© Simone Di Luca
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La band ha concluso le date italiane con quella di Gorizia, nell'ambito dei grandi concerti internazionali di Go!2025, Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura
di Francesca Fiorucci© Simone Di Luca
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Fake news, informazione vuota di contenuti che punta all'effetto e non alla sostanza, rapporto tra potere politico e finanza, Trump, Elon Mask e guerra a Gaza: sono questi i grandi temi che i Massive Attack affrontano nei concerti del loro tour. Dopo Milano, Ferrara, Taranto e Napoli, il 24 giugno la band ha concluso l'esperienza italiana a Gorizia nell'ambito dei grandi concerti internazionali di Go!2025, Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura.
C'erano oltre 7mila persone ad assistere al loro show in piazzale Casa Rossa a Gorizia e i Massive Attack non ha tradito le aspettative. Sono 15 anni che la band di Bristol non pubblica album, fatta eccezione per un Ep del 2016, eppure il loro live è decisamente attuale. Sia per quanto riguarda la musica, il trip hop che crearono negli anni Novanta, con i suoni oscuri e i bassi lenti e avvolgenti, sia per il messaggio politico, che ha toccato temi di attualità stringente con i visual che scorrevano sullo sfondo. Nel grande schermo alle spalle di Robert "3D" Del Naja e Grant "Daddy G" Marshall, Elizabeth Fraser, Horace Andy e Shara Nelson e cinque turnisti sono strati mostrati video d'archivio e filmati realizzati con l'AI, algoritmici, codici, e poi domande dirette al pubblico, messaggi asciutti che dichiaravano tutta l'urgenza di una presa di posizione.
Il concerto dei Massive Attack è entrato nel vivo dopo la proiezione di uno spot di Medici senza Frontiere. "Chi sei?", "Cos'è la realtà?", “La natura è caotica o ordinata?”, si sono chiesti aprendo il live Robert "3D" Del Naja e Grant "Daddy G" Marshall. E' seguita una sfilza di titoli che avevano a che fare con nomi di musicisti e star di Hollywood, ma che non riguardavano la loro arte: erano riferimenti a vicende personali o gossip, che sfumavano il lettere e simboli casuali a sottolinearne tutta l'inconsistenza. Poi un attacco diretto ai potenti (in primis Trump, Putin, Netanyahu e Musk con i suoi esperimenti per Neuralink) e agli offshore e come controllano la vita delle persone in maniera anche, a volte, inaspettata. Spazio alla guerra, prima quella in Ucraina ma soprattutto quella di Gaza. Un'enorme bandiera della Palestina ha campeggiato sullo schermo e poi si sono susseguiti nella loro nudità e crudezza i numeri impressionanti del conflitto: quanti morti, quante scuole e ospedali distrutti, quante bombe sganciate, quanti soldi spesi e finanziati dal governo britannico e americano. Un conteggio che sembra infinito, con cifre che sono già altissime e sono destinate ad aumentare.
Nel live dei Massive Attack hanno trovato spazio soprattutto i brani più recenti, anche se non sono mancati quelli dei primi album, anche se non potevano mancare brani iconici come "Risingson", "Angel", "Unfinished Sympathy" e "Teardrop". Il concerto si è aperto con una versione quasi irriconoscibile di "In my mind" di Gigi D'Agostino (che è stato anche il brano di chiusura del live). Non è stata l'unica cover, visto che la band ha proposto anche quelle di "Levels" di Avicii, "Song to the Siren" di Tim Buckley e “Rockwrok” degli Ultravox. Ecco la scaletta:
In My Mind
Risingson
Girl I Love You
Black Milk
Take It There
Future Proof
Song to the Siren
Inertia Creeps
Rockwrok
Angel
Safe From Harm
Unfinished Sympathy
Levels
Teardrop
Group Four
In My Mind