© Istockphoto | Isole Eolie
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Nel mar Tirreno, Lipari, Vulcano, Stromboli, Salina, Filicudi, Alicudi e Panarea non passano mai di moda
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Le isole Eolie (o Lipari), sono uno dei gioielli del Mediterraneo, tanto belle, uniche, pregevoli dal punto di vista naturalistico che sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco Lipari, Vulcano, Stromboli, Salina, Filicudi, Alicudi e Panarea: sono 7 le isole che formano questo incantevole arcipelago nel Tirreno, al largo della Sicilia.
Ogni isola, un mondo a sé, in cui ciascuno può trovare il suo luogo di vacanza ideale: anima, paesaggi, architetture, tradizioni unici, accomunati dall’abbagliante luce mediterranea e dal colore intenso, dalle mille sfumature, del loro mare. Tutte le isole sono di origine vulcanica, e Stromboli e Vulcano sono ancora attivi. Anche il vulcano di Monte Pilato, a Lipari, è ritenuto tale, anche se le ultime eruzioni risalgono al quarto e quinto secolo: nel suo insieme, l’arcipelago costituisce la parte emersa di un vasto complesso vulcanico, che si estende sott’acqua per centinaia di chilometri quadrati. Ulisse, bello di fama e di sventura, fu il primo grande viaggiatore che secondo l’Odissea, approdò sulle isole Eolie. Omero ci racconta che fu proprio l’eroe a ricevere lì da Eolo l’otre che conteneva i venti che lo avrebbero riportato a Itaca. La letteratura settecentesca e ottocentesca di viaggio è ricca di racconti sui paesaggi selvaggi e il profondo mare di queste incantevoli isole: da Dumas a Maupassant, moltissimi sono gli scrittori e i viaggiatori rimasti stregati da una sorta d’incantesimo fra i flutti di Sicilia.
LIPARI, LA PIÙ GRANDE E POPOLATA - La più grande e popolata delle sette sorelle è Lipari. Ricca di insenature e spiaggette incantevoli, una magnifica e lussureggiante natura, possiede anche alcuni inaspettati tesori artistici. La parte più antica dell’isola, il castello, è una fortezza naturale costruita su una rocca circondata da bastioni spagnoli del Cinquecento. Qui sorgeva il primitivo centro abitato, che risale a tempi antichi, come testimonia la torre greca del quarto secolo prima di Cristo. La cattedrale d’origine normanna ricostruita nel Cinquecento domina col castello il paese, caratteristico e animato, si è sviluppato tutt’attorno, col palazzo municipale e la magnifica spiaggia di Marina lunga. Da visitare, il Museo archeologico, che conserva reperti greci e romani presentati in un suggestivo allestimento e il Parco archeologico del castello, con resti di capanne dell’età del bronzo e di costruzioni che risalgono all’Impero Romano. Lipari è anche famosa per la Forgia vecchia, una colata di ossidiana coperta dalla fitta vegetazione, e per le sue cave di pomice: a Canneto è di grande effetto il contrasto tra la nera sabbia vulcanica e la pomice bianca, polverizzata.
VULCANO E I SUOI FANGHI BENEFICI - Seppure non erutti dalla fine dell’800, continua l’attività vulcanica in quest’isola che gli antichi elessero a sede dei Ciclopi. L’intenso odore di zolfo sprigionato dalle fumarole si mescola a quello delle ginestre: spiagge di straordinaria bellezza di sabbia vulcanica e il Gran cratere sono alcune delle escursioni offerte ai visitatori. Un’emozione, un luogo unico al mondo. Nella zona di baia del Levante si trovano sorgenti termali sottomarine e i fanghi naturali, con cui la gente del posto si cosparge da tempo immemorabile per ricavarne effetti benefici alla salute. Oggi, sono un’attrazione per i turisti. Da non perdere, la visita alla Grotta del Cavallo, meglio se alla luce del pomeriggio.
SALINA, CAPPERI E MALVASIA - E' la seconda isola per grandezza dell’arcipelago: il nome indica la sua origine, ma oggi l’antica salina è abbandonata. I capperi e la Malvasia sono invece i suoi prodotti tipici. Tre i piccoli paesi, Santa Marina, Leni e Malfa. È l’isola più verde dell’arcipelago, grazie alle sue numerose fonti, che permettono anche la coltivazione della vite, da cui proviene appunto un’ottima Malvasia. Punta Perciatu, Pollara, il laghetto di Lingua, separato dal mare da una sottile fascia di terra sono tre luoghi da non perdere.
