L'artista si prepara intanto per la nuova tournée, che lo porterà sui palchi delle principali città italiane, a partire da gennaio 2026, con 23 date annunciate in giro per il Paese
Renato Zero festeggia 75 anni (il 30 settembre) in musica. Esce infatti il 3 ottobre il suo nuovo album "L'OraZero", nuova pagina della sua ricchissima produzione artistica e della ultracinquantennale carriera che ha segnato e continua a segnare la storia della musica italiana. Diciannove tracce, a cui hanno collaborato da Mariella Nava a Stefano Di Battista e Niky Nicolai, in cui l'artista dà voce a emozioni e prospettive unite da un unico filo conduttore: la continua e inarrestabile ricerca di espressione.
Presentato in anteprima sul palco del Brancaccio a Roma poche sere fa, "L'OraZero", conferma come, alla vigilia dei suoi 75 anni, o come ama definirli lui, "debutti", Renato Zero abbia ancora tanto da dire e tanta musica da offrire. "Gli esami non finiscono mai" dice l'artista citando Edoardo de Filippo.
"Mi rendo conto che l'ora zero è comune", spiega l'artista raccontando l'album ai giornalisti: "Tutti devono fare i conti con un bilancio della loro vita. Ognuno combatte la propria guerra, in ognuno di noi ci sono tumulti, situazioni da sistemare. Il nemico siamo noi stessi. In questo album io cerco di vincere la mia battaglia. La paura è legittima di un tempo che si muove tra sentenze, cattedre e simboli, e dunque serve una volontà di recupero sempre vigile e presente. Auspico che non si facciano più differenze, basta razzismo, e certi Stati devono comprendere che l'amore e il valore dei sentimenti è una missione".
E poi aggiunge: "L'OraZero di Renato e quella di tutti, siamo prigionieri tutti di forze al di fuori di noi che non possiamo controllare come non possiamo controllare nemmeno il nostro futuro a causa di atteggiamenti e pericoli che arrivano da certe scelte politiche. Si va indebolendo la nostra autonomia e il peso specifico di ognuno in determinate situazioni".
Della canzone "Pace" Zero spiega: "Dobbiamo educarci di nuovo alla piazza, dobbiamo essere ancora più conviti e alleati quando cerchiamo con la nostra voce e presenza di far comprendere le nostre ragioni e le nostre paure e il nostro bisogno di vedere un futuro praticabile. Non ho la ricetta infallibile su quale sia l'atteggiamento da assumere, ma la presenza è importante, anche una piazza muta senza ammiccamenti sarebbe forse la risposta più prorompente". E tuttavia aggiunge: "La pace non può essere una manifestazione collettiva, ognuno di noi ha il dovere di cercare e trovare la pace in se stessi. La mia è una pace anche di un abbraccio con il pubblico, con i miei collaboratori".
Risposta che Zero dà ogni volta che sale su un palco: "Quando sono sul palco sono uno che avverte la propria responsabilità. Queste canzoni sono la mia medicina per affrontare la musica e il mondo".
E parlando di responsabilità Zero non risparmia il mondo discografico: "Ogni artista, punk, rapper non importa il genere, dovrebbe fare un lavoro di riconciliazione, riappacificazione.
Siamo una famiglia meravigliosa e insieme dovremmo cercare di tenere calmi impresari e discografici, che vogliono farci diventare dei numeri e buttarci nella mischia. Renato ce l'ha fatta, dobbiamo diventare amministratori di noi stessi, non farci sporcare", spiega sottolineando: "La musica deve ritrovare comunioni d'intenti tra generi musicali e generazioni. I miei idoli di quando ho cominciato io a fare della musica, da Janis Joplin a Bob Dylan, ne hanno fatto una trincea. Oggi ci sono troppe barriere architettoniche create dai discografici, si tratta di un abuso di potere, per strumentalizzare gli artisti e farli sentire marionette: ci vogliono trasformare in numeri".
E continua: "Viviamo in tempi di guerra e anche la musica si deve ambientare a questo clima. La spiritualità gioca un ruolo importante, seppure colpita da criteri speculativi di economie importanti che ci impediscono la padronanza dell'io e di essere cittadini del mondo senza confronti. Come artista mi sento in diritto e dovere di esprimere i miei pensieri".
"L'OraZero" diventa così un invito al dialogo, alla condivisione dei pensieri, ma anche alla possibilità concreta di un cambiamento profondo. In un mondo che urla e che sgomita, Zero è mosso dall'urgenza di riaffermare le basi fondamentali del vivere: l'amore come energia inesauribile che tiene accese le relazioni umane; l'amicizia come presenza che consola e sostiene; il rispetto come principio irrinunciabile che permette di vivere in armonia con se stessi e con gli altri. "La mia paura più grande di oggi è l'incomunicabilità, salutarsi con il sorriso, ma non riconoscere la persona che hai davanti", ma aggiunge: "L'ottimismo è una scelta ma anche qualcosa di necessaria, se non fossimo ottimisti sarebbe una grossa mancanza, una perdita. La felicità può essere considerata una conseguenza dell'ottimismo.
Tanti gli artisti con cui Zero sarebbe lieto di collaborare: non ultima la sua amica Loredana Berte' con cui ha da poco ricucito una frattura decennale. "Abbiamo collaborato talmente tanto che abbiamo finito per litigare, come una coppia di innamorati. L'abbraccio era urgente perché passano gli anni e iltempo si restringe. Averla oggi vicino per me vuole dire molto".
A poco più di un anno dalla sua ultima avventura live, Renato Zero riabbraccerà il suo pubblico dal vivo con "L'ORAZERO IN TOUR". La nuova tournée lo porterà sui palchi delle principali città italiane, a partire da gennaio 2026 con 23 date annunciate in giro per il Paese, fino al mese di aprile.Si parte il 24 gennaio da Roma, la sua città, con una catena di sei appuntamenti che lo vedrà live sul palco del Palazzo dello Sport, per proseguire poi a Firenze (Nelson Mandela Forum), Torino (Inalpi Arena), Mantova (Palaunical), Conegliano (Prealpi San Biagio Arena), Bologna (Unipol Arena), Pesaro (Vitrifrigo Arena), Eboli (Palasele), Bari (Palaflorio) e Messina (Palarescifina).