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Allarme neonicotinoidi: lo zucchero italiano sceglie di salvaguardare le api

Questi fitofarmaci sono tra i principali responsabili della scomparsa degli insetti impollinatori: per proteggerli molti produttori hanno deciso di non utilizzarli. Ma la loro scelta dev’essere sostenuta e tutelata

Negli ultimi anni da più parti è stato lanciato l’allarme per la repentina diminuzione delle popolazioni di insetti, che secondo le più recenti ricerche mette a rischio estinzione addirittura il 40% delle specie. Un calo drammatico, che rischia di avere pesanti ripercussioni anche perché tra le specie più minacciate ci sono gli impollinatori: la loro scomparsa avrebbe un pesantissimo effetto a cascata non solo sulla biodiversità, ma anche sul mantenimento dell’equilibrio ecologico, sull’agricoltura e, infine, sulla disponibilità di prodotti alimentari. In altre parole: senza gli insetti impollinatori, si rischia il disastro.

E la catastrofe, secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale dedicato a “Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità” parla chiaro: in Europa il 75% delle colture agricole e il 90% delle piante da fiore selvatiche dipendono dall’attività degli insetti impollinatori, che ne consentono la riproduzione, ma il 9% delle api e delle farfalle è a rischio estinzione.

 

Un disastro che, secondo gli studi, è attribuibile anche all’utilizzo di un particolare tipo di pesticidi, chiamati neonicotinoidi che, sottolinea l’Ispra nel rapporto, “le ricerche hanno dimostrato essere estremamente pericolosi sia per le api da miele, sia per le api selvatiche”, tanto che “recentemente l’Unione Europea ha vietato l’uso all’aperto di tre pesticidi” di questo gruppo. E diversi produttori, allarmati per la situazione, hanno deciso di non utilizzare nelle loro colture questi prodotti che pure sarebbero importantissimi per le coltivazioni.

 

Tra queste aziende spicca Coprob-Italia Zuccheri, unico produttore di zucchero certificato 100% italiano, che con i suoi 5mila soci produttori e con altri 2mila fornitori di materia prima ha deciso di mantenere fede ai propri valori in tema di tutela ambientale stabilendo di non richiedere la deroga (introdotta a livello europeo) sull’utilizzo di neonicotinoidi nella concia dei semi per la produzione di tutta la gamma Nostrano, Nostrano Bio e Semolato 100% Italiano. Così, mentre altri in altri Paesi europei lo zucchero (che non ha solo un utilizzo “casalingo” ma è un’importante materia prima per tutta la filiera agroalimentare) continuerà a essere prodotto con l’utilizzo di sementi contenenti fitofarmaci neonicotinoidi, quello italiano – rappresentato da Coprob-Italia Zuccheri – non li utilizzerà nella coltivazione delle barbabietole proprio per la minaccia che rappresentano per le api e per il loro ruolo nel mantenimento della biodiversità.

 

Una scelta, quella di Coprob-Italia Zuccheri, appoggiata anche da Legambiente, da sempre è impegnata nel sostegno alle pratiche agricole alternative all’utilizzo di questi pesticidi. “I neonicotinoidi – spiega infatti Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - rappresentano un pericolo per le api e dunque per il nostro pianeta. Partendo da questo presupposto, è assolutamente necessario lavorare affinché dall’Italia giunga un rinnovato impulso allo scopo di raggiungere il divieto di tutti i neonicotinoidi e non solo quelli attualmente previsti dalla norma Ue”. E in quest’ottica “esempi virtuosi come quello di Coprob – Italia Zuccheri sono non solo da raccontare ma da portare a modello: la riduzione della chimica nella bieticoltura e la conversione di 3.000 ettari a biologico sono best practice replicabili, attraverso le quali segnare concretamente un punto a favore dell’ambiente”.

 

Per farlo, però, è necessario che gli agricoltori che decidono di mettere al bando i neonicotinoidi siano tutelati e sostenuti, poiché rischiano di dover sostenere spese maggiori per l’utilizzo di tecniche alternative o per l’aumento di interventi di tutela delle piante. E naturalmente questi investimenti aggiuntivi rischiano di determinare un aumento del costo dello zucchero italiano, che risulterebbe quindi più caro rispetto a quello degli altri Paesi che continueranno a utilizzare i neonicotinoidi per la produzione delle barbabietole da zucchero.

 

Secondo Claudio Gallerani, presidente di Coprob, è quindi necessario che vengano “riconosciute, sostenute e premiate quelle filiere che si attengono alle normative, pena una sperequazione di trattamento”. Del resto, sottolinea, sono sempre più numerose “le grandi aziende di prodotti alimentari, sensibili alle tematiche ambientali, a richiedere espressamente nei propri disciplinari che questi agrofarmaci non vengano adottati dalle imprese fornitrici di materie prime”. E se da una parte la filiera dello zucchero rappresentata da Coprob-Italia Zuccheri assicura “un’agricoltura virtuosa, rispondendo anche alle esigenze delle aziende”, al tempo stesso “chiede maggiori tutele per i propri agricoltori”.