NUOVO CORSO

Irama: "Ho imparato che senza vivere non puoi scrivere musica vera"

Il cantautore toscano racconta la genesi di Antologia della vita e della morte, un album intimo e suonato che segna la sua maturità artistica e umana

17 Ott 2025 - 08:40
 © Ufficio stampa

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Tre anni di lavoro, tre anni di limature e di scrittura cercando al tempo stesso i momenti per "vivere" e trovare gli spunti da mettere in musica uscendo dalla bolla del mondo della discografia. Il risultato è "Antologia della vita e della morte", il nuovo album di Irama disponibile da oggi. Un lavoro intimo e inteso, che porta il cantautore toscano a una fase di carriera decisamente diversa da quella dei tormentoni estivi e dei successi reggaeton. "Volevo realizzare un disco perfetto, perché sono un insicuro - dice lui -. La verità è che io ho avuto paura: paura di sbagliare, e basta. Mi sono preso il tempo necessario per studiare, per pensare. Avevo paura di deludere chi mi segue e forse anche me stesso, dato che sono sempre alla ricerca di una perfezione che so essere utopica".

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"Antologia della vita e della morte" è una raccolta di racconti, che racchiude sfumature della vita e della morte, "un dualismo che ha sempre caratterizzato l'uomo: il bianco e il nero, lo yin e lo yang" dice lui. Quattordici i "racconti" di questo progetto, intimo e intenso. "Ogni sfumatura rappresenta tanti momenti di me, tante cose che ho vissuto, che ho pensato, che ho incontrato sulla mia strada", spiega ancora Irama che ha voluto affrontare anche argomenti delicati come gli attacchi di panico ("qualcosa che conosco bene fin da ragazzo") o quello del suicidio "Mi mancherai moltissimo": "È una canzone a cui tengo particolarmente - afferma - Questo è un argomento che va trattato con molta delicatezza, con i guanti. Ho cercato di calarmi nei panni di chi può avere questi pensieri di morte, con il massimo rispetto". Affrontare un tema come la morte, per molti ancora un tabù richiede una certa dose di coraggio. Ma Irama che rapporto ha con la morte? "Spesso ho dovuto dire addio ma non ho mai imparato - ammette lui -, a livello personale faccio fatica a lasciar andare le cose. Anche a fare questo disco ci ho impiegato diversi anni".

Il disco oltre al brano "Ex" con Elodie uscito in estate presenta anche altre due collaborazioni, una con Giorgia ("'Buio', la canzone con lei segue un fil rouge con tutto l'album mentre quella con Elodie è più un incontro tra i nostri mondi") e l'altra con Achille Lauro in "Arizona", canzone che apre il disco è che estremamente... "carnale" ("Un duetto che racconta il desiderio e il sesso nelle sue forme, con Lauro l'intesa è stata totale"). Nel complesso "Antologia della vita e della morte" è un universo di immagini e suggestioni, in cui memoria e presente si intrecciano in un racconto viscerale ed emotivo, dove i ricordi la fanno da padrone. Un viaggio sospeso tra fragilità e forza, vita e assenza, in cui ogni dettaglio si fa narrazione intima e universale, accompagnata da una solida struttura musicale. Con una scrittura che si è sviluppata nell'arco di tre anni, con in mezzo partecipazioni a Sanremo e tour, l'album ha una sua coerenza e coesione ammirevole. "Il mio timore è che essendo sempre all'interno della bolla si possa perdere contatto con la realtà - dice Irama -. In questo periodo ho cercato sempre di crearmi dei momenti di fuga tra un impegno e l'altro per 'vivere' la normalità. Senza di quella non puoi avere ispirazione". 

Irama alla soglia dei 30 anni ("li compio a dicembre, quindi ho ancora il 2 davanti, sono ancora giovane") è nel pieno di una evoluzione artistica e tra le cose su cui insiste molto c'è il concetto di organicità dell'album, del suo essere suonato in tutte le sue parti, una strada che ha imboccato negli ultimi tempi e che vuole perseguire in maniera decisa pensando anche ai prossimi appuntamenti dal vivo. "Ho cercato un suono più organico rispetto al passato, anche perché la musica è in continuo cambiamento. Lo sento un disco live che non vedo l'ora di portare dal vivo. Ho abbandonato il concetto di bit, per andare verso la musica suonata". A proposito di live adesso il cantautore si prepara al suo primo stadio, l'11 giugno a San Siro. "L'idea, che ho portato anche nell'ultimo concerto all'Arena di Verona lo scorso 2 ottobre, era di ricreare un po' l'atmosfera di casa: allo stadio sarà un po' tipo condominio - ironizza -. Scherzi a parte, manca ancora un po', ma ci sto già pensando. Voglio che sia indimenticabile ma non celebrativo: sono ancora troppo giovane. Anche se non considero per forza lo stadio una tappa obbligata, non esistono tappe obbligate nella musica". 

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