Jacopo Ferrazza presenta "Wood Tales"
Il contrabbassista ospite a Jazz Meeting
Tra le uscite discografiche più interessanti di questo scorcio iniziale del 2021, possiamo annoverare "Wood Tales", nuovo lavoro del contrabbassista romano Jacopo Ferrazza. Realizzato per solo contrabbasso durante la seconda ondata del Covid, il disco aspira ad un'indipendenza sonora e di un’identità ritmica, armonica e melodica, nonché timbrica, unicamente supportata dall’uso della voce e dell’archetto. Dodici brani, di cui sette composizioni originali e cinque arrangiamenti, tra canzoni e standard jazz, vanno a comporre il disco.
A Jacopo, gradito ospite di "Jazz Meeting", abbiamo chiesto cosa ha rappresentato per lui realizzare un lavoro, solo con il contrabasso. "E' certamente un disco atipico una sorta di sfida se vogliamo, dettata da diversi fattori. Avendo registrato durante il lockdown mi sono trovato da solo in studio, prendendo coscienza del fatto che potevo realizzare qualcosa che non avevo mai fatto in precedenza. All'inizio ero dubbioso nel dare vita ad un disco solo con il contrabbasso ma poi andando avanti, anche grazie all'incoraggiamento dei miei colleghi, ho portato a termine un lavoro che trovo fantastico", racconta.
Non solo tuoi brani in "Wood Tales", ma anche diversi standard
Si, ad esempio "Blackbird", successo dei Beatles che fu rielaborato da Jaco Pastorius. Per quanto riguarda brani di compositori italiani con i quali ho avuto modo di suonare in questi anni; come Enrico Pieranunzi, autore di "Les Amants" o Fabio Zeppetella con "Choro Par Gianlu". Invece i brani scritti da me per contrabbasso solo non sono mai stati suonati in nessun ambito, quindi totalmente inediti
Sei stato anche il tecnico del suono di questo disco...
In realtà è stata più una scelta che una necessità, ho deciso di lavorare da solo giorno per giorno "costruendo" ciò che avevo in mente. Ho lavorato incidendo ogni brano cercando di trovare l'atmosfera giusta per realizzarlo. Io ho registrato, mentre Luca Fareri ha curato sia il missaggio che l'editing di "Wood Tales".
Ci sono musicisti che ti hanno ispirato?
Tra i miei punti di riferimento John Patitucci, con lui ho studiato fin da piccolo anche a New York. Cosi come Ares Tavolazzi, che insieme allo stesso Patitucci ha curato le note di copertina del disco. Poi sono molto affezionato a grandi del jazz come: Miles Davis, mentre tra i contrabbassisti ci sono Charlie Haden, Larry Granadier a Brad Meldhau tra i pianisti. Beethoven e Bach tra i compositori di musica classica, ma anche Pink Floyd e Radiohead nel rock.
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