Il Gran Teatro di Ghali a Milano
© Antonio De Masi
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Durante il concerto (durato due ore) l'artista ha anche spoilerato tre nuovi brani che faranno parte dell'album in arrivo nel 2026
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Ghali è tornato nella sua città per chiudere in grande stile il 2025 con lo speciale appuntamento del suo Gran Teatro. Sul palco, a Fiera Milano Live, l'artista ha messo in scena un show globale e immersivo, regalando due ore di pura musica, ma anche di immagini e performance all'insegna dell'impegno sociale e dell'identità culturale. Pensato come uno spettacolo totalmente nuovo e dal respiro global, preceduto dall'opening act di Astro e puntellato dagli interventi di Silvestro Baffo in veste di presentatore, il Gran Teatro ha portato in scena un linguaggio espressivo innovativo e universale, con il quale il rapper è tornato a rompere gli schemi popolando, per la prima volta in un suo live, la scena di performer. Intorno a lui infatti ha preso costantemente vita un movimento corale, 36 ballerini, per un totale di oltre 50 performer: non solo comparse, bensì specchi, voci, maschere.
© Antonio De Masi
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Una data più che mai cruciale quella di sabato 20 settembre: un ritorno a casa, che è diventato però anche rito collettivo, chiusura di un ciclo e soglia verso ciò che verrà. Non a caso, dal palco di Fiera Milano Live l'artista ha aperto ufficialmente il sipario sul futuro, spoilerando tre brani inediti. Tre finestre su un mondo nuovo, che preparano la strada al suo prossimo progetto discografico, atteso per il 2026: i primi passi verso un nuovo universo sonoro e un immaginario inedito, capace di unire ricerca musicale, identità culturale e visione internazionale. Per Ghali, l'annuncio di una fase artistica che promette di sorprendere con un suono mai sentito prima: un nuovo mondo in costruzione, partito proprio dal Gran Teatro.
Quello che Ghali ha portato sul palco di Fiera Milano Live è il "gran teatro" del presente: ben oltre il tradizionale concerto, Gran Teatro si è fatto trasposizione in musica, immagini e performance del mondo contemporaneo, con le sue visioni, le sue contraddizioni, i suoi eccessi e le sue speranze. Il palco è diventato riflesso della società, un teatro totale dove momenti giocosi e momenti di riflessione si sono intrecciati mostrando luci e ombre della nostra epoca. Un viaggio lungo due ore dentro i linguaggi della contemporaneità: immagini potenti, simboli che si fanno carne, musica che diventa chiave di lettura. Ogni quadro è parte di un racconto collettivo, un flusso scenico che ha portato lo spettatore dentro a un'esperienza immersiva, visiva e musicale, dove i performer hanno incarnato simbolicamente le diverse figure che hanno scandito i capitoli dello spettacolo.
"È uno show che sfuma i confini tra intrattenimento e riflessione sociale e politica", spiega Mohamed Sqalli, direttore creativo dello show. Con Ghali siamo partiti dall'universo circense con forti influenze cinematografiche dell'Occidente (centrale, tra le nostre ispirazioni, è l'estetica dei film degli anni '40 e '50 -"Ziegfeld Follies" con Fred Astaire, o "La Strada" e "I Clowns" diretti da Federico Fellini) e lo abbiamo mescolato con molti elementi provenienti dal Global South. Su tutti, l'esercito di ballerini ispirato agli eserciti del Sud Globale -India, Indonesia, Costa d'Avorio- e la grande sezione araba con l'orchestra egiziana".
Portavoce di una nuova Italia, Ghali ha fatto della sua identità multiculturale una bandiera. Nel Gran Teatro questa dimensione è diventata parte integrante dello spettacolo: un mosaico di sonorità che riflette la ricchezza di una società fatta di contaminazioni. La musica araba ha fatto incursione nello show entrando in scena come ponte tra culture, radici e futuro. Un tributo alle origini dell'artista e a tutte le comunità che con le loro storie e tradizioni arricchiscono il nostro presente.
Al centro di tutto rimane la musica. Non solo spoiler di nuovi brani, la scaletta del Gran Teatro è stata pensata per ripercorrere, tra grandi classici e perle rare dal vivo, la storia musicale di Ghali: un percorso che ad oggi gli è valso 60 Dischi di Platino, 21 Dischi d'Oro e l'affetto incondizionato del suo pubblico.
Per dare il via alla sezione più cruda dello show, il blocco trap, Ghali ha sorpreso tutti spostandosi verso lo stage B, nel cuore del pubblico: non un palco qualunque, ma dalla forma dell'iconica manina tanto cara a Ghali (nonché reference grafica della sua label Sto Records). Le dita sembravano emergere dal parterre, diventando ad un tempo simbolo e piedistallo scenografico, con l'energia che si sprigionava direttamente dal centro della folla. Gli effetti speciali hanno completato il quadro giocando un ruolo fondamentale nello storytelling: le fiamme come scintille narrative hanno intensificato le immagini, trasformato lo spazio scenico e dato corpo agli immaginari del Gran Teatro.