Il 2 luglio la band è stata protagonista di uno spettacolo con tanta voglia di emozionare ed emozionarsi
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Lo show degli Psicologi sul palco del Flowers Festival di Collegno (Torino) del 2 luglio è stata un'esperienza catartica. Lo è stata soprattutto per il fedelissimo pubblico, una fanbase affezionata, giovane, di ragazzi e ragazze che ha deciso di rimanere al fianco di Marco e Alessio, in arte Drast e Lil Kvneki, anche quando il loro duo sembrava essersi quasi sciolto. I due giovanissimi artisti classe 2001, che nel 2019 hanno deciso di dare vita a un progetto a dir poco generazionale, stravolgente, capace di unire più universi musicali e stilistici, sono tornati più autentici che mai e quest'estate li vedrà suonare un po' ovunque, in tutta Italia. Voce di una generazione che si è sentita un po' punk, ma a tratti anche emo, che si è appassionata all'attitudine rap ma anche allo struggimento dell'indie più sfrontato, e di chi ha sempre amato ritrovarsi nei suoni conturbanti della musica elettronica, gli Psicologi sono la band della Gen z e il loro nome comunica quell'esigenza di ascolto e di dialogo di molti giovani.
Entrambi i membri avevano, alle spalle, una gavetta solista nell'underground alternativo italiano, insieme hanno scoperto di funzionare meglio. Sono capaci di diventare i tuoi migliori amici, o quei tipi di personaggi un po' strambi che però ti cambiano la vita, in qualche modo. Anche solo passandoci una serata insieme a bere e a parlare. E l'atmosfera al concerto al Flowers è stata proprio quella. Con il loro primo EP, "2001", sono riusciti in poco tempo ad affermarsi e a portare una ventata d'aria fresca nella scena indie rap italiana. Poi, con "Millennium Bug" e "TRAUMA" hanno ufficialmente definito la loro chiave di lettura, una cifra distintiva, un marchio di fabbrica che li distinguesse da tutto il resto.
Al pari di artisti come Calcutta e I cani, si può dire che, in qualche modo, hanno cambiato le regole del gioco. Si sono fatti attendere, hanno proseguito su strade separate, hanno pubblicato progetti solisti. E poi, ecco che a fine 2024 è uscito "DIY". Gli Psicologi sono cresciuti, ma non cambieranno mai. Mettono da sempre nelle loro canzoni la politica, parlano d'amore in maniera sincera, si fanno portavoce delle paure e delle insicurezze di una generazione che spesso sente di non avere un futuro stabile, disillusa e amareggiata. E poi c'è la dimensione live. Una band di professionisti, interazione con il pubblico e tanta voglia di emozionare (emozionarsi) e divertirsi. Andare a sentire gli Psicologi è al pari di una serata insieme al tuo migliore amico. Quello che ti conosce e capisce più di tutti quanti e che sa come aiutarti.