la ricerca

Hiv, la cura è più vicina grazie alla tecnologia mRNA

Il virus può essere reso visibile nei globuli bianchi. È la scoperta di un team australiano, che apre la strada alla completa eliminazione del virus dall'organismo

05 Giu 2025 - 16:17
 © -afp

© -afp

La cura per l'Hiv può essere più vicina dopo che un team di ricercatori australiani ha scoperto un nuovo modo per scovare ed espellere il virus dalle cellule umane. In pratica, il virus che provoca l'Aids ha la capacità di "nascondersi" all'interno di alcuni globuli bianchi. Questo significa che esiste una riserva di Hiv nell'organismo che è in grado di riattivarsi e che né il sistema immunitario né i farmaci possono contrastare. Ora, però, i ricercatori del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne hanno scoperto un modo per rendere visibile il virus, aprendo la strada alla sua completa eliminazione dall'organismo.

La nuova tecnica

 La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications ed è l'esito di approfonditi studi di laboratorio basati sulla tecnologia mRNA, diventata nota a tutti durante la pandemia di Covid-19 quando è stata usata nei vaccini prodotti da Moderna e Pfizer/BioNTech. In sostanza, i ricercatori australiani hanno dimostrato per la prima volta che l'mRNA può essere trasportato nelle cellule in cui si nasconde l'Hiv, racchiudendolo in una minuscola bolla di grasso appositamente realizzata. A quel punto l'mRNA istruisce le cellule a rivelare il virus. Così che possa essere individuato ed eliminato completamente dall'organismo.

"Sopraffatti dai risultati"

 "In precedenza si pensava fosse impossibile trasportare l'mRNA al tipo di globulo bianco che ospita l'Hiv", ha affermato al Guardian la dottoressa Paula Cevaal, ricercatrice presso il Doherty Institute e co-prima autrice dello studio. "Perché quelle cellule non assorbivano le nanoparticelle lipidiche (Lnp, cioè le "bolle di grasso"), utilizzate per trasportarlo". Il team di ricerca ha perciò sviluppato un nuovo tipo di nanoparticelle, che potesse essere accettato dalle cellule. E i primi risultati della sperimentazione, a detta della stessa Cevaal, "erano troppo belli per essere veri. Così, abbiamo ripetuto i test e la settimana successiva i risultati erano altrettanto buoni. Quindi dovevamo crederci. E naturalmente, da allora, l'abbiamo ripetuto molte, molte, molte altre volte. Eravamo sopraffatti da quanto fosse diversa la situazione: prima non funzionava, e poi, all'improvviso, funzionava. E tutti noi eravamo lì a bocca aperta", ha detto la ricercatrice al Guardian.

I prossimi passi

 Ora il prossimo passo sarà quello di stabilire se l'individuazione del virus sia sufficiente a consentire al sistema immunitario dell'organismo di affrontarlo, oppure se sarà necessario combinare la tecnologia con altre terapie per eliminare definitivamente l'Hiv dall'organismo. Ma il primo passo è compiuto: si può vedere dove si nasconde. "Nel campo della biomedicina, molte cose alla fine non arrivano in clinica: questa è la triste verità; non voglio dipingere un quadro più roseo di quello che è la realtà", ha sottolineato Cevaal. "Ma per quanto riguarda specificamente la cura dell'Hiv, non abbiamo mai visto nulla di paragonabile a quello che stiamo vedendo, in termini di capacità di individuare questo virus".

Una speranza per 40 milioni di persone

 Secondo le ultime stime, sono circa 40 milioni le persone che nel mondo convivono con l'Hiv e devono assumere farmaci per il resto della vita per sopprimere il virus e garantire di non sviluppare l'Aids (o di trasmetterlo). E se per molti di loro la malattia rimane mortale, per tutti loro lo studio australiano può essere una speranza, anche se il percorso per utilizzare la tecnologia come cura per i pazienti è lungo e richiederà test positivi sugli animali, seguiti da studi di sicurezza sugli esseri umani, che probabilmente richiederanno anni. Senza contare che la scoperta potrebbe avere implicazioni anche oltre l'Hiv, assicurano i ricercatori, dato che i globuli bianchi sono coinvolti anche in altre malattie, come per esempio i tumori.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri