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Suoceri, come comportarsi al primo incontro per vivere tutti felici e contenti

Quattro regole base, e un po' di consigli pratici, per sopravvivere alle tanto temute presentazioni in famiglia con il sorriso

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I primi appuntamenti, i baci e le farfalle nello stomaco… A un certo punto, però, qualcosa spezza violentemente l'incantesimo e l'attesa dell'idillio diventa vera e propria ansia da prestazione. E che cosa può portare a una tale tensione se non la prima presentazione ufficiale (o anche solo informale) alla famiglia dell'amato? Tra i vari parenti spicca lei, la suocera, figura critica per la maggior parte dei rapporti di coppia: come farle una buona impressione senza dover recitare? Semplice: sfoderando qualità, aspirazioni e difetti con molta furbizia e savoir faire.

Essere se stessi - Mostrarsi per ciò che si è realmente paga sempre nei rapporti interpersonali e sicuramente anche nella relazione con i suoceri: magari non immediatamente, ma a lungo andare costa sicuramente meno che fingere a ogni incontro. Essere se stessi non significa, però, incorrere in atteggiamenti maleducati o supponenti bensì mostrare tutto il bello che si ha da offrire, criticità comprese. Far comprendere desideri, valori e ambizioni alla famiglia di chi si ama è infatti sicuramente importante, anche se, soprattutto in caso di personalità forti e dominati resta consigliabile non esporre 'tutto subito'.

Il partner: complice ma non troppo - Un classico della vita di coppia: ci si presenta ai suoceri, questi ultimi non gradiscono o si mostrano intolleranti e il partner diventa neutrale esattamente come la Svizzera. Amare significa essere complici e poter contare l'uno sull'altra, è vero. Però, è altrettanto veritiero che il rapporto con la famiglia d'origine per alcuni (soprattutto se maschi italiani) rappresenta un legame che va persino oltre all'amore. Farsene una ragione è il primo passo verso la serenità, il secondo però è far valere il bello della propria autonomia. Se si è indigesti ai suoceri e il partner non batte ciglio significa che sarà sempre necessaria una mediazione. Cosa vuol dire? Semplicemente non si sarà costretti a sorbirsi ogni pranzo domenicale insieme e ogni cena in famiglia: la neutralità e l'aplomb del compagno, per correttezza, dovranno mantenersi vivi anche dinnanzi a questi 'paletti'.

Usare tutto il galateo, dalla A alla Z - Potrebbe sembrare un consiglio anacronistico, invece è una delle strategie più furbe per piacere ai suoceri senza intaccare la propria personalità. Si tratta semplicemente di apprendere, se già non si è avvezzi, le principali regole del galateo. Dal modo di salutare a quello di ringraziare, da come gestire una conversazione fino all'apparecchiare o sparecchiare la tavola. Una persona educata difficilmente passa dalla parte del torto e, ancor più raramente, diventa attaccabile per inezie. Riflettiamo: se esprimiamo le nostre profonde convinzioni con estrema educazione e attraverso gesti rispettosi diventiamo una vera e propria roccaforte inespugnabile, persino di fronte alla suocera più agguerrita.

Empatia, non accondiscendenza - Entrare in contatto con i suoceri in modo positivo e costruttivo non è sempre facile: soprattutto se dall'altra parte si erge un muro di diffidenza, possessività e rigidità mentale. Però, non si tratta mai di una missione impossibile. Prima di tutto è sì auspicabile piacere loro, ma è altrettanto importante non compiacerli. L'accondiscendenza a tutti i costi, infatti, porta con sé una delle forme di antipatia più insopportabili, anche se praticata in buona fede. Molto meglio scovare quei lati del rapporto interpersonale che possano far scaturire l'empatia: passioni comuni, valori condivisi, argomenti divertenti e leggeri. Ciò non significa che sia necessario piacersi vicendevolmente: empatia non vuol dire simpatia. Potremmo chiamarla, piuttosto, una forma di convivenza serena a tempo determinato.