Rotaie di fascino

Sicilia: in viaggio sulla littorina intorno all’Etna

Una ferrovia tra le più caratteristiche al mondo, dal mar Jonio al vulcano

di Nadia Baldi
08 Lug 2025 - 06:00
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La littorina, l’Etna e la bellezza delle contraddizioni. Un mezzo di trasporto antico e un panorama vulcanico che da soli meritano il viaggio. Si parte dalla costa jonica poco più a sud di Taormina per arrivare via rotaia fino a Catania passando per l’entroterra dietro al vulcano attivo più alto d’Europa. Qui la ricchezza della terra dà vita a prodotti unici, primi fra tutti i vini che da qualche anno conquistano i mercati di mezzo mondo, ma sono gli scorci caratteristici che si susseguono lungo la ferrovia circumetnea ed il suo ritmo lento a stregare viaggiatori gentiluomini e gentildonne.

Da 130 anni, esattamente dal 25 settembre 1895, una littorina viaggia senza fretta sui binari che salgono e scendono da “A Muntagna”, come la chiamano i siciliani, in un itinerario spettacolare patrimonio Unesco. Nel centro di Catania, nella storica via Caronda, parte alta di via Etnea, ha sede la stazione principale della Ferrovia Circumetnea denominata "Catania Borgo"; delle antiche locomotive a vapore ne restano oggi due esemplari: la n. 10 “Mascali”, custodita in una rimessa della ferrovia, e la n. 14 “Meusa”, esposta presso l’ingresso del piazzale della stazione Catania Borgo, quella che accompagnò lo scrittore Edmondo De Amicis nel suo viaggio all'inizio del secolo scorso. Da qui oggi si deve prendere un autobus per raggiungere la partenza vera e propria della littorina alla stazione di Paternò per fare un giro in senso orario dell’Etna, oppure un treno ordinario per la stazione di Riposto, da cui inizia il giro antiorario della “Muntagna” a bordo della littorina.

Fin dal 1895 chi si arrampica lungo il periplo della montagna, lungo quel centinaio di chilometri, rimane sedotto dai molteplici punti di vista sul vulcano che si hanno grazie alla Ferrovia Circumetnea.

Il primo tratto di ferrovia va da Paternò a Randazzo, con un tempo indicativo di percorrenza di un’ora e mezzo. Le fermate che si susseguono da Paternò fino a Bronte sono le più selvagge: i paesini di Paternò e Adrano sono piccoli centri agricoli pittoreschi. Dopo diverse gallerie il paesaggio rurale assume un sapore antico, quando da Bronte (poi Maletto, Gurrida) si incontrano pistacchieti, bellissimi nel periodo della fioritura dalle sfumature rosa, e fichi d’india ovunque, in apparente contrasto col caldo fondo lavico. In questo tratto non ci sono veri e propri centri abitati; qua si raggiunge anche la quota più alta della ferrovia a Rocca Calanna a 967metri s.l.m. La vetta dell’Etna, coi suoi leggendari 3333 metri, vigila sul passaggio della littorina, e fa sentire la sua vivacità quando borbottando decide di eruttare distribuendo spettacolari colate di magma qua e là a disegnare la montagna fino a valle.

Da Randazzo in poi il nostro viaggiatore percorrerà la seconda parte della circumetnea per circa un’ora fino a Riposto: la littorina scende e lo scenario diventa via via più ordinato, lo sguardo arriva fino a Taormina, con punti di contemplazione indimenticabili.

In questo versante dell’Etna ci sono diverse aziende vinicole che vale la pena di visitare, fermandosi stazione dopo stazione ad assaggiare dei vini che fino a 20 anni fa non avevano pretese e che oggi invece hanno un trend di richieste in forte ascesa. Qualitativamente i vigneti si sono evoluti grazie alla cura crescente da parte dei locali e all’attenzione internazionale verso questo terroir fertile e ricco di minerali, che attualmente dà vita a bottiglie uniche. C’è un’associazione locale che organizza dei tragitti in treno con sosta presso le cantine per degustazioni di vini dell’Etna.

Arrivano quassù viaggiatori incuriositi anche soltanto dal fascino dei contrasti del paesaggio patrimonio dell’Unesco: oltre alla natura ora rigogliosa, ora austera, lungo il giro del vulcano si incontrano gallerie, decine di ponti e viadotti dell’epoca, vecchie rimesse, case cantoniere e stazioni realizzate in stile peculiare del meridione d’Italia, tinteggiate con colorazioni rosso mattone o giallo ocra. 

Una viaggiatrice d’eccezione fu la regina d'Italia Elena, che a bordo di una carrozza reale salì sul treno della Circumetnea nel 1911 per andare a far visita a una sua dama di compagnia nella di lei residenza estiva a Randazzo. Le fonti storiche raccontano scene di entusiasmo popolare al passaggio della sovrana sul convoglio e nelle varie soste in stazione.

Oggi la littorina circumetnea è l'unica realtà ferroviaria a scartamento ridotto attiva in Sicilia che racconta la storia di un territorio che prima era irraggiungibile e che oggi invece permette l’accesso perfino al turista: attraversa geometrie ordinate da vigne basse, passa lungo zone di produzione della frutta succosa maturata al sole, dei noti pistacchi di Bronte, superando boschi, incontrando cantine dai requisiti tecnologici, e regalando un relax indimenticabile al passeggero che, durante le soste in stazione in zone isolate, sperimenta il silenzio soprannaturale. E lo sguardo si perde nella dicotomia dei colori dell’ambiente: il nero delle zolle vulcaniche contro il bianco della neve sulla vetta o il giallo delle ginestre contro il blu del mare orientale.

Per l’esperienza in littorina bisogna optare per i giorni feriali perché la circumetnea non è operativa nei giorni festivi né la domenica; le informazioni si trovano su www.circumetnea.it.

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