Si riduce la durata delle ferie e la spesa media scende a 1.594 euro a famiglia
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L’estate è alle porte e tra caldo africano e decine di città da bollino rosso è tempo di pensare alle vacanze. Ma quest’anno, a causa del recente rialzo dei prezzi e del conseguente calo del potere d'acquisto, il 18% degli italiani ha deciso di non partire. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio mensile Findomestic.
Vacanze brevi e a chilometro zero - In un contesto economico complesso, la durata delle vacanze si riduce notevolmente. Il 43% delle famiglie si concederà circa una settimana di ferie, il 27% solo qualche weekend o pochi giorni, mentre il 22% prevede una pausa di 10-15 giorni. Solo l’8% potrà permettersi un soggiorno più lungo, superiore alle due settimane. Attualmente, il 28% delle famiglie ha già pianificato le vacanze estive e un ulteriore 28% è impegnato nell’organizzazione proprio in questo periodo. Una cosa è certa: otto famiglie su dieci resteranno in Italia e si divideranno tra località balneari e viaggi all’insegna della cultura e dell’avventura.
L’estate in città - Diversa la situazione per chi ha deciso di rinunciare alle ferie. Le principali motivazioni sono la diminuzione del reddito familiare (39%), le spese impreviste (21%) e il recente aumento dei prezzi (21%). Anche la spesa media è in diminuzione: 1.594 euro a famiglia contro i 1.785 dello scorso anno e per quelle composte da quattro o più persone si aggira attorno ai 1.740 euro (rispetto ai 1.923 del 2024).
Tra chi resta a casa durante l’estate, c’è anche chi lo fa per una scelta legata alla comodità e al desiderio di relax. Circa il 30% di questi dedica più tempo alla lettura, ma non manca chi si rifugia nelle piscine cittadine per trovare sollievo dalle temperature alte.
Secondo un’indagine Findomestic sul passato, chi rinunciava alle ferie tendeva a trascorrere il tempo con amici, partecipava a gite fuori porta, sagre e fiere locali. Una soluzione sempre più diffusa per i bambini è rappresentata dai campus estivi aziendali, un’alternativa economica rispetto ai campi estivi tradizionali. Nel 2025 infatti le adesioni sono aumentate del 20% rispetto all’anno scorso.
A crescere però sono anche i siti web ingannevoli per la prenotazione delle vacanze. Gli esperti di Check Point Software Technologies hanno rilevato un aumento significativo delle truffe online rispetto al 2024, in particolare attraverso falsi form di pagamento che imitano le pagine ufficiali dei portali di prenotazione e mirano a sottrarre dati sensibili degli utenti.