intervista a tgcom24

Giulia Salemi: "Sui social mostro la mia vita imperfetta"

L'influencer racconta le nuove sfide professionali e le gioie (ma anche i dolori) della maternità

di Francesca Fiorucci
01 Mag 2025 - 07:37
 © Instagram

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E' un periodo intenso per Giulia Salemi. E' diventata mamma da pochi mesi del piccolo Kian, il primo figlio avuto da Pierpaolo Pretelli, ed è impegnata con la seconda stagione del suo podcast. Tante sfide, sul piano lavorativo e personale, che però non la spaventano ma che anzi la spronano a fare meglio. Un compagno (quasi) perfetto, un bambino arrivato al momento giusto, soddisfazioni professionali, ma Giulia specifica: "La vita non è un click, non è facile come a volte può sembrare sui social". E infatti a TgCom24 racconta anche dei no che l'hanno aiutata a evolversi, delle critiche che l'hanno fatta arrabbiare, del post parto per niente facile. E commenta: "La mia vita è imperfetta come quella di tutti quanti. Sta a noi cercare di migliorarci".

Giulia, nel giro di pochi anni hai messo in fila una serie di successi dal punto di vista professionale e personale. Dentro di te hai sempre saputo che ci saresti riuscita?
Ci ho sempre creduto e penso che se sto riuscendo a raggiungere piccoli e grandi traguardi è perché non ho mai mollato, nonostante non sempre le persone non sempre hanno creduto in me. Quindi quello che consiglio sempre è di non permettere mai a nessuno di spezzare i nostri sogni e di non fermarci ai primi no. La vita non è un click, non è facile come a volte può sembrare sui social. E' fatta di grandi opportunità ma anche di grandi no: a volte le cose non sono andate in porto e magari io ho sofferto. Poi in uno schema più grande della vita, questo mi ha portata a fare altre cose che si sono rivelate più adatte.

Se dovessi pensare a un momento in cui hai detto: "Ok ce l'ho fatta", quale sarebbe?
Non è successo. Sono un'eterna critica, non sono mai contenta. Sono una persona molto determinata, mi pongo degli obiettivi ma una volta che li raggiungo dico: "No però questa cosa potevo farla meglio". Quindi sono in un processo creativo interminabile dove penso sempre che potrei fare di meglio e potrei fare di più. E poi mettersi in discussione è raro. Viviamo in una società in cui tutti hanno la presunzione di sentirsi giusti, si hanno difficoltà a riconoscere gli errori e a chiedere scusa. Io invece amo mettermi in discussione, le critiche costruttive penso siano fondamentali per migliorarsi. Riconosco che c'è stata sicuramente un'evoluzione nella mia vita e dei grandi passi avanti. Mi butto sempre un po' giù, non realizzo mai, arriva tutto con estrema normalità e forse è questa la cosa che mi salva. Scindo molto il mio lavoro dalla mia vita personale e non mi sento diversa o in una posizione di superiorità. Spero di mantenere sempre la mia indole. 

Come è nata l'idea del podcast?
C'è stato un po' il boom dei podcast e purtroppo si tende a seguire la scia. Ma come ho specificato nel titolo, "Non lo faccio per moda". Per me è fondamentale il processo introspettivo e il confronto con gli ospiti. Sentivo la necessità di arricchirmi, di mettermi in discussione e fare gavetta, ma anche di sperimentare una chiacchierata di un'ora in cui non sono solo io a parlare ma mi metto in ascolto. Cosa rara per una persona egocentrica come me. Come carattere, amo molto parlare ma ho imparato ad ascoltare. Sui social tendiamo a essere superficiali, ci limitiamo a giudicare una persona da una storia di Instagram. Nel podcast riesco a trattare argomenti che mi interessano, in un momento dove c'è tanta superficialità intorno a me, io ho bisogno di sostanza. Ora è iniziata la seconda stagione e sento di dover lavorare sempre più duro. Sono una perfezionista, ci metto cuore e anima in quello che faccio. Non solo non lo faccio per moda, non lo faccio neanche per soldi. Lo faccio per passione.

