non un semplice lavoro


Jessica e Alberto, la relazione che insegna a vedere oltre il buio e il silenzio

Operatrice educativo-riabilitativa, Jessica fa parte delle persone che lavorano ogni giorno alla Lega del Filo d’Oro per permettere di vivere a pieno la vita alle persone sordocieche

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 © Lega del Filo d'Oro

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Quando Jessica, un’operatrice educativo-riabilitativa, varca per la prima volta la soglia della Lega del Filo d’Oro, nel 1999, non immagina che quell’incontro iniziale cambierà per sempre la sua vita. La prima persona che conosce è Alberto, che da bambino aveva perso vista e udito e che non poteva parlare. Un incontro potente, che la mette subito di fronte alla complessità del suo nuovo lavoro. “Non sapevo assolutamente come poter comunicare con lui. Mi sono sentita spaesata e inutile” racconta. È da quello smarrimento, da quel “muro invisibile”, che nasce però la sua vocazione: il desiderio di capire, imparare, avvicinarsi al mondo delle persone sordocieche con rispetto e sensibilità.

La ricerca di un modo per esprimersi

 Osservando Alberto, Jessica si accorge di un dettaglio sorprendente: ogni giorno sceglieva le attività attraverso un piccolo calendario fatto di oggetti concreti. Un piccolo innaffiatoio delle bambole per segnalare la cura delle piante del lunedì, una minuscola tazzina di plastica per la colazione al bar del martedì. Una modalità che all’inizio la lascia incredula, ma che presto comprende essere il cuore del lavoro educativo con chi non può contare sui sensi della vista e dell’udito. “Oggi so che questa è una parte importante del lavoro di noi educatori: aiutare le persone come Alberto a trovare un modo per esprimersi, dando valore alle loro preferenze e desideri”. Ogni oggetto, ogni gesto, diventa un ponte verso la comunicazione, una possibilità di autodeterminazione.

Oltre un “semplice” lavoro

 Col tempo, quel legame costruito giorno dopo giorno, tra tentativi, scoperte e piccoli passi avanti, diventa qualcosa di molto più grande di un rapporto educatore–utente. “Io e Alberto siamo diventati grandi amici, siamo cresciuti insieme, pensa che è stato presente anche al mio matrimonio e nei giorni più importanti della mia vita" racconta Jessica con emozione. Una relazione che attraversa il tempo, che accompagna entrambi nella crescita e che testimonia la forza straordinaria della continuità educativa.

Oggi, dopo 25 anni, Jessica porta con sé ogni giorno ciò che questo percorso le ha insegnato: “Il profondo rispetto per le persone che porta a vedere oltre le difficoltà, la volontà di non arrendermi davanti agli ostacoli, continuando a studiare e formarmi per dare il miglior aiuto possibile”. Un insegnamento che vale per tutti coloro che lavorano alla Lega del Filo d’Oro, un luogo dove professionalità e umanità si intrecciano e dove nessuno resta solo davanti al proprio limite.

Come Jessica, sono tanti gli operatori che ogni giorno si dedicano alle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale. È un impegno corale, fatto di ascolto, metodo, ricerca continua e presenza costante. È un lavoro di squadra, come lei stessa ricorda, “che permette davvero a chi non vede e non sente di andare oltre il buio e il silenzio e vivere appieno la vita”. Una missione che, da oltre quasi sessant’anni, la Lega del Filo d’Oro porta avanti con la convinzione che ogni persona custodisca un potenziale unico da valorizzare.