Oggi i diplomati hanno molte strade davanti a sé, ecco come scegliere quella più adatta alle proprie esigenze
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Dal 2019 ad oggi, ogni anno, più della metà dei diplomati italiani, dopo la Maturità, decide di iscriversi all’università, spesso percepita come la scelta “naturale” e favorita dalle aspettative delle famiglie. Tuttavia, non sempre questa scelta si rivela quella giusta.
Anche perché spesso si tratta di una scelta fatta di fretta: a poche settimane dall’esame di Stato, solo il 29% dei maturandi ha potuto affermare di avere le idee del tutto chiare sul percorso da intraprendere con il titolo scolastico in mano.
Questo è quanto ha rilevato l’Osservatorio “Giovani e Orientamento”, realizzato da Skuola.net in collaborazione con Gi EDU - la divisione di Gi Group che affianca docenti e studenti per rispondere alle esigenze di orientamento di scuole e università - intervistando 1.000 neodiplomati sulle loro prospettive post diploma.
Ad aiutare gli indecisi, fornendo un quadro generale ed esaustivo sulle varie porte a cui possono bussare i neodiplomati, ci ha pensato uno dei massimi esperti in Italia quando si parla di orientamento e formazione: Daniele Grassucci, founder e direttore di Skuola.net, punto di riferimento per gli studenti di tutte le età e per le loro famiglie.
L’università resta la via maestra, ma non sempre è la più giusta
Tornando al tema iniziale va comunque messa una cosa in chiaro: laurearsi resta spesso una scelta vantaggiosa, soprattutto guardando al lungo termine. Secondo l’ultimo rapporto AlmaLaurea 2025, riferito ai laureati del 2024, il tasso di occupazione a cinque anni dal titolo supera l’89% per chi ha conseguito lauree magistrali a ciclo unico, mentre si attesta all’89,7% per i magistrali biennali e al 92,8% per i laureati triennali.
Tuttavia, questo successo non è uniforme: i guadagni medi mensili netti, a cinque anni dal titolo, variano molto a seconda del corso di laurea seguito. Per esempio, i laureati in Ingegneria guadagnano mediamente circa 1.635 euro, seguiti da quelli in Informatica con 1.540 euro e da chi ha scelto Economia con 1.474 euro. Le professioni sanitarie offrono uno stipendio medio intorno a 1.368 euro, mentre i laureati in discipline giuridiche percepiscono circa 1.225 euro. Chi ha optato per Psicologia o Lettere e discipline umanistiche deve invece accontentarsi di retribuzioni medie inferiori, rispettivamente 1.157 e 1.096 euro mensili netti.
Questi dati sottolineano come la laurea possa essere un investimento proficuo, ma occorre valutare attentamente il percorso scelto. Non tutte le facoltà garantiscono gli stessi livelli di occupazione e reddito, e spesso un indirizzo più pratico e professionalizzante può rivelarsi una scelta più vantaggiosa.
ITS Academy: la strada più breve (ed efficace) per trovare lavoro
Negli ultimi anni, gli ITS Academy, ovvero gli Istituti Tecnologici Superiori, hanno guadagnato crescente attenzione come percorsi post-diploma ad alta specializzazione tecnica. Questi istituti offrono corsi biennali o triennali sviluppati in stretto raccordo con imprese e territori, con l’obiettivo di formare tecnici pronti ad affrontare le esigenze del mercato del lavoro.
Secondo l’ultima indagine INDIRE, del 2025, l’84% dei diplomati ITS trova lavoro entro un anno dal diploma, e nel 93% dei casi questo lavoro è coerente con il percorso di studi seguito.
Le aree maggiormente “performanti” sono il Sistema meccanica - uno dei 5 ambiti afferenti all’area delle Nuove tecnologie per il Made in Italy - che si conferma il settore che per successo formativo e occupazionale riesce a garantire la tenuta migliore, garantendo al meglio la relazione tra efficienza ed efficacia dell’intero sistema ITS; il settore delle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Turismo, quello della Mobilità sostenibile e quello Nuove tecnologie per la vita, che si mantengono al di sopra della soglia dell’80%. Tutte e quattro queste aree registrano valori di almeno quattro punti sopra la media.
Sul fronte salariale, i diplomati ITS si collocano in una posizione vantaggiosa, spesso con retribuzioni iniziali che si avvicinano a quelle dei laureati triennali, con differenze che variano dal 5% al 15% a seconda del settore. Il Governo ha riconosciuto questo potenziale e ha annunciato un piano per triplicare il numero degli iscritti entro il 2026, mirando a superare i 60.000 studenti l’anno.