PANAREA, SEMPRE TRENDY - È l’isola più mondana e frequentata dal jet set internazionale, che d’estate vi ormeggia anche al largo, in barca o affitta le sue incantevoli case bianche, con grandi terrazze panoramiche coperte da pagliarelle. Panarea è uno stile che non tramonta mai ed è, da decenni, sempre di moda. Nonostante ciò, conserva la tranquilla atmosfera di località di pescatori. Isola più piccola (3,4 kmq) dell’arcipelago, è anche la meno elevata, con il Timpone del Corvo di soli 121 metri di altitudine e, da un punto di vista geologico, la più antica. È circondata da 7 piccoli isolotti con cui forma un micro-arcipelago.Fumarole e geyser che si incontrano sull’isola (in particolare nella zona di Caldara) e una sorgente calda che raggiunge i 50 gradi vicino al molo di San Pietro, unico piccolo porto d’attracco per navi e barche da diporto, ne ricordano l’origine vulcanica. Camminando lungo i sentieri ritmati dalle bouganville, si viene letteralmente avvolti da un vento odoroso intenso, tipico della macchia mediterranea: la vegetazione è rigogliosissima, caratterizzata in particolare dalla silene hicesiae, una cariofillacea presente esclusivamente in questa isola incontaminata, dove gli appassionati di Bird Watching possono avvistare, fra gli altri, il falco della regina, il gabbiano argentato, il corvo imperiale, la monachella e l’usignolo.
ALICUDI, FILICUDI, STROMBOLI – Alicudi e Filicudi sono due isolotti, punteggiati da piccole case dalle imposte di un azzurro smagliante, affacciate su incantevoli spiaggette. Filicudi, il cui nome alla lettera significa “ricca di felci”, era chiamata dai Greci Phoenicussa, probabilmente per la ricchezza di palme del genere Phoenix, o forse per la presenza di Fenici. Abitata in piccolissima parte, illuminata con luce elettrica solo dal 1986, si estende per una decina di kmq. Magnifiche le spiagge di ciottoli di Porto e Pecorini, intervallate dalle caratteristiche formazioni laviche. Vero e proprio gioiello della natura è la Grotta del Bue Marino, dove il mare si tinge di colori cangianti, dal blu intenso, al verde smeraldo all’azzurro. A dominare l’isolotto, Fossa Felci, un vulcano spento di 774 metri d’altezza, su cui si può salire. Interessante testimonianza del passato, i resti di un villaggio neolitico e di un’ara sacrificale a Capo Graziano. In barca, a neppure 2 Km dalla costa, si raggiunge La Canna, esile faraglione di ben 74 metri, formatosi in seguito a un’eruzione lavica sottomarina. Spostandoci completamente ad occidente, ecco l’isola più periferica dell’arcipelago: Alicudi. Caratterizzata da un suggestivo paesaggio agrario, a terrazzamenti ricavati nei fianchi scoscesi di un vulcano ormai inattivo, è Sito d’Importanza Comunitaria, oltre che Riserva Naturale Orientata. Estesa per 5 kmq circa, conserva i resti di remotissime civiltà dell’era del Bronzo. Oggi è quasi spopolata, non fosse che per la stagione estiva, quando vi arrivano turisti attratti proprio da questa sua selvatichezza e dal suo mare. Vale la pena di arrampicarsi lungo il sentiero che sale in cima al monte Filo dell’Arpa, da cui si può godere di un panorama mozzafiato sul Tirreno e sulle altre isole Eolie. Stromboli è la più apra, forse la più suggestiva, sicuramente la più inconsueta delle Eolie: è infatti un vulcano ancora attivo e, a volte, accoglie i visitatori offrendo lo spettacolo (assolutamente affascinante di notte) della lava incandescente e dei lapilli. La bocca del cratere può essere visitata, ma con una guida autorizzata. Quando il vulcano erutta, vale assolutamente la pena di guardare da una barca la ‘sciara di fuoco’: la lava, appena entra in contatto con l’acqua di mare, solleva colonne di vapore.