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La voce di Alexa per Fiat, la fibra di Ibra e il rovescio di Nole

La settimana dei motori tra Legge di Bilancio che non fa ripartire lʼauto e lʼaccordo Stellantis-Amazon

Fa specie scoprire che nella Legge di Bilancio non ci sia un accenno, fosse anche un rimando, a una strategia di rilancio del settore auto in Italia.

Eppure il 2021 è stato deprimente con i suoi ecobonus stop-and-go (vedi lʼarticolo), altro che ripartenza! E oltre tutto non ci sono discordanze nel coro unanime di costruttori, concessionari, analisti di mercato e sindacati che chiedono 3 anni di interventi strutturati per favorire il passaggio allʼauto elettrica. Basta con gli incentivi tira e molla che gettano solo incertezza sul mercato, ma risorse (corpose) da destinare a una battaglia per lʼinnovazione win-to-win, dove a vincere sono tutti: produttori, consumatori, ambiente. Altrimenti tutti i discorsi sulla transizione energetica replicano lʼormai celebre bla bla bla… Invece nella Legge di Bilancio non cʼè nulla, è come se nella dialettica fra una strategia di rilancio strutturata oppure niente abbia prevalso la seconda. Urgensi economisti con esperienza oculistica.

 

Alexa, portami a ballare! ‒ Chissà cosa sʼinventeranno di nuovo quelli di Amazon che, dal 2024, dovranno fornire app e servizi inediti alle vetture del gruppo Stellantis. Lʼaccordo tra i due giovani colossi (dato stranamente a borse aperte mercoledì) parla espressamente di “applicazioni potenziate dallʼintelligenza artificiale per migliorare intrattenimento, navigazione, manutenzione del veicolo, assistenza vocale fornita da Alexa, utilizzo di piattaforme e-commerce e servizi di pagamento”. Le automobili dunque saranno sempre più degli hub digitali dove poter fare le stesse cose che si fanno in un ambiente connesso come una casa o un ufficio, ma in più si muovono e non è cosa da poco. Amazon e Stellantis promettono una suite di prodotti e servizi che sʼintegri con la vita digitale dei clienti. Ma shopping e divertimento a parte, ci preme dare un consiglio a entrambe: pensare un poʼ di più alla sicurezza e a quegli ausili alla guida che ‒ stante ancora le troppe vittime che registriamo ogni anno ‒ renderebbero meno pericolose le nostre strade. Evitando che alla fine tutto si riduca a un banale: “Alexa, portami a ballare!”.

 

Altro che Parasite ‒ Sconforta un poʼ vedere Hyundai che assolda il “povero” Spiderman per la pubblicità della Ioniq 5, la nuova auto elettrica della Casa coreana. Meno male che lʼironia non difetta mai al sempre giovane Peter Parker, che rifletterà su come “dai suoi poteri derivino le responsabilità” legate alla transizione energetica. Il punto è che non cʼè oggi un Paese “occidentale” (anche se orientale) più di moda della Corea del Sud: i BTS e in senso ampio il K-Pop fatturano guadagni che manco i Beatles negli anni 60; serie TV come “Squid Game” conquistano il mondo anche se le guardiamo con i sottotitoli; nel cinema i film coreani si piazzano sempre bene nei grandi festival, fino ai trionfi da Oscar di Parasite. E così Hyundai assolda Spiderman…

 

La fibra di Ibra ‒ A proposito di pubblicità, Ibrahimovic è il nuovo testimonial di un operatore di telefonia che, guarda caso, ancora trasmette alcune partite di calcio. Quelle per cui Ibra è famoso. Testimonial Maserati è invece David Beckham, che discorre con i designer del Centro Stile modenese su tessuti, materiali, stile ed eleganza per farsi “cucire” addosso una MC20 personalizzata. I maligni dicono che gli ex calciatori devono fare pubblicità se vogliono mantenere i guadagni di quando giocavano. I maligni, perché Ibra ha dimostrato che giocando 20/25 partite in una stagione può ancora fare la differenza sul campo. Poi vedremo cosa farà dopo, nel frattempo Beckham è già proprietario di un club di calcio, lʼInter Miami.

 

Diritto e Rovescio ‒ Mettiamo subito le carte in chiaro: Djokovic ha tutto il diritto di non vaccinarsi, se non vuole, perché non è obbligatorio nella maggior parte dei Paesi. Ma al tempo stesso non può pretendere di giocare per forza gli Australian Open, se le regole dʼingresso nel Paese non lo consentono. Melbourne ha pagato un prezzo carissimo al covid, è stata in lockdown per oltre 260 giorni e bisogna portarle rispetto! Dʼaltronde Nole sapeva benissimo e da tempo quali fossero le leggi australiane (lʼha detto bene Nadal) e presentarsi lì per giocare senza ottemperarle, aspettandosi magari anche gli applausi del court, pecca quanto meno di boria, quella del marchese citato da Panatta. Guardasse invece avanti Djokovic, perché dopo Melbourne il prossimo Slam si gioca a Parigi, al Roland Garros, e il presidente Macron ha detto chiaramente che vuol rendere la vita dura ai novax. Che farà Nole in Francia? Sapendo di vestire Lacoste e di essere lʼAmbassador globale di Peugeot, che per il Roland Garros è più, ma molto molto più, di un semplice sponsor.

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