protagonisti sulla croisette

Cannes 78 al via, Mario Martone contro tutti: i film in gara

Ventidue film in corsa per la Palma d'Oro, quattro americani e quattro francesi, sette registe

13 Mag 2025 - 09:12
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Sono ben ventuno film da tutto il mondo contro un solo italiano, "Fuori" di Mario Martone, in gara a Cannes 78 che si apre martedì 13 maggio. Un'impresa non da poco in una selezione coraggiosa e piena di cinema indipendente, meno habitué e con temi di grande eterogeneità. I candidati in corsa di questa edizione comprendono ben sette donne registe e un poker di film americani e francesi.

"Fuori" di Mario Martone

 Scritto con Ippolita Di Majo, "Fuori" sarà subito in sala con 01 il 22 maggio. Al centro del film, che ha potuto godere tra le location della abitazione di Via Denza a Roma della scrittrice, un pezzo di vita di Goliarda Sapienza, quando nel 1980 per un furto di gioielli durante una festa ai Parioli a casa di una sua amica (interpretata da Carolina Rosi) finisce a Rebibbia per cinque giorni e viene in contatto con detenute comuni socialmente a lei lontane. Questo incontro proseguirà anche una volta uscite dal carcere, specie con la giovane Roberta (Matilda De Angelis) con cui l'allora 56enne ex moglie del regista Citto Maselli, scrittrice e con poche finanze, avrà un legame di amicizia e di ispirazione. Per Valeria Golino che un anno fa aveva qui presentato tra gli applausi la serie tv dall'Arte della gioia, romanzo postumo di Sapienza, è un nuovo ritorno. Martone, che torna in gara a tre anni da "Nostalgia", è "un immenso artista italiano di cinema, ma anche di teatro e letteratura, un grandissimo cinefilo" lo aveva presentato il 10 aprile a Parigi Fremaux.

Gli altri film in gara

  "Two Prosecutors" di Sergei Loznitsa, dramma ambientato nell'Urss del 1937. Un giovane procuratore scopre una lettera di un prigioniero e, sospettando un'ingiustizia, cerca di fare luce affrontando le insidie del sistema sovietico. "Eagles of the Republic", terzo capitolo della trilogia del Cairo di Tarik Saleh, segue le vicende di George Fahmy, celebre attore egiziano costretto a partecipare a un film di propaganda governativa, mentre intreccia una relazione pericolosa con la moglie di un generale. "Die, My Love" di Lynne Ramsay ci porta in una fattoria nella campagna del Montana dove una donna si ritrova a combattere una battaglia silenziosa contro se stessa, mentre il suo matrimonio si sta sgretolando. "Mother and Child" di Saeed Roustaee. Un'infermiera vedova lotta con il figlio ribelle. In "Eddington" di Ari Aster una coppia si ritrova bloccata in una piccola cittadina del New Mexico causa pandemia. Inizialmente la quarantena viene accolta con favore, ma con la notte tutto prende una piega sinistra. "The Secret Agent" di Kleber Mendonça Filho, thriller politico ambientato nel Brasile del 1977 durante gli ultimi anni della dittatura militare. Segue la storia di Marcelo, professore che torna a Recife in cerca di pace, ma si trova coinvolto in una rete di repressione e segreti di Stato.

"Jeunes Mères - La maisone maternelle" dei fratelli Dardenne ci porta in un centro di accoglienza per giovani madri. Qui troviamo Jessica, Perla, Julie, Naïma e Ariane, tutte cresciute in circostanze difficili, lottano per ottenere una vita migliore per sé e per i propri figli. "Sirat" di Oliver Laxe è un road movie con un padre anticonformista che insieme al figlio parte alla ricerca della figlia scomparsa nel Nord Africa. Di "Un simple accident" del maestro iraniano Jafar Panahi si sa ben poco della trama se non: "Ciò che inizia come un piccolo incidente mette in moto una serie di conseguenze crescenti". "Renoir" di Hayakawa Chie ha come protagonista Fuki eccentrica undicenne che naviga nell'adolescenza mentre suo padre combatte il cancro e sua madre lotta con lo stress legato al lavoro. Tutto ciò porta Fuki a fare molto affidamento sulla sua immaginazione. "The History of Sound" di Oliver Hermanus, dall'omonimo racconto di Ben Shattuck, parla di due uomini (Josh O'Connor e Paul Mescal) che si incontrano nel 1916 per poi viaggiare nel 1919 a caccia delle canzoni popolari dei loro connazionali nel New England rurale. In "The Mastermind" di Kelly Reichardt di scena un audace furto d'arte sullo sfondo della guerra del Vietnam. "New Wave" di Richard Linklater è un omaggio alla nouvelle vague francese e rievocherà i retroscena di "Fino all'ultimo respiro" del 1959 di Jean-Luc Godard, film manifesto del filone. Adottato lo stesso formato del film originale, dunque in bianco e nero con l'aspect ratio di 4:3. In "La petite dernière" di Hafsia Herzi è protagonista Fatima, la figlia più giovane di una famiglia di immigrati algerini, che lascia il suo liceo in periferia del centro città per passare a una scuola di lusso. Si allontana così dalle tradizioni familiari per scoprire nuovi codici di vita. In "Romería" di Carla Simón, Marina si reca a Vigo per incontrare la famiglia del padre biologico morto, come sua madre, di Aids quando lei era molto giovane. Incontrando zie e nonni, cerca così di ricostruire la loro storia d'amore.