Entrare subito nel mondo del lavoro: opportunità concrete (ma selettive)
Per chi decide di iniziare a lavorare direttamente dopo il diploma, le opportunità non mancano, anche se è necessario possedere le competenze giuste per rispondere alle richieste del mercato. I dati più recenti di Unioncamere-Excelsior indicano che circa 1,5 milioni di posizioni lavorative saranno riservate a diplomati nei prossimi mesi, ma i profili ricercati sono piuttosto specifici.
Le figure più richieste includono operai specializzati in meccanica, edilizia, impianti elettrici e termoidraulici, tecnici per manutenzione e collaudo, addetti a logistica, trasporti e magazzino, personale sanitario e assistenziale come OSS e ASA, oltre a commessi e addetti alla ristorazione. I diplomati tecnici, in particolare, registrano tassi di assunzione molto alti nei primi dodici mesi, spesso superiori al 75%.
D’altra parte, quasi la metà delle imprese segnala difficoltà a reperire candidati adeguatamente preparati, soprattutto per carenze nelle competenze pratiche. Per questo motivo, anche chi punta a entrare subito nel mondo del lavoro può trarre grande vantaggio dal frequentare corsi brevi o da fare esperienze sul campo che permettano di acquisire competenze specialistiche in tempi rapidi.
Corsi privati e academy aziendali: percorsi flessibili ma mirati
A tal proposito, nel panorama formativo attuale, i corsi privati e le academy aziendali rappresentano un’alternativa sempre più diffusa per acquisire competenze specifiche in tempi brevi. Spesso organizzati anche in modalità online, questi percorsi sono accessibili anche a chi lavora e sono focalizzati su settori come programmazione, data analysis, intelligenza artificiale, digital marketing, UX/UI design, e-commerce, cybersecurity, cloud computing, nonché competenze green ed efficienza energetica.
Molte grandi aziende italiane come Enel, Ferrovie dello Stato e Leonardo hanno creato proprie academy interne per formare giovani diplomati, talvolta con contratti retribuiti di apprendistato o stage.
Un esempio emblematico di questa dinamica è il progetto Distretto Italia di ELIS - ente no profit impegnato in orientamento e formazione post diploma - che ha coinvolto oltre 100 imprese per formare personale qualificato in ambiti tecnico-tecnologici: fibra ottica, smart manufacturing e logistica, ecc.. Gli stessi percorsi che rappresentano una via efficace per coniugare formazione e occupazione, aumentando sensibilmente le chance di inserimento stabile nel mondo produttivo.
Concorsi pubblici e militari: stabilità e percorsi strutturati
Il cosiddetto “posto fisso” continua a essere una delle strade più battute anche per le nuove generazioni di diplomati, essendo in grado di offrire stabilità e percorsi di carriera strutturati. Ogni anno lo Stato mette a bando decine di migliaia di posti - distribuiti tra amministrazioni comunali, ASL, ministeri e vari enti pubblici - accessibili anche con il solo titolo scolastico superiore.
Anche per quanto riguarda il comparto militare e delle forze di polizia, le opportunità sono importanti e relativamente costanti: si stimano circa 20mila posti annui, suddivisi tra Esercito, Marina e Aeronautica, che prevedono il reclutamento di volontari in ferma prefissata (VFP1 e VFP4), Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria. Questi ruoli offrono formazione interna, contratti a tempo indeterminato in tempi brevi e possibilità di carriera.
Imprenditorialità e nuove professioni: creare il proprio futuro
Negli ultimi anni sta, invece, crescendo in modo significativo la scelta di tentare la via della auto-imprenditorialità, soprattutto nel mondo digitale e dei servizi. Molti giovani diplomati decidono di avviare microimprese o attività freelance, spaziando dall’apertura di negozi o attività legate al food, beauty o artigianato, spesso integrati da canali e-commerce, fino alla creazione di agenzie social, attività di content creation per PMI, tutoring, editing, videomaking o streaming.
Non mancano, poi, esempi virtuosi di sviluppo di app, strumenti software-as-a-service (SaaS) o microservizi digitali, frutto di competenze acquisite anche in modo autodidatta. Si tratta di una strada concreta per chi ha spirito d’iniziativa, ma richiede non solo capacità organizzative e digitali, ma anche determinazione e competenze imprenditoriali per affrontare le sfide del mercato.