DOPPIA DATA MILANO

Lucio Corsi chiude trionfalmente il tour nei club ma non si ferma: ora Eurovision e festival estivi

Con la seconda data all'Alcatraz di Milano il cantautore toscano ha mandato in archivio il suo tour tutto esaurito

di Massimo Longoni
05 Mag 2025 - 10:54
 © Francis Delacroix

© Francis Delacroix

Si è chiuso all'Alcatraz di Milano il tour nei club che ha visto Lucio Corsi protagonista di nove concerti tutti esauriti. Anche per il secondo appuntamento milanese il cantautore toscano ha fatto un bagno di folla ripagato con due ore di concerto ad alta intensità emotiva, spaziando da momenti altamente poetici ad altri di rock'n'roll torrido. Ma Corsi non si ferma certo qui, anzi, possiamo considerare questo una sorta di riscaldamento: adesso arriva l'appuntamento con l'Eurovision a Basilea, dal 13 al 17 maggio, e poi una lunga estate di live con concerti nei festival estivi e i due appuntamenti speciali negli ippodromi di Roma e Milano. 

Le immagini del concerto di Lucio Corsi all'Estragon di Bologna

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© Francis Delacroix
© Francis Delacroix
© Francis Delacroix

© Francis Delacroix

© Francis Delacroix

Correva l'anno 2007 e Peter Buck, venuto con i REM a Milano a promuovere l'album "Accelerate", spiegava ai giornalisti come ormai fossimo in epoca di post rock, dove tutto era stato detto e paradossalmente questo dava una grande libertà: di rileggere, recuperare, reinterpretare, anche cose già fatte. Sono passati quasi vent'anni e qualcuno ancora rimprovera a Lucio Corsi di fare "cose che facevano quarant'anni fa". Non solo senza considerare che di fatto è l'unico a farle in un panorama asfittico dove in gran parte gli artisti copiano, sì, ma gli uni dagli altri, in una marmellata omogenea dove si fatica a distinguere chi fa cosa. Ma soprattutto perdendo di vista quello che dovrebbe essere davvero importante: queste cose, Corsi, come le fa? Bene o male? Le canzoni sono belle o brutte? E i concerti?

Ecco, assistere a un suo live è piuttosto illuminante su quella che è la vera natura di questo cantautore toscano con una evidente passione per il glam anni 70 ma anche per il cantautorato nostrano dello stesso decennio. Una passione che si concretizza anche in quelli che possono essere considerati vezzi, come l'usare ancora il microfono con il filo (facendo impazzire i tecnici di palco che lo rincorrono per sbrogliare pericolose matasse) o le vecchie spie a terra invece degli in-ear monitor, come avere un suono volutamente grezzo che amplifica l'effetto di veracità dell'esibizione. Ma a parte questo, con la sua scaletta di 27 brani, pescando ad ampie mani da tutti i lavori sin qui pubblicati, Lucio Corsi dimostra di avere un repertorio solido, che maneggia a piacimento e senza ruffianerie. Al punto che la prima canzone dal nuovo album "Volevo essere un duro" arriva solo dopo quasi mezz'ora di concerto, e la maggior parte dei brani nuovi si presentano in forma rimaneggiata per rendere diversamente live. "Volevo essere un duro", la canzone della grande popolarità e quindi in teoria intoccabile, viene modificata con un intro rock con le chitarre armonizzate che si evidenzia anche nel ritornello, l'altro singolo "Tu sei il mattino" viene eseguito in versione acustica, piano e chitarra, mentre "Francis Delacroix" viene suonata addirittura due volte, una diversa dall'altra, entrambe comunque in modalità rock'n'roll a differenza del talkin' blues presente sull'album. 

Lo show si snoda in una altalena dinamica che vede darsi il cambio momenti di alta poesia e acustici con sfuriate di puro rock'n'roll.  Anche il pubblico è significativo. A riempire l'Alcatraz non c'è lo spettatore casuale attirato dal non voler mancare la moda del momento, facilitato oltretutto da un prezzo del biglietto più che abbordabile (ohibò, è quindi possibile anche oggi?), ma quello partecipe e preparato, tanto che, ultimi successi a parte, i principali boati si avvertono quando partono brani dei primi lavori come "Trieste" (da "Cosa faremo da grandi", 2020) o "La lepre" (da "Bestiario musicale" del 2017), mentre in quasi due ore di show si contano sulle dita di una mano le canzoni durante le quali i telefonini fanno la loro apparizione in maniera massiccia. C'è quasi una sensazione di salto nel tempo, aiutato anche dalla band, solida ed energica, costituita dagli amici con cui Lucio si accompagna sin dai tempi del liceo. A questi si aggiungono Tommaso Ottomano in un pugno di canzoni a metà show, e Francis Delacroix che nella prima esecuzione del pezzo a lui dedicato gira per il palco scattando foto, mentre nella seconda, che chiude la serata ("la versione C, un po' sgangherata e perfetta per chiudere il concerto") imbraccia anche lui la chitarra. Alla fine tutti felici e soddisfatti, ma l'appuntamento è già rinnovato per questa estate. 

Lucio Corsi, la scaletta del concerto di Milano all'Alcatraz

Freccia bianca

La bocca della verità

Danza classica

Radio mayday

Questa vita

Amico vola via

Trieste

Sigarette

La gente bassa

Il re del rave

Orme

La ragazza trasparente

La lepre

Senza titolo

Nel blu dipinto di blu

Tu sei il mattino (con Tommaso Ottomano)

Situazione complicata (con Tommaso Ottomano)

Volevo essere un duro (con Tommaso Ottomano)

Francis Delacroix (con Tommaso Ottomano)

Magia nera (con Tommaso Ottomano)

Il lupo

Nel cuore della notte

Cosa faremo da grandi

Astronave giradisco

Rocko

Altalena Boy

Francis Delacroix (con Francis alla chitarra)

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