In "Sound of Falling" di Mascha Schilinski quattro ragazze appartenenti a epoche diverse vivono la loro giovinezza in una fattoria tedesca e le loro esistenze finiscono fondersi fino a quando il tempo stesso sembra dissolversi. "Alpha" di Julia Ducournau ha come protagonista una tredicenne inquieta che vive da sola con la madre. Il loro mondo va in frantumi quando, un giorno, la ragazza torna da scuola con un tatuaggio sul braccio. In "The Phoenician Scheme" di Wes Anderson, Zsa-zsa Korda, (Benicio Del Toro) è uno degli uomini più ricchi e odiati d'Europa. Sopravvissuto al suo sesto incidente aereo, si rende conto che è tempo di scegliere un erede. La scelta cadrà sull'unica ragazza dei suoi nove figli che tra l'altro è una novizia. In "Dossier 137", thriller di Dominik Moll è protagonista Stéphanie, agente di polizia alla quale viene assegnato il caso su un giovane ferito durante una manifestazione a Parigi. Non trova prove di violenza illegittima da parte della polizia, ma qualcosa di più personale. In "Sentimental Value" di Joachim Trier, Nora e Agnes incontrano il padre, il carismatico Gustav, un tempo rinomato regista che offre a Nora un ruolo nel film che segnerà il suo ritorno sulle scene. Quando Nora rifiuta, scopre ben presto che il padre ha affidato la parte a una giovane star hollywoodiana. "Resurrection" di Bi Gan è un fanta-poliziesco cinese con una donna catapultata in un futuro post-apocalittico, dove cerca di riparare una creatura metà robot e metà umano verso cui inizia a provare dei sentimenti.

 

Altri italiani

 Thierry Fremaux ha avuto parole belle per il cinema italiano che ha scelto anche per ben due titoli in gara a Un certain regard. "La capacità di resistenza, di sopravvivenza, del cinema italiano è del tutto straordinaria. Con i due film che abbiamo selezionato per Un Certain Regard, e altri che ci sarebbe piaciuto far vedere, abbiamo l'impressione di assistere nuovamente all'emergere di giovani autori e autrici italiani, e questo è formidabile". Si tratta di "Testa o croce?" e "Le città di pianura" e i loro autori, registi indipendenti e rigorosi, hanno tra i 30 e i 40 anni. Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, che erano stati a Cannes nel 2021 con "Re Granchio", sono al secondo film di finzione. "Testa o Croce?" è un western surreale, indiretto omaggio ai western all'italiana che vede tra i protagonisti l'attrice francese Nadia Tereszkiewicz ("Mon Crime - La colpevole sono io"), il nostro Alessandro Borghi nei panni di un buttero cowboy la cui immagine e modi ricordano il Trinità di Terence Hill, mentre l'attore statunitense candidato all'Oscar John C. Reilly è Buffalo Bill. E' ispirato alla leggenda del soggiorno del leggendario militare nell'Italia post unitaria, quando alla periferia di Roma si sfidarono i cowboy americani e i butteri italiani su chi fosse più bravo a domare i cavalli selvaggi. Rosa e Santino, interpretati da Tereszkiewicz e Borghi, sono due giovani amanti che si mettono in fuga a seguito dell'omicidio del marito di lei. "Le città di pianura" di Francesco Sossai, coproduzione italo-tedesca, è invece l'opera seconda del regista bellunese il cui corto "Il compleanno di Enrico" era stato presentato alla Quinzaine a Cannes nel 2023. E' un road movie ambientato in un Veneto che il regista esplora come se fosse un continente che ha come orizzonte le Dolomiti Bellunesi. Al centro l'incontro tra due amici cinquantenni (Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla), vivono la vita come fosse sempre l'ultimo giorno, con il disincanto e la leggerezza di chi in fondo non ha niente da perdere e un giovane universitario fuori sede (Filippo Scotti). Infine l'Italia entra anche in un film francese, "Enzo", che apre la Quinzaine des Cineastes: con la regia di Robert Campillo che ha diretto il film del grande Laurent Cantet (Palma d'oro per "La Classe") prematuramente scomparso prima delle riprese, suo grande amico ed affine cinematograficamente. L'Enzo del titolo è un giovane di 16 anni (Eloy Pohu), che preferisce agli studi il lavoro di apprendista muratore a La Ciotat, località di mare vicino Marsiglia. Incalzato dal padre Paul (Pierfrancesco Favino) che lo vorrebbe vedere nel suo ambiente, il giovane cerca di fuggire dal confort soffocante della villa di famiglia. È nei cantieri, a contatto con Vlad (Maksym Slivinskyi), collega ucraino, che Enzo intravedrà un nuovo orizzonte.

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