Secondo le valutazioni della Federazione esercenti pubblici, si stimano incrementi realistici tra il 6% e l'8% nei primi anni successivi al riconoscimento. Il ministro Lollobrigida: "Cucina italiana motore del turismo"
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Se la cucina italiana dovesse essere proclamata patrimonio mondiale, l'impatto sulle presenze turistiche sarebbe immediato. Le valutazioni indicano incrementi realistici tra il 6% e l'8% nei primi anni successivi al riconoscimento, per poi assestarsi su una crescita più moderata, tra il 2% e il 3%, nell'arco dei cinque anni successivi.
È quanto emerge dalle stime elaborate dalla Federazione italiana esercenti pubblici e turistici (Fiepet) Confesercenti su dati Banca d'Italia, Unioncamere e Movimprese, e diffuse in occasione dell'assemblea nazionale per la riconferma di Giancarlo Banchieri alla guida dell'associazione di categoria.
Complessivamente, è possibile che la spinta generi circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni. Oltre all'aumento dei visitatori, si aprirebbe un ventaglio di opportunità economiche e culturali. La dieta mediterranea troverebbe un nuovo slancio internazionale; le tipicità locali e i territori di produzione delle eccellenze potrebbero beneficiare di un'attenzione rinnovata; crescerebbe la domanda per modelli di alimentazione sana, insieme al potenziale di espansione dell'export agroalimentare. Si tratterebbe, in sintesi, di una leva promozionale di valore incalcolabile per migliaia di imprese della ristorazione, dell'agroalimentare e dell'accoglienza.
"Alcuni benefici sarebbero quasi automatici", osserva Giancarlo Banchieri, Presidente nazionale Fiepet. "Un riconoscimento Unesco agirebbe da moltiplicatore per turismo, economia e immagine del Paese. Ma perché questa spinta si traduca in sviluppo reale servono politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese che ogni giorno rappresentano l'Italia", prosegue. "E c'è un tema che non possiamo più eludere: un'impresa della ristorazione su due fatica a trovare personale, non solo per carenza di candidati, ma per mancanza di competenze adeguate. Le imprese hanno bisogno anche di lavoratori provenienti dall'estero, ma occorre un passo in avanti deciso: serve lavorare sulla formazione fuori dai confini nazionali e serve un sostegno concreto, perché finora abbiamo fatto tutto da soli. Senza un intervento strutturale, il divario tra domanda e offerta continuerà a frenare il settore proprio mentre le opportunità crescono", conclude Banchieri.
"La cucina italiana come motore del turismo è un tema di straordinaria rilevanza per il Paese. La cucina italiana non è soltanto una componente fondamentale della nostra identità culturale, è un autentico volano economico, capace di generare valore, occupazione e attrattività in ogni territorio, dai piccoli borghi alle grandi città d'arte. Parliamo di un valore complessivo di oltre 250 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 4.5% su base annua pari al 19% del mercato mondiale". Lo dice il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, in un videomessaggio inviato all'assemblea per la riconferma di Banchieri.
"Il turismo legato alle produzione di eccellenze e alla nostra cucina, candidata a Patrimonio Unesco, è un'opportunità che dobbiamo saper cogliere pienamente, trasformandola in una leva strategica per la tutela e la crescita dei nostri territori. Come governo Meloni lavoriamo ogni giorno per valorizzare il legame inscindibile tra i prodotti agroalimentari di qualità e il loro territorio di origine", spiega il ministro. "Anche per questo il percorso a sostegno della candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco sta suscitando un grande interesse. Il 10 novembre scorso, a un mese dall'appuntamento di Nuova Delhi, dove 24 delegazioni internazionali daranno il giudizio definitivo, la Commissione tecnica ha già dato un parere favorevole" afferma Lollobrigida.
"L'Italia potrebbe essere la prima nazione a vedere la sua cucina riconosciuta come elemento fondamentale per il pianeta, in tutti i suoi ovviamente pilastri dai produttori, dagli allevatori, dagli agricoltori, dai pescatori, fino ai nostri trasformatori, ai cuochi, ai ristoratori, ai personale di sala, agli imprenditori, ma tutto è legato alle differenze che nel nostro territorio esistono che vengono portate però poi a un unicum, il Made in Italy", aggiunge il ministro. "Questa straordinaria affermazione, fatto in Italia che non significa solo questo, ma significa bello, buono di qualità e per fortuna da comprare creando ricchezza. Tremila anni di contaminazione hanno permesso di trasformare e portare questa esperienza autentica, straordinaria, fatta di tradizione e qualità che è la nostra cucina", conclude Lollobrigida.