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Michele Bravi torna con "La geografia del buio": "La storia di come ho imparato a convivere col dolore"

A distanza di quattro anni da “Anime di carta”, un nuovo concept album del cantante de “Il diario degli errori”

Quattro anni fa “Anime di carta”, album certificato disco d’oro e contenente il singolo di successo e doppio platino “Il diario degli errori”. Poi l'incidente, lo stop, il buio. "Per tanti mesi la mia voce è stata in silenzio", dice Michele Bravi, che torna con un nuovo album "La geografia del buio", e proprio di quell'oscurità e di quel silenzio, che lo hanno accompagnato per due anni, racconta: "E' una grande riflessione sul dolore", spiega il cantautore perugino: "Racconto la storia di quel buio, e l'album è il mio modo per attraversarlo...".

Esce "La geografia del buio" di Michele Bravi

 

Un concept album, che esiste già da tempo, come spiega Bravi e che dopo una serie di slittamenti dovuti alla pandemia, esce finalmente il 29 gennaio: "Siamo riusciti a concluderlo solo adesso e contiene una storia cominciata due anni fa...". 

 

 

Era il novembre 2018 quando il cantante fu coinvolto in un terribile incidente a causa del quale una donna perse tragicamente la vita. Fu l'inizio di un periodo turbolento e doloroso per il giovane artista, che ne parla come di un "labirinto del buio e del dolore" e sottolinea: "Il dolore entra nella tua vita e la straccia... come una malattia... perché è una malattia e a salvarmi non è stata la musica ma la terapia. il dolore va curato...".

La terapia di cui Bravi parla anche in una delle tracce "Storia del mio corpo" è l'Emdr, un metodo psicoterapico che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati soprattutto ad eventi traumatici  e che ha aiutato il cantautore ad affrontare i suoi mostri:  "La musica non mi ha salvato, mi ha però aiutato ad attraversare questo buio, a disegnarne i tratti, e il mio disco è la storia di come ho imparato a conviverci, non a superarlo. C'è la falsa credenza che il dolore vada nascosto, fatto implodere. Ma non è così. Il dolore è come una casa senza finestre nella quale io ho imparato ad abitare..."

 

 

Dieci canzoni che compongono la storia di questa convivenza col dolore e col buio, e che invitano a riflettere sulla condizione psicologica di chi soffre. "La terapia è importante", ribadisce Bravi: "Il dolore va messo in mezzo alla stanza, bisogna puntarci sopra la luce, e il mostro che sembrava essere,diventa piccolo piccolo...". 

 

 

Anticipato dai singoli "La vita breve dei coriandoli" e "Mantieni il bacio", scritto da Federica Abbate quando aveva 8 anni, rivisto insieme a Cheope e Massimo Recalcati e di cui è da poco uscito anche il video in cui Michele e l'attore di "SKAM Italia" Francesco Centorame rappresentano l'amore di due ragazzi che lottano per stare insieme, l'album è stato prodotto da Francesco "Katoo" Catitti, che aveva già in precedenza collaborato con Michele. E c'è anche Chiara Galiazzo che "ha fatto un passo indietro e mi ha regalato la sua voce come atmosfera".

 


"Per tanti mesi la mia voce è stata in silenzio e questo è un disco che nasce dalla solitudine, la più grande che io abbia mai conosciuto".  Quella voce insieme al pianoforte, un pianoforte particolare, vecchio e verticale,  sono i due punti cardini di "La geografia del buio". Ideato, composto, cantato e suonato praticamente sempre nel salotto di casa: "E' un disco volutamente imperfetto", dice Bravi: "Facendo attenzione si sente in sottofondo il rumore del traffico, il ronzio del frigorifero, lo scricchiolio dello sgabello al piano, sempre sull'orlo della stonatura. Il silenzio riempito dall'immaginario quotidiano che tutti viviamo". 
Ed è proprio per questo che è un disco per tutti e di tutti, "un racconto attraverso la ferita del mondo. Una perdita di aderenza dal reale e il tuffo in un'oscurità che racchiude in se' la violenza della vita e riscopre nell'amore l'unica salvezza".

 

 

Perche insieme al dolore è l'amore l'altro concetto base del disco, "Questo è anche e soprattutto un disco d'amore, dedicato a chi ha condiviso con me il dolore degli ultimi anni, dedicato a questo ragazzo, che mi ha tenuto per mano e mi ha aspettato e a cui ho fatto la promessa di mettere in musica tutto quel dolore che lui ha condiviso con me...". Bravi racconta del forte legame che ha avuto con quello che definisce "un angelo": "Ho avuto la fortuna di avere una persona, una soltanto, per suggerire quale era il percorso da fare nel buio. Questa persona aveva una conoscenza molto forte del dolore, e mi ha portato a trattare il dolore in modo diverso. Il percorso l'ho fatto io, ma lui mi diceva di andare avanti...".

 

 

In passato Bravi non ha mai fatto mistero della sua omosessualità, rivendicando tuttavia il diritto di non dover per forza mettere in piazza le proprie scelte sessuali e sentimentali: "Ora ho imparato quanto sia importante la libertà di amare e mi sono molto avvicinato alla comunità LGBT, scoprendo che c'è bisogno di parlare e condividere. Amare non è un atto privato, ma pubblico, quale che sia la sua forma. Non bisogna esporsi per forza, ma chi ha il coraggio di farlo, lo faccia". 

 

 

In quanto ai ringraziamenti, nei mesi del buio, Bravi ha avuto vicino tanti colleghi, da Fiorello a Maria De Filippi. "E Fedez e Chiara Ferragni, che mi hanno dimostrato un'accoglienza e un'umanità infinita. A tutti loro sarò infinitamente grato".

 

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