Rischio espulsioni

I parlamentari non pagano e i bilanci dei partiti "soffrono": ecco come saranno "puniti" i morosi

M5S aspetta 2,8 milioni di euro da deputati e consiglieri. Forza Italia valuta sanzioni dure per chi non versa. Nei bilanci 2024 emergono mancanze in diversi partiti

14 Lug 2025 - 07:09
 © IPA

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I partiti italiani affrontano una nuova grana interna che potrebbe trasformarsi in un boomerang politico e finanziario: le quote non versate da parlamentari e consiglieri stanno mettendo in crisi i bilanci 2024. Il Movimento 5 Stelle registra ben 2,8 milioni di euro in crediti da esigere, mentre Forza Italia minaccia sanzioni severe per chi non rispetta gli obblighi interni. Anche il Partito Democratico continua le azioni legali per recuperare somme da ex eletti. Solo Sinistra Italiana fa eccezione, con contributi in crescita. L’inadempienza di deputati e senatori non è solo una questione contabile, ma mette in discussione la tenuta delle regole interne, la trasparenza dei partiti e la fiducia dei cittadini.

M5S aspetta 2,8 milioni

 Nonostante un avanzo di oltre 2 milioni di euro, il Movimento 5 Stelle evidenzia una voce critica nel proprio rendiconto: 2,8 milioni di euro in crediti verso parlamentari e consiglieri regionali. A questo si sommano 1,4 milioni per indennità di fine mandato. Il dato indica una difficoltà strutturale nel far rispettare gli obblighi economici interni.

Pd in azione legale

 Il Partito Democratico ha ridotto il valore dei crediti a 441 mila euro (–55 mila rispetto all’anno precedente). La relazione al bilancio, che chiude in avanzo di 650 mila euro, spiega che è proseguita l’azione di recupero con 9 cause giudiziarie e 4 accordi transattivi. L’obiettivo: spingere gli ex eletti a saldare i propri debiti.

Forza Italia prepara il pugno duro

 Forza Italia segnala nel proprio bilancio un disavanzo di 307 mila euro. A pesare è la "discontinuità dei versamenti" da parte di alcuni eletti. Il partito non esclude azioni drastiche: "Occorrerà adottare decisioni più rigorose per ottenere i pagamenti", si legge nella relazione, "anche facendo leva sulle norme interne che prevedono ineleggibilità e decadenza dagli incarichi nel partito".

Sinistra italiana cresce grazie ai versamenti

 Fa eccezione Sinistra italiana: i contributi dei parlamentari aumentano da 204 mila a 281 mila euro. Gli eletti versano regolarmente tra i 42 mila e i 55 mila euro a testa, consolidando la stabilità interna del partito.

Come funzionano i versamenti interni

 Le quote versate dai parlamentari non sono obbligatorie per legge, ma imposte dai regolamenti interni dei partiti. Servono a finanziare le attività politiche, le campagne elettorali e la struttura organizzativa. Quando non vengono rispettate, i partiti possono ricorrere a:

  • Azioni legali: come fa il Pd
  • Transazioni stragiudiziali: per chiudere i contenziosi
  • Sanzioni interne: come l’ineleggibilità, previste dallo statuto di FI

Perché è un problema serio

 Quando i parlamentari non versano le quote al partito, il danno non è solo contabile. Meno entrate significa meno risorse per campagne, iniziative politiche e comunicazione. Ma c’è di più: questi episodi minano la credibilità dei partiti, che appaiono incapaci di far rispettare le proprie regole interne. E in un contesto dove il finanziamento pubblico è praticamente scomparso, il problema si amplifica. Dal 2018, infatti, i contributi diretti dallo Stato sono stati eliminati. Oggi i partiti vivono di donazioni private, del 2 per mille e di qualche detrazione fiscale. Nel 2024 il tetto del 2 per mille è stato leggermente aumentato, da 25 a circa 28 milioni di euro, ma resta una cifra lontana da quella necessaria a garantire stabilità economica. Ecco perché le quote versate dagli eletti diventano fondamentali. Se mancano, l’intero sistema rischia di incepparsi.

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