Le cose buone da mangiare e da bere continuano adessere un grande elemento di attrazione, ma si cerca di risparmiare su ristoranti e vino
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Anche in occasione dei viaggi di Natale e del ponte dell’Immacolata, la voglia di viaggiare alla ricerca di cibo, vino e altre specialità gastronomiche continua a essere molto viva tra i turisti italiani. L'aumento dei prezzi, però, sta pesando sui budget destinati al turismo invernale. Le esperienze di gusto, come cene, degustazioni, le esplorazioni gastronomiche continuano ad essere un catalizzatore di interesse, ma la necessità di restare entro certi limiti di spesa è orami un punto dolente per moltissime persone. I primi a risentirne sono proprio i ristoranti, a cominciare dalla frequente rinuncia ai vini pur di alleggerire il conto.
È questo uno dei dati più significativi che emergono dall'edizione 2025 del Report sul Turismo Enogastronomico curato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico, che prende in considerazione esperienze e aspirazioni di viaggio di un campione di oltre 1.000 turisti italiani. Uno dei primi dati che saltano all’occhio è che il 62% degli italiani considera l’aumento dei costi di viaggio come una limitazione e il 56% si trova a disporre di un minor potere di spesa a causa dell’inflazione. Di conseguenza, il 21% dei turisti, in caso di necessità, decide di “sacrificare” la ristorazione e il 15% inizia ad alleggerire il conto rinunciando al vino. Ne fanno le spese un po' tutti i generi di ristorante, a partire da quelli standard e premium, ma il problema non risparmia gli stellati o i locali specializzati nel fine dining.
PROBLEMI DI BUDGET - Un'altra strategia di risparmio a cui i nostri connazionali ricorrono già da tempo è abbreviare la durata dei soggiorni: il 45% degli intervistati farà uscite di due/tre giorni e il 33% di quattro/sette giorni. Il 6% ha deciso di concedersi solo una breve gita in giornata, senza pernottamento, mentre altrettanti hanno scelto di non muoversi affatto. Sommando i dati, risulta che, comunque, oltre otto italiani su dieci trascorreranno una vacanza più o meno lunga, soggiornando almeno una notte in strutture alberghiere o B&B privati.
LA GASTRONOMIA NON PERDE DI INTERESSE – La scoperta dei sapori dei territori scelti per una vacanza resta, nonostante le difficoltà, l’esperienza che più attira i viaggiatori, più ancora della cultura e delle attrazioni turistiche di un luogo. I sapori si confermano come i migliori ambasciatori di un territorio: assaggiare le specialità locali è la ragione che muove il 66% dei viaggiatori: oltre la metà si propone di fare esperienze di degustazione, il 40% visiterà cantine e una quota quasi uguale parteciperà a un evento gastronomico, soprattutto nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni. In ogni caso l’enogastronomia è un’esperienza che mette d’accordo tutte le generazioni, anche se declinata in modo diverso a seconda dell’età: i più giovani puntano a esperienze più attive, mentre le fasce mature si orientano maggiormente verso cultura del cibo e degustazioni.
LE PREOCCUPAZIONI DEI VIAGGIATORI - L’effetto-rincari, comunque, spaventa gli italiani e costituisce uno dei fattori più critici legati al viaggio. Oltre la metà considera il budget come una limitazione e si trova a disporre di un minor potere di spesa rispetto agli anni scorsi; solo 1 su 4 circa dichiara di avere a disposizione risorse maggiori. Il budget, comunque, non è l'unico fattore che preoccupa i viaggiatori del Belpaese: quasi la metà è preoccupato per gli eventi meteorologici estremi e uno su quattro teme il sovraffollamento e l'overtourism (42%). Da non sottovalutare, infine, come fattori disincentivanti il rischio di scioperi e le tensioni geopolitiche.
LE METE PREFERITE – Quali sono le destinazioni preferite da chi ha in programma una vacanza nei mesi invernali? L’Italia è la meta di riferimento, preferita dalla maggioranza dei viaggiatori. Le città d’arte sono la destinazione più gettonata nel periodo autunnale, scelte da circa sei viaggiatori su dieci. Il mare e la montagna sono scelti da una quota analoga di persone (circa una su tre), ma anche le aree rurali e i borghi hanno un fascino capace di calamitare circa un viaggiatore su quattro, soprattutto nel Centro Italia e nella fascia di età adulta, tra i 35 e i 54 anni. La domanda culturale resta trainante, ma la ricerca di destinazioni a bassa densità turistica è particolarmente forte tra profili più colti. Meno gettonate sono le località di collina e i laghi.
LE PREFERENZE DEGLI STRANIERI - Il Rapporto conferma inoltre che il buon cibo è il buon vino italiano si confermano come uno dei principali attrattori anche per gli stranieri quando pianificano un viaggio nel nostro Paese, ancora più dei monumenti storici e delle bellezze naturali. Le regioni considerate più attrattive sono Toscana, Sicilia, Sardegna e Puglia. Tra le destinazioni enoturistiche prevalgono Chianti ed Etna, seguite da Montepulciano, Montalcino e Bolgheri. Buone preferenze anche per le Cinque Terre e la Food Valley dell’Emilia-Romagna.