Pfizergate, bocciata la sfiducia a von der Leyen
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360 eurodeputati hanno votato contro, 175 a favore e 18 si sono astenuti. In totale hanno partecipato al voto 553 parlamentari. La mozione richiedeva una maggioranza qualificata di due terzi per passare
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Ursula von der Leyen supera indenne la prova della sfiducia. Il Parlamento europeo ha respinto la mozione presentata contro la Commissione da lei presieduta: 360 eurodeputati hanno votato contro, 175 a favore e 18 si sono astenuti. In totale hanno partecipato al voto 553 parlamentari. La mozione, firmata dall’eurodeputato rumeno Gheorghe Piperea, membro del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr), richiedeva 360 voti favorevoli e una maggioranza qualificata di due terzi per essere approvata: soglia che non è stata raggiunta. Non hanno partecipato alla votazione le delegazioni di Fratelli d’Italia e della maggioranza del gruppo Ecr. In una nota congiunta, i capi delegazione - tra cui Carlo Fidanza per FdI e i rappresentanti di Repubblica Ceca, Spagna, Lituania, Bulgaria e Lettonia - hanno spiegato l’assenza: "Il voto odierno non è la nostra battaglia".
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Ufficialmente la mozione è stata presentata per la scelta di Von der Leyen di non pubblicare i messaggi telefonici da lei scambiati nel 2022 con l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla. Con lui la presidente della Commissione Europea aveva negoziato direttamente la fornitura di circa 1,8 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19. Al momento del voto, Von der Leyen si trovava a Roma alla Conferenza per la ripresa dell'Ucraina (URC2025). Per difendersi aveva comunque rilanciato, accusando Piperea di essere un "estremista" ed etichettando chi lo appoggiava come un complice indiretto del presidente russo Vladimir Putin.
Era dal 2014 che non veniva votata una mozione di censura contro la Commissione Europea e, dopo i risultati della votazione, si è aperta una importante spaccatura tra i Conservatori e Riformisti, il gruppo che l’aveva proposta. Durante il dibattito Nicola Procaccini di FDI, co-presidente di ECR, aveva rimproverato i suoi alleati definendo la mozione "un favore agli avversari".