Come si fa a trovare un equilibrio sui social tra il concedersi ai follower e il mantenere la propria privacy? E tu pensi di averlo trovato? 
Crescendo si è evoluto il mio modo di comunicare. Mi concedevo di più ma ho capito che più rischioso. Quando una si espone, quello che dice può essere ripreso in qualsiasi momento. Prima mi lasciavo andare e parlavo anche senza cognizione di causa, ma ora ho cambiato totalmente il mio approccio, ho imparato a tutelare la privacy. Amo le persone che mi seguono e mi piace condividere, ma ho imparato a  proteggere la mia famiglia e mio figlio. Do piccoli assaggi di quotidianità, voglio far vedere la realtà e le difficoltà. Ho mostrato anche quella del post parto, anche se in maniera ironica. Si pensa che la vita di chi lavora sui social sia tutta oro e stelline, in realtà la mia vita è imperfetta come quella di tutti quanti. Sta a noi cercare di migliorarci. Non ho paura a far vedere la parte imperfetta ma reale, ma ho imparato a tutelarmi e a connettere il cervello prima di parlare.

Sui social si è esposti ai commenti, positivi e negativi. Come vivi il giudizio degli altri e quanto ti lasci influenzare?
Dipende. Sono onesta: ho sofferto tanto per gli hater. Ora grazie a Dio sto molto meno tempo a leggere, già diventando mamma il mio tempo libero è dedicato interamente al mio bambino. Se ti dicessi che le critiche non mi toccano sarei ipocrita. Ho imparato a fregarmene, a creare una corazza. Ma è un lavoro quotidiano. Talvolta alcune cose mi fanno ridere, quando sono campate per aria. Quando tocca aspetti privati e personali mi ferisce. Ma da quando sono diventata mamma ho un altro approccio alla vita.

E invece ti è capitato di leggere critiche, rifletterci e un attimo e capire che tutto sommato erano giuste?
Sì, ho sempre amato le critiche costruttive. Ora in questo momento specifico non ci sono. Però quando è non inerente alla mia vita personale ma al mio lavoro, allora lo trovo costruttivo e lo accetto. 

Quando è nato vostro figlio, tu e Pierpaolo avete aspettato diversi giorni prima di annunciarlo sui social. Ci puoi raccontare come avete vissuto questi primi giorni in tre?
Ecco, per esempio in quel momento ho ricevuto una critica che mi ha dato molto fastidio è stata quando è nato mio figlio. Ho scelto di non spiattellarlo sui social con il video in sala parto. Volevo vivere il momento interamente tra me, Pierpaolo e Kian. Per depistare, postavo storie preregistrate. Dopo una settimana in cui mi sono ripresa dal cesareo, che è stato difficilissimo (ma io odio vittimizzarmi quindi ho vissuto il mio dolore nel privato) faccio una foto semplice con un pigiama classico e Pier casualmente ne aveva uno uguale. Mi sono truccata un minimo, e ho scritto nel post solo: "Benvenuto Kian". Sono arrivate critiche sulla finzione, il trucco, il pigiama coordinato. Se fai la post live, speculi. Se aspetti per goderti un attimo il bambino, criticano lo stesso. Ho trovato i commenti tristi e fuori luogo. Appena partorito ero un disastro, ero veramente a pezzi. Quando è nato Kian abbiamo solo fatto una videochiamata con i familiari e gli amici stretti. Ovviamente quando fai l'annuncio social tutti ti bombardano ed è una cosa bella perché le persone sono carine, ma dall'altro perdi tempo al telefono invece che goderti il momento.

Com'è cambiata la tua vita dopo la nascita di Kian? In che modo l'arrivo del bebè ha inciso sulle dinamiche di coppia?
Sono diventata mamma nel momento in cui ho desiderato di farlo. Ho sentito di avere una maturità sufficiente nel mio essere un'eterna Peter Pan. Avevo già messo in conto come sarebbero cambiate le priorità e che mio figlio sarebbe diventata una priorità assoluta, e per una persona che ha messo sempre sé stessa al primo posto richiede un cambiamento, in un certo senso un sacrificio. Ma mi ero ripromessa anche di non annullare me stessa e la mia carriera. Volevo fare un figlio quando sarei riuscita a dedicargli sufficiente tempo, amore, non trasmettergli i miei complessi e garantire uno stile di vita dignitoso. E ovviamente avere il partner giusto, un bravo papà. Oggigiorno la mamma è scontato che sia brava, ma se un papà si occupa del bambino o comunque contribuisce, allora: "Ah che bravo papà!". Ma come che bravo papà? Il figlio è di entrambi ed è giusto che i padri contribuiscano al 50%. Se la fa la donna fa le faccende domestiche è scontato, e se la fa l'uomo è speciale. Invece no, non deve essere così. Ci tengo a specificare che le donne devono pretendere collaborazione. Io ho la fortuna di avere un bravissimo partner, ma quello che fa per il bambino è suo dovere. Abbiamo messo al mondo una creaturina che non ci ha chiesto di nascere, perciò abbiamo il dovere di dargli tutto l'amore, il tempo e le attenzioni che possiamo.

Però non è proprio scontato che le mamme siano sempre considerate brave mamme. Sui social noto spesso molti attacchi sul modo in cui le donne si prendono cura dei figli. Tu non ne hai mai ricevute?
Dal momento in cui condividi poco, la gente ha poco modo di parlare. Io ho scelto proprio di mantenere il più possibile privata la mia vita da madre per non permettere a nessuno di intromettersi nella mia genitorialità. Io e Pier rendiamo conto l'uno all'altro delle nostre scelte, ma non al mondo esterno. Talvolta leggo anche io critiche sui social, ma questo succede quando esponi i figli e raccontano la tua giornata. Ogni mamma deve essere libera di fare quello che vuole, come meglio crede. Ognuno sa cosa è giusto per sé stesso.

A livello caratteriale, cosa vorresti che Kian abbia preso da te e cosa da Pierpaolo?
Spero che abbia preso dal papà il suo essere un patatone. Pierpaolo ha una sensibilità femminile molto spiccata. In un'epoca in cui vince la mascolinità tossica, lui va orgoglioso del fatto di avere una grande dolcezza. Vorrei fare dei corsi a scuola per dire alle ragazze di salvarsi dai bad boy. Non c'è nulla di più bello di vedere un uomo che rispetta la donna, che la descrive come un fiore e non in termini sessuali o svilenti. Pier è uno degli ultimi gentleman, rispettoso e gentile verso le donne. E invece da me vorrei che avesse preso la cazzimma, che ho preso da mia mamma. Sono determinata, tosta, credo dei miei principi e nei miei valori, lotto fino alla fine senza farmi piegare dal sistema e dai compromessi a costo di metterci il triplo del tempo. Ma abbiamo anche tanti difetti…

Ce li vuoi dire?
Sono molto agitata, abbastanza permalosa e piuttosto irascibile. Pier è uno che vive nell'aria, procrastina tanto, che dovrebbe essere più sul pezzo e più concreto. Ma secondo me siamo un buon equilibrio, un buon compromesso tra pregi e difetti. 

Il tuo compagno aveva già un figlio da una relazione precedente, puoi raccontarci il rapporto che avete e come Leonardo ha accolto il fratello? 
C'è una grande serenità, sia tra Pierpaolo e la sua ex sia tra me e lei. Leonardo è felicissimo, abbiamo fatto una video chiamata e lui saltava di gioia. E' una grande sofferenza per Pierpaolo perché Ariadna (Romero, ndr) ha deciso di vivere a Miami, ed essendo Pierpaolo un grande padre, generoso e rispettoso, ha permesso questa scelta. Di solito andavamo a Capodanno e a Pasqua ma ovviamente quest'anno non siamo potuti andare perché è nato il bambino e ora Kian è troppo piccolo. Aspettiamo Leonardo a braccia aperte sperando che venga come l'anno scorso un mesetto d'estate. Non vedo l'ora che i due fratelli si possano conoscere. Io e Pier amiamo molto i bambini, io ho anche una sorellina di 7 anni. I bimbi mi rendono molto felice, creano quel clima di leggerezza e di allegria, vorrei riempirne la casa.

Ci dobbiamo aspettare presto un nuovo annuncio?
No no, per adesso no. Però sarebbe bello… I bambini portano quella spensieratezza che noi adulti purtroppo perdiamo.

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