Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei diritti umani aveva alzato la voce già un paio di settimane fa, quando l'emergenza caldo aveva finito per diventare un fattore negli Esami di Stato
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Sono settimane calde, non solo metaforicamente, nelle scuole italiane. Mentre vanno ormai in archivio gli esami di maturità, si inizia a riflettere sulla possibilità di continuare ad assicurare le attività scolastiche in questi torridi giorni d'estate. Non solo "sudate carte" ma anche "sudati studenti e sudati professori", viste le temperature. L'allarme arriva dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei diritti umani: "Le condizioni meteo sono troppo estreme per garantire condizioni ambientali compatibili con i principi costituzionali di tutela della salute". Se davvero, come si prevede, il termometro arriverà a toccare i 40 gradi già a inizio luglio in gran parte della Penisola, sarà difficile per chiunque popolare le aule. Per questo Il Coordinamento aveva esortato "l'avvio urgente di un piano nazionale per l'adattamento climatico delle scuole, con priorità per le Regioni del Centro-Sud". Si chiedeva un intervento forte, spinto magari dall'intervento diretto del Ministro dell'Istruzione e del Merito. Il problema d'altra parte non esiste solo nell'immediato, anzi. Le alte temperature potrebbero essere un problema anche e soprattutto all'inizio del prossimo anno scolastico, con il ritorno a pieno regime di alunni, professori e personale ATA negli edifici preposti.
Il Coordinamento era insorto già un paio di settimane fa, quando l'emergenza caldo aveva finito per diventare un fattore negli Esami di Stato. "Migliaia di studenti e docenti devono affrontare prove determinanti in condizioni ambientali al limite della sostenibilità”, aveva ricordato l'ente lanciando anche una serie di proposte concrete, rivolte direttamente al Ministero. Si andava dall’attivazione di una task force per monitorare le criticità legate al caldo nelle sedi d’esame alla richiesta di fondi straordinari per dotare le scuole di impianti di climatizzazione portatili. Si suggeriva poi la predisposizione di protocolli di tutela della salute per studenti e personale scolastico durante eventi climatici estremi.
Tutte misure probabilmente necessarie, considerando anche che non sono stabiliti valori precisi per la temperatura nelle scuole. Secondo lo studio “Sicurezza e Benessere nelle scuole” dell’INAIL, la temperatura ideale per le attività didattiche dovrebbe oscillare tra i 19-22°C in inverno e i 24-26°C in estate, con un’umidità relativa rispettivamente del 40-50% e 50-60% ma mantenesi in questi range è sempre più complicato. Il Veneto ha provato a fare scuola, stabilendo con la Delibera n. 1887 del 1997 specifici limiti di temperatura e umidità per i luoghi di lavoro, creando un precedente significativo nel panorama legislativo che potrebbe essere esteso anche ad altre zone del nostro Paese. Intanto, mai come in questi giorni, la sensazione è che l'argomento si faccia sempre più caldo e non solo per ragioni connesse al termometro.