"NOI ANDIAMO AVANTI"

Ponte sullo Stretto, Salvini contro la Corte dei Conti: "La casta dei giudici non ci fermerà"

Dopo lo stop della magistratura contabile all’iter del progetto, il vicepremier rilancia: decisione letta come scelta politica, il governo punta alla riapprovazione in Cdm e in Parlamento. "Non voglio pensare a una vendetta dei magistrati"

30 Ott 2025 - 12:48
 © Ansa

© Ansa

Matteo Salvini non usa giri di parole. Dopo il verdetto della Corte dei Conti che ha sospeso l'iter del Ponte sullo Stretto di Messina, il ministro dei Trasporti e vicepremier parla al Corriere della Sera di “casta giudiziaria che vede il crollo del suo potere e del suo impero”. L’esponente leghista definisce la decisione della magistratura contabile un “atto politico”, assicurando che “questi signori non ci fermeranno”. Per Salvini, lo stop non colpisce il governo ma i cittadini e le imprese che attendono un’infrastruttura destinata a cambiare il volto del Sud. Incontrando i giornalisti dopo il vertice convocato d'urgenza a Palazzo Chigi, il ministro ha detto: "Non voglio pensare a una vendetta dei magistrati per la riforma della giustizia". 

Salvini: "Ho detto a Giorgia Meloni 'non possiamo fermarci'"

 Mercoledì pomeriggio la Corte dei Conti ha bloccato l'iter di approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, chiedendo ulteriori verifiche e chiarimenti. La notizia ha colto di sorpresa il governo, che contava di far partire i lavori entro poche settimane. Salvini, informato della decisione, ha subito contattato Giorgia Meloni: “Un minuto dopo ho sentito la presidente – racconta – e le ho detto che non possiamo fermarci per un verdetto simile”.

Il ministro al contrattacco: "Noi andremo avanti"

 Il ministro denuncia “un’invasione di campo” da parte di una magistratura “che vede il crollo del suo potere”. E aggiunge: “Non è uno sgarbo alla Lega, ma a tutti gli italiani". E segnala che è una mossa che va "contro tutti”. Salvini ricorda che il progetto “coinvolge 21 università italiane e studi internazionali dalla Danimarca al Giappone”, sostenuto anche dalle istituzioni europee. “Pensano di fermarlo? Si sbagliano, e di grosso”, avverte.

"Subito in Cdm per riapprovare il progetto"

 Dopo il colloquio con il premier, Salvini propone di riapprovare il progetto in Consiglio dei ministri e poi di portarlo in Parlamento per una conferma politica: “Dobbiamo prenderci la responsabilità di riapprovare tutto – spiega – perché qui c’è dentro l’università italiana, c’è dentro l’Italia”. Secondo il ministro, la scelta di fermare l’opera è “un’assurdità”, perché “in gioco ci sono miliardi di euro, centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire”.

"Quel progetto porterà benefici al Sud"

 Salvini sottolinea che il Ponte porterà benefici concreti al Sud: “Porterà l'acqua dove non c’era, grazie alle opere compensative, nuovi porti turistici e posti di lavoro in tutta Italia”. E accusa: “Bloccare questo progetto significa colpire ingegneri, lavoratori e imprese. È un danno per i cittadini, non per il governo”.

"Ero pronto a partire subito"

 Secondo il ministro dei Trasporti, lo stop della Corte causerà solo un piccolo ritardo. “Io ero pronto a partire la prossima settimana – dichiara –. Ci volevano tre anni? Ora ci vorranno tre anni e due mesi. Ma il Ponte si farà”. Salvini si dice certo che il premier Meloni, insieme ai presidenti di Sicilia e Calabria, Renato Schifani e Roberto Occhiuto, sia “assolutamente favorevole” alla realizzazione dell’opera. “Il vento non lo fermi – conclude – non puoi fermare un’onda. L'Italia non farà la figura del Terzo mondo”.

"Nessuna retromarcia"

 Il governo, dunque, non intende arretrare sul progetto del Ponte sullo Stretto. Mentre la Corte dei Conti prepara le motivazioni della sua decisione, Salvini ribadisce la volontà di proseguire: “Noi risponderemo in tutti i modi consentiti dalle regole democratiche”. La battaglia politica e istituzionale intorno all’opera simbolo del collegamento tra Sicilia e Calabria è appena cominciata.

"Non voglio pensare a una vendetta dei magistrati per la riforma"

 Il ministro ha poi tenuto un punto stampa al termine del vertice convocato d'urgenza a Palazzo Chigi, assicurando: "Non voglio pensare a una vendetta dei magistrati per la riforma della giustizia".

"Risponderemo a tutti i rilievi della Corte dei Conti"

 Ha quindi dichiarato di attendere "con estrema tranquillità i rilievi della Corte, a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto". E, sul calendario dei lavori, ha chiarito: "Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre, invece partiremo a febbraio. Abbiamo calendarizzato i prossimi passi. Primo il Consiglio dei ministri, mettere in sicurezza i fondi necessari". E ancora: "Ho avuto il mandato dal governo di andare avanti. Siamo convinti che i cantieri partiranno". 

"Nessuno scontro fra poteri"

 Su un'ipotesi di "scontro fra poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni richieste. Ci lavoro da tre anni, ci lavorerò per tre anni e due mesi, poi gli ingegneri mi dicono che con sette anni l'Italia avrà un'opera unica al mondo e quindi va bene così". 

Ti potrebbe interessare