Alla tavola rotonda a Palazzo Lombardia dal Belvedere "Silvio Berlusconi", Layla Pavone, coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale Comune di Milano, Massimo Dal Checco, presidente di Anitec Assinform, Giuseppe Mayer, ceo Talent Garden Italia, e Andrea Riva, Head of Open Innovation di Crédit Agricole Italia. A moderare il giornalista di Tgcom24 Dario Donato
Non solo l'aspetto economico dell'IA, ma anche quello culturale al centro della seconda tavola rotonda della tappa a Milano di "Tgcom24Tour" al Belvedere "Silvio Berlusconi" di Palazzo Lombardia. Il giornalista di Tgcom24 Dario Donato ne ha parlato in un incontro dal titolo "L'economia della IA e l'economia con la IA" con Layla Pavone, coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale Comune di Milano, Massimo Dal Checco, presidente di Anitec Assinform, Giuseppe Mayer, ceo Talent Garden Italia, e Andrea Riva, Head of Open Innovation di Crédit Agricole Italia.
Pavone spiega che "qualche mese fa, ci siamo chiesti se e in che termini la nostra amministrazione e le società partecipate stavano sviluppando progetti di intelligenza artificiale. Abbiamo scoperto, devo dire con grande sorpresa e piacere, che esistono 44 progetti di questo genere, di cui la metà sperimentali e l'altra concreti. Milano, ad esempio, ha un gemello digitale, vale a dire la riproduzione tridimensionale della città sulla quale si può intervenire sia in maniera manutentiva sia predittiva e con un livello di precisione davvero unico, che solo la tecnologia può dare. Quindi, ci siamo posti una domanda: come facciamo a raccontare, a comunicare, a dire ai nostri cittadini che ci sono già questi progetti?".
A tal proposito, in occasione dell'edizione 2025 della Milano Digital Week, il Comune di Milano, ha presentato il "Manifesto per l'uso dell'Intelligenza artificiale" della città in cui, aggiunge Pavone, "settiamo i valori su cui basarci nell'utilizzo e ci impegniamo a rispettarli, diamo delle linee guida per l'uso e delle dimostrazioni concrete dell'IA applicata nei servizi in città".
Dal Checco approfondisce l'aspetto culturale dell'intelligenza artificiale. "Ci sono alcuni settori di mercato che sono molto più avanti in termini di intelligenza artificiale, pensiamo al mondo delle banche, delle telecomunicazioni e a quello delle grandi imprese. Più scendiamo in termini dimensionali più si vede la criticità; quindi, è meno l'adozione di questa tecnologia. Il lavoro che noi facciamo come associazione è di andare sui territori a portare la consapevolezza delle opportunità che ci sono", chiarisce per poi proseguire dicendo che "noi pensiamo che non sia obbligatorio mettere subito in piedi l'intelligenza artificiale in azienda - magari non si hanno i capitali o le conoscenze - ma è importante creare la consapevolezza di che cosa sta succedendo, di dove andrà il mercato ed essere pronti. Bisogna prepararsi. Perché l’intelligenza artificiale non è una app che metto all'interno della mia azienda e funziona. Ci vuole una strategia, un modello organizzativo. Il primo step è culturale".
È d'accordo Riva, che sottolinea: "I capitali servono sì per investire in tecnologia, ma bisogna soprattutto investire in cultura per acquisire consapevolezza e rendere l'innovazione e la digital transformation un pilastro delle strategie aziendali. Noi abbiamo scelto una strategia a due livelli, quello interno e quello esterno. Ovviamente come tutte le aziende investiamo internamente in trasformazione tecnologica, digitalizzazione e IA, ma investiamo anche nell'ecosistema, per portare e importare innovazione dall'esterno. Abbiamo creato un ecosistema di hub di innovazione, il primo proprio a Milano, dove ospitiamo start up e dialoghiamo con imprese e istituzioni".
In Talent Garden l'aspetto culturale si unisce all'aspetto fisico. "Forse mai come prima una tecnologia come l'intelligenza artificiale ha reso super interessanti e utili i luoghi fisici. In Talent Garden facciamo fondamentalmente tre cose: abbiamo degli spazi di coworking all'interno dei quali ci sono start up e aziende, magari strutturate; la seconda area è più di formazione per chi vuole fare reskilling e ha capito di avere bisogno di competenze che non sono quelle standard sul mercato; la terza è di consulenza alle aziende, dove cerchiamo di supportarle nel processo di adozione di queste nuove tecnologie ma soprattutto del mindset, cioè capire che oggi c'è l'IA, ieri c'era il digitale, domani ci sarà ancora qualche altra cosa", conclude Mayer.