militare.

Fu dato per morto almeno due volte durante la prima fase dell'intervento anglo-americano in Iraq nel 2003, quando il suo bunker e poi un suo presunto nascondiglio a Bassora furono attaccati con armi di precisione. Fu catturato nel nord dell'Iraq il 21 agosto 2003.

Tre autobomba a Baghdad: è strage
Intanto, la scia di sangue nel Paese non si arresta. Tre autobomba sono state fatte esplodere nel quartiere Abou Nawas, di Baghdad, davanti agli hotel Palestine, conosciuto come il quartier generale della stampa straniera durante la guerra del 2003, Sheraton, uno degli hotel più noti della capitale e sede di alcune società e di alcuni organi d'informazione, e Babylon, utilizzato tanto dai turisti iracheni quanto dal governo come sede di meeting. Il bilancio è di 31 morti e 42 feriti.

Gli ultimi attentati giungono a meno di due mesi dalle legislative, previste per il 7 marzo, nonostante il rafforzamento delle misure di sicurezza nella capitale irachena. L'8 dicembre cinque attacchi simultanei a Baghdad avevano provocato 127 morti e 448 feriti.