desertificazione creditizia

Banche, 13 milioni di italiani rischiano di rimanere senza filiali: ecco cosa succede

Le aree interne d'Italia si svuotano di sportelli bancari: nel 2024 saldo negativo di 101 chiusure. L'allarme della Uilca sulla "desertificazione" che colpisce il 22,6% della popolazione

09 Ago 2025 - 06:00
 © Istockphoto

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Nelle aree interne del nostro Paese vivono oltre tredici milioni di persone che nei prossimi anni rischiano di rimanere completamente senza filiali bancarie. Un fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti e che tocca il 22,6% della popolazione italiana.Secondo l'analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra sui comuni italiani riportati dal Sole 24 Ore, nel 2024 nelle aree interne c'è stato un saldo negativo di 101 sportelli bancari rispetto al 2023. Dei 614 sportelli chiusi in tutta Italia, 135 erano localizzati proprio in queste zone, mentre le nuove aperture sono state appena 34 su un totale di 108.

Dal punto di vista territoriale, sono solo 31 i comuni delle aree interne che hanno registrato l'apertura di nuove filiali bancarie, pari al 32% dei 97 comuni totali che hanno visto nascere nuovi sportelli. In queste aree si concentrano il 48,5% dei comuni italiani (3.833) e il 23,1% degli sportelli bancari attivi (4.549).

"I dati dimostrano che la desertificazione bancaria è un fatto e non un luogo comune", sottolinea Fulvio Furlan, segretario generale Uilca. "È evidente che esiste il problema dello spopolamento di certi territori, ma noi crediamo che le banche, invece di limitarsi ad adeguarsi al fenomeno, possono essere traino per invertire questa tendenza". Ma quali sono i motivi di questa rapida e inesorabile sparizione delle filiali?

Le cause del fenomeno

 Il processo di chiusura delle filiali nelle aree interne non è casuale, ma risponde a dinamiche economiche e demografiche precise. Queste zone sono caratterizzate da una bassa densità abitativa e sono soggette all'abbandono da parte dei giovani, che migrano verso le città in cerca di migliori opportunità lavorative. L'invecchiamento della popolazione che ne deriva riduce la forza lavoro e modifica i consumi, rendendo meno redditizie le attività bancarie.

A questo scenario si aggiunge la digitalizzazione dei servizi finanziari, che spinge le banche a privilegiare canali online e a concentrare le filiali fisiche nei centri urbani più popolosi. Il risultato è un circolo vizioso: meno servizi significa meno attrattività per residenti e imprese, che a loro volta alimentano ulteriormente lo spopolamento

L'impatto del risiko bancario

 La situazione è destinata a peggiorare. All'emigrazione dalle campagne alle città e all'invecchiamento della popolazione si aggiungerà anche l'impatto del risiko bancario, che potrebbe ridisegnare completamente la geografia delle filiali. I dati più recenti sono allarmanti: a fine 2024 ci sono 3.380 comuni senza uno sportello bancario, dove vivono circa 4,6 milioni di persone. Ma il dato più preoccupante riguarda la chiusura di 49 sportelli bancari avvenuta nel 2024 nei comuni delle aree interne che nel 2023 disponevano ancora di almeno un presidio bancario. Quest'ultima ondata di chiusure ha portato a 1.980 il numero di comuni senza sportelli bancari, lasciando oltre due milioni di persone senza alcun servizio bancario fisico. 

Il ruolo sociale delle banche

 "Le banche possono svolgere un ruolo sociale per garantire servizi essenziali, come dimostrato durante la pandemia, a persone che altrimenti restano isolate e penalizzate", continua Furlan.

Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca, va oltre: "Il ruolo delle banche deve essere quello di aiutare imprese e famiglie supportando l'economia reale, in un momento in cui assistiamo a una crescita silente dell'inflazione". A questo, però, "non corrisponde un aumento dei salari e della produzione industriale". Secondo Telatin, la politica monetaria della Banca centrale europea "sembra non essere sufficiente per definire un sentiero di sviluppo economico. Per questo è necessario portare le filiali bancarie vicino alle persone, per sostenerle nelle scelte economiche e finanziarie in questi tempi difficili".